Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, risultati della notte: Towns eguaglia e batte Davis, perdono Denver e Boston

NBA

Il n°32 di Minnesota aggiunge il suo nome proprio a quello del lungo di New Orleans, suo avversario di serata, come l'unico giocatore capace di andare oltre quota 25 punti e 25 rimbalzi in stagione. Brutta scivolata di Denver a Phoenix, perde male anche Boston a Orlando, successi per Miami, Utah e Sacramento

NON BASTA IL MIGLIOR BELINELLI DELL'ANNO, VENDETTA THUNDER SUGLI SPURS

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

NBA LONDON GAME 2019, LA PARTITA IN STREAMING SU SKYSPORT.IT

Minnesota Timberwolves-New Orleans Pelicans 110-106

All’inizio di quest’anno, il 2 gennaio, Anthony Davis aveva maltrattato i suoi malcapitati avversari diretti in serata dei Brooklyn Nets con una prestazione da 34 punti e 26 rimbalzi, peraltro inutile a farlo uscire vincente dal parquet. Si trattava, fino a oggi, dell’unica gara stagionale di un giocatore con almeno 25 punti e 25 rimbalzi. Poi Anthony Davis ha incontrato Karl-Anthony Towns, che proprio contro il n°23 di New Orleans – come lui un prodotto dell’università di Kentucky – ha messo in scena la sua miglior partita stagionale, conclusa con 27 punti e altrettanti rimbalzi, suo massimo in carriera. Dietro la super prestazione del loro leader, Minnesota è riuscita a strappare un’importante vittoria, la prima davanti al pubblico di casa per l’allenatore ad interim dei T’Wolves Ryan Saunders. Più ancora che al tiro, dove ha chiuso con 10/23 (con anche tre triple a segno) il dominio di Towns si è fatto sentire proprio sotto i tabelloni d’attacco, dove è riuscito a catturare 9 dei suoi 27 rimbalzi. E dire che a partire meglio era stato proprio il suo avversario, visto il primo quarto da 14 punti e 7 rimbalzi di Davis, mentre Towns faticava a trovare il canestro tirando soltanto 2/9. Poi però il lungo di Minnesota prende ritmo e macina punti e rimbalzi in un’impressionante progressione e pur di fronte ai 30 con 14 rimbalzi di Anthony Davis riesce a guidare i suoi al successo, arrivato anche senza l’apporto di Derrick Rose, tenuto precauzionalmente a riposo dopo il rientro contro Dallas di sole 24 ore fa nella seconda gara del back-to-back. È proprio nel finale, con un canestro da tre e due stoppate decisive entrambe su Davis: Minnesota conta anche i 18 punti di Andrew Wiggins e i 17 di Josh Okogie, oltre ai 14 a testa dalla panchina di Dario Saric e Tyus Jones. Funziona anche il supporting cast di Davis ai Pelicans, visto che Jrue Holiday chiude con 25 punti e 7 assist mentre centra la 21^ doppia doppia stagionale Julius Randle autore di 22 punti e 11 rimbalzi. I Pelicans si fermano così dopo tre vittorie consecutive, mentre tornano al successo i Timberwolves, che così facendo staccano proprio gli avversari di serata in classifica superando anche i Dallas Mavericks ultimi avversari, in attesa di affrontare la trasferta di Philadelphia che li metterà di fronte per la prima volta al polemico ex Jimmy Butler. Da quando Minnesota ha scambiato il giocatore ai Sixers, la squadra – allora di coach Thibodeau e ora di Saunders – ha un bilancio di 17 vinte e 13 perse.

Phoenix Suns-Denver Nuggets 102-93

La NBA è così, può succedere che l’ultima squadra della Western Conference (solo 10 vittorie su 43 partite) batta la prima (28-12): è successo a Phoenix, con i Suns che nonostante l’assenza del loro miglior giocatore – Devin Booker, ancora fuori per dolori alla schiena – cavalcano il massimo in carriera del nuovo arrivato Kelly Oubre Jr. e la doppia doppia della loro star del futuro, la primissima scelta al Draft 2018 Deandre Ayton, autore di 23 punti e 13 rimbalzi. Oubre Jr., che aveva iniziato la stagione a Washington, chiude con 26 punti cui aggiunge anche 11 rimbalzi, altro career high personale, in una gara che i Suns conducono fin dal primo quarto – che li vede piazzare anche un parziale di 10-0 – per poi allungare sul +16 nel secondo e fino al +18 nel terzo. Un 9-0 dei Nuggets che riporta gli ospiti a -7 con meno di cinque minuti da giocare è tutta la reazione di cui è capace la miglior squadra NBA, in una serata storta messa in evidenza dalle cattive percentuali di tiro (il 38.6% dal campo) ma soprattutto dall’alto numero di palle perse, ben 17, da cui i Suns ricavano 26 punti. Guidata da Oubre Jr. e dai 14 punti di Richaun Holmes, la panchina di Phoenix produce 49 punti contro i soli 25 di quella di Denver, che tra i titolari ha invece Nikola Jokic in doppia doppia a quota 21 punti e 10 rimbalzi e Malik Beasley con 21, mentre Jamal Murray incappa in una serata stortissima al tiro chiusa con solo 4/17.

