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NBA, Blake Griffin e la prima da avversario a Los Angeles

NBA

L'ovazione dello Staples Center, il video-tributo dei Clippers, la fuga da Steve Ballmer, la super prestazione sul parquet: una serata speciale per il n°23 di Detroit, una vendetta tanto attesa e arrivata con un anno di ritardo

SUPER BLAKE GRIFFIN: 44 PUNTI ALLA PRIMA DA EX, CLIPPERS BATTUTI

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Blake Griffin ha saputo aspettare il suo momento di rivalsa, l’occasione giusta per togliersi un bel po’ di sassolini dalle scarpe. Il suo addio a Los Angeles è stato inatteso, silenzioso, senza grosse polemiche, ma non per questo meno doloroso. Una ferita evidente anche durante i 40 minuti trascorsi sul parquet nella sua prima sfida contro i Clippers allo Staples Center. Un ritorno a casa indossando una maglia diversa a cui non era abituato, salutato però nel migliore dei modi: prima l’affetto del pubblico, poi una super prestazione sul parquet. Griffin segna 15 punti nel primo quarto, 11 nel secondo e nove sia nella terza che nella quarta frazione, concludendo il match a quota 44: la seconda prestazione all-time in NBA per un ex alla prima trasferta nella sua vecchia arena. Una prova di forza, arrivata dopo aver fatto a lungo a testate nel match con Danilo Gallinari; l’uomo scelto da Doc Rivers per contenere due palleggi del n°23 dei Pistons, prima che scattasse sistematicamente il raddoppio. Una mossa difensiva che ha funzionato a fasi alterne, battuta da Griffin nel finale con un paio di assist al bacio, trovando l’uomo rimasto solo sia sotto canestro che sull’arco. La carica dell’ex beniamino di casa poi fa il resto: è lui a cercare a tutti i costi un recupero a 30 secondi dalla sirena, volando addosso ai tifosi in prima fila e non riuscendo a completare l’impresa per pochi centimetri. Alla fine però sono i Clippers a regalare direttamente il pallone alla sua squadra, quello che vale un successo che interrompe una striscia di quattro sconfitte e che gli permette di chiudere la partita con un successo dal sapore diverso. L’ultimo rimbalzo è suo, così come lo scatto verso il canestro avversario che fa infuriare Patrick Beverley che va contro di lui a muso duro. Griffin non si tira indietro: in una serata così ricca di emozioni, nessuno poteva pensare di rovinargli la festa sul più bello.

Il siparietto con Ballmer: lui allunga la mano, Griffin scappa via

Prima della palla a due (e non solo in quel momento) tutti i riflettori erano puntati sul n°23 di Detroit, arrivato con largo anticipo su quel parquet calcato per nove anni con straordinaria frequenza e rendimento in maglia Clippers. A circa 40 minuti dalla palla a due, a bordocampo è spuntato Steve Ballmer - il proprietario della squadra di Los Angeles e uno dei principali artefici del suo addio lo scorso gennaio. Griffin infatti nell’estate 2017 aveva sottoscritto un accordo di cinque anni con i Clippers (da 32 milioni di dollari a stagione, a salire); una scelta controcorrente rispetto a quella fatta da Chris Paul che invece aveva abbandonato la nave e si era accasato con i Rockets. La franchigia sembrava dunque essere passata nelle sue mani, destinato a restare a lungo - e in molti credevano per tutta la carriera - in California. Una prospettiva però cambiata repentinamente un paio di settimane prima della deadline di mercato del 2018; una decisione che ha lasciato l’amaro in bocca all’All-Star dei Pistons (colto di sorpresa dalla notizia dello scambio, così come tutto il resto della Lega), che da quel giorno ha troncato i rapporti con lo staff tecnico e la proprietà. Una distanza testimoniata in maniera plastica dal gesto ostentato e curioso nel suo genere nei confronti di Ballmer. Il proprietario della squadra di L.A. infatti ha aspettato pazientemente che il suo ex giocatore finisse la fase di riscaldamento, avvicinandosi poi e allungando la mano alla ricerca di una stretta chiarificatrice. Griffin lo ha osservato con la coda dell'occhio, per poi correre in fretta e furia negli spogliatoi, mentre Ballmer ha iniziato a urlare invano “Blake, Blake!”. Una scena ripresa dalle telecamere presenti allo Staples Center, diventata immediatamente virale.

L’affetto del pubblico di L.A. e il video dei Clippers

In campo invece, circondato dall’affetto di quello che è stato a lungo il suo pubblico, Griffin sarebbe rimasto con piacere molto a lungo. Già durante l’annuncio dello speaker dell’arena, il boato che ha accompagnato la sua presentazione è stato il sintomo di come la gente di Los Angeles continui a volergli bene, a ricordarsi delle sue prodezze e di come il suo arrivo sia coinciso con l’inizio del periodo più felice e vincente nella storia della franchigia. Immagini riproposte durante il primo timeout: una pausa riempita dai due minuti di video-tributo, trascorsi dalla prima scelta assoluta del Draft 2009 con la testa in su, prima di alzarsi dalla panchina e accompagnare con un lungo saluto l’applauso rivolto a un avversario soltanto sulla carta. Un’emozione che lo condiziona il giusto, visto che nel solo primo quarto arrivano 15 punti, conditi con un paio di prodezze dal palleggio e lontano da canestro che mostrano quanto sia stata vistosa la sua crescita rispetto al ragazzo esplosivo che faceva notizia perché riusciva a schiacciare saltando un'automobile. Il pubblico di casa trattiene il fiato quando sul finire di terzo quarto prende la via degli spogliatoi: no, la sua partita non finisce con quei 35 punti in 28 minuti, il suo lavoro non era ancora completo. L'ultima frazione se la fa tutta sul parquet, segnando il primo canestro e raccogliendo l'ultimo pallone, per chiudere il cerchio nel migliore dei modi: "Twittare che sono scappato via quando ho visto Ballmer è una caz**ta, non c'era nulla di pianificato", sottolinea dopo la partita. Anche se conferma di non essere sicuro di volergli stringere la mano qualora si riproponga l'occasione. In fondo non bastano 44 punti per cancellare un torto del genere.