Utah Jazz-Chicago Bulls 110-102

Donovan Mitchell torna a segnare (terzo trentello consecutivo), sembra assomigliare sempre di più a quello dello scorso anno e Utah d’incanto torna a vincere con continuità – cinque successi nelle ultime sei – ritornando a ridosso della zona playoff, a mezza partita soltanto di distanza dai Los Angeles Lakers ottavi. I 34 punti del loro leader, con anche 6 assist, 6 rimbalzi e 4 triple a segno, guidano i padroni di casa che hanno anche la doppia doppia del solito, solidissimo Rudy Gobert, che ai 15 punti con 16 rimbalzi aggiunge anche 8 assist, massimo in carriera, e 16 punti di Kyle Korver, che la sera dopo il sorpasso di Steph Curry ai danni di Jason Terry, supera anche lui “The Jet” e diventa il quarto giocatore nella storia NBA per numero di triple a segno (2.284). Sono però i due canestri consecutivi di Joe Ingles (16 punti per lui) e Royce O’Neale (11 rimbalzi, career high) a spegnere definitivamente le speranze dei Bulls, sotto di soli 5 punti nei minuti finali. Chicago ha 21 punti da Zach LaVine e 16 da Lauri Markkanen ma manda a libri la sua settima sconfitta in fila.

Orlando Magic-Boston Celtics 105-103

A volte ci si dimentica di quanto talento ci sia in NBA anche nelle squadre più insospettabili. E così può capitare che la difesa dei Boston Celtics non riesca a trovare un modo per fermare Terrence Ross, uno che ha fatto della discontinuità il suo tratto caratteristico, ma che “quando si accende è davvero difficile da fermare”, come detto da coach Stevens indicandolo come il giocatore che ha cambiato la partita. L’ex Raptor ha segnato 18 dei suoi 25 punti solamente nel secondo tempo portando i suoi al +9 quando mancavano meno di due minuti alla fine, ma i padroni di casa hanno dovuto sudarsi la vittoria fino all’ultimo permettendo agli ospiti il tiro per pareggiare la sfida. A prenderselo è stato Jayson Tatum, che ha mancato il bersaglio, e non Kyrie Irving, che dopo la gara sembrava ancora furente per la decisione presa da Gordon Hayward sulla rimessa, pur non volendo fare troppa polemica: "Jayson aveva un buon tiro a disposizione [non proprio, era decisamente contestato, ndr], passiamo alla prossima domanda". Irving ha chiuso con 25 punti di cui 10 tutti dalla lunetta negli ultimi 4:31, leader di un quintetto tutto in doppia cifra con Marcus Morris a quota 17 e Tatum a 16. Dall’altra parte invece per i Magic, arrivati alla seconda vittoria stagionale contro i Celtics, ci sono i 28 punti con 12 rimbalzi di Aaron Gordon, che dopo la partita ha mandato un messaggio alla sua città: "Alla prossima partita in casa coi Celtics spero di vedere più tifosi che tifano per noi".

Miami Heat-Memphis Grizzlies 112-108

Sarà pure la sua ultima stagione in NBA, ma Dwyane Wade sa ancora come si vincono le partite. E questa volta, invece di farlo con un canestro o con una giocata in attacco, ci è riuscito in difesa. Il numero 3 dei Miami Heat prima ha stoppato un tentativo di sottomano di Shelvin Mack e poi è andato a chiudere il possesso conquistando la palla a due alzata dopo aver battagliato per recuperarla, indirizzando il pallone verso Josh Richardson che ha poi chiuso i giochi dalla lunetta. “Se non avessi vinto quella palla a due sarei stato delusissimo da me stesso” ha detto Wade, a pochi giorni dal suo 37esimo compleanno. Ne ha molti di meno Justise Winslow, ma piano piano sta maturando anche lui: sono stati i suoi 26 punti a guidare gli Heat nel successo sui Grizzlies, leader di altri sei compagni in doppia cifra di cui quattro in uscita dalla panchina. I padroni di casa sono riusciti a evitare di sprecare un vantaggio che a metà terzo quarto era di +13, subendo la rimonta degli ospiti guidati dai 24 punti di JaMychal Green e i 22 di Mike Conley. “Abbiamo avuto le nostre opportunità, ma hanno fatto un paio di giocate più di noi” il commento di coach Bickerstaff, con i suoi che sono ormai scivolati al penultimo posto nella Western Conference dopo aver perso 18 delle ultime 25 partite.

Sacramento Kings-Charlotte Hornets 104-97

La trasferta a Ovest degli Charlotte Hornets sta andando esattamente come ci si aspetterebbe da una squadra che lontano da casa fa enormemente fatica: un vero disastro. A Sacramento è arrivata la quarta sconfitta nelle cinque partite finora disputate in questa trasferta da sei che si concluderà a San Antonio, portando il loro record stagionale in trasferta a 5-15 e a un bruto 2-11 contro le squadre della Western Conference. Neanche i 31 punti di Kemba Walker (ma con 3/12 da tre) sono serviti a coach Borrego per evitare la terza sconfitta in fila, crollando nell’ultimo quarto sotto i colpi di un parziale da 10-0 firmato soprattutto da Bogdan Bogdanovic, miglior realizzatore dei Kings a quota 22 punti. Insieme a lui ci sono i 2 a testa di Buddy Hield e De’Aaron Fox, oltre che la doppia doppia da 12+12 di Willie Cauley-Stein per propiziare quella che è la decima vittoria su 13 partite disputate dai Kings contro squadre della Eastern Conference. Se solo fossero sull’altra costa, il loro posto ai playoff sarebbe pressoché assicurato, mentre al momento si ritrovano con una gara di distanza all’ottava posizione occupata dai Los Angeles Lakers.