Parte fortissimo Team Giannis, con "The Greek Freak" e il suo compagno ai Bucks Khris Middleton subito protagonisti. Il vantaggio tocca anche i 20 punti ma grazie al tiro da tre (35/90) e ai canestri nel quarto decisivo di LeBron James e Kevin Durant è proprio la squadra della superstar dei Lakers a portarsi a casa la vittoria
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Team LeBron-Team Giannis 178-164
Due schiacciate e un canestro di Giannis Antetokounmpo danno il via alla partita delle stelle 2019, e sono tutti del greco i primi 6 punti della sua squadra, mentre porta la firma di Kawhi Leonard il primo canestro di Team LeBron (suo l’assist). Il capitano che viene dai Milwaukee Bucks marchia a fuoco l’avvio del 68° All-Star Game, segnando 12 dei primi 19 punti del team che porta il suo nome con un perfetto 6/6 dal campo. In una ideale staffetta marchiata Bucks, a raccogliere il testimone dalle mani di Antetokounmpo è il suo compagno all’esordio tra gli All-Star Khris Middleton, che manda a segno tre triple su tre possessi consecutivi accompagnati da altrettanti sorrisi (è il primo giocatore a far parte di una partita delle stelle dopo essere transitato dalla G League). Se Kevin Durant e Kawhi Leonard sono i giocatori che cercano di tenere in partita Team LeBron, arrivano tutti dagli avversari i volti del primo quarto NBA, perché dopo la coppia dei Bucks è il momento di Dirk Nowitzki, che entra in campo per il suo (ultimo?) All-Star Game e manda a bersaglio le prime due triple che chiudono il primo periodo sul 53-37. Il tedesco apre con un altro canestro dall’arco anche il secondo quarto, un quarto che nei minuti finale vede i primi squilli anche del capitano della squadra in maglia nera, LeBron James, che manda a bersaglio sei punti in fila per cercare di tenere a contatto i suoi. Dopo essere stati sotto anche di 18, infatti, “King” James e compagni chiudono il primo tempo a -13 (95-82) con quattro giocatori in doppia cifra (Kevin Durant il top scorer della squadsra in maglia scura con 13 punti, poi Klay Thompson, LeBron stesso e Kawhi Leonard), mentre dall’altra parte la coppia di Milwaukee la fa da padrone, con 20 punti e 10/12 al tiro di Giannis Antetokounmpo ma 17 (con 6/8 e cinque triple a segno) anche di Khris Middleton (Paul George è l’unico altro giocatore in doppia cifra a quota 14).
Il secondo tempo regala spettacolo con la rimonta di Team LeBron
Con i tiri da tre punti in rapida successione di James Harden, Klay Thompson (due), Damian Lillard (almeno due metri dietro l’arco) e Bradley Beal, Team LeBron costruisce un parziale di 19-2 che riavvicina le due squadre, fino al -3 per gli “scuri”. Ed è proprio la point guard dei Blazers che con altri due canestri dalla lunghissima distanza impatta prima a quota 124 e poi sul possesso successivo a quota 127 la gara, che sul finire del terzo quarto ritorna quindi in perfetto equilibrio e anzi, il terzo periodo, si chiude addirittura con Team LeBron avanti di uno (132-131, grazie a un canestro di Ben Simmons a 39 secondi dalla fine). L’ultimo quarto inizia con due magie di Steph Curry in rapidissima successione: un gioco da 4 punti per il fallo di Klay Thompson sul suo tiro da tre e poi un gancio mancino in corsa al tabellone. Forse “geloso” del suo compagno agli Warriors – ma qui avversario – Kevin Durant decide di prendersi il palcoscenico a metà quarto quarto: sono sue due triple che provano a lanciare Team LeBron, cui reagisce ancora un Antetokounmpo che non ci sta e vuole vittoria e premio di MVP (5 punti in fila per lui, che sale a quota 36). L’allungo della squadra in maglia scura – fino alla doppia cifra di vantaggio, 168-158 – porta però la firma proprio del capitano che gli dà il nome, ovvero il 23 dei Lakers che prima segna da tre in faccia a Joel Embiid e poi va in cielo a raccogliere l’alley oop del suo ex compagno ai Cavs Kyrie Irving. È l’allungo decisivo, coronato dagli ultimi due canestri – uno da tre, uno dal mid-range – ancora di Kevin Durant, che nel quarto decisivo – in cui segna 11 punti – mette le sue mani sul premio di MVP, guidando alla vittoria Team LeBron con 31 punti e 10/15 al tiro compreso un ottimo 6/9 al tiro. Dei 10 giocatori in doppia cifra nella selezione con la divisa scura, ce ne sono alla fine 20 con 6/12 da tre per Klay Thompson e 19 a testa per LeBron James e Kawhi Leonard, mentre dall’altra parte solo la sconfitta nega a un Giannis Antetokounmpo da 31 punti, 11 rimbalzi e 5 assist il titolo di MVP. Con 20 punti a testa, Paul George e Khris Middleton sono i migliori marcatori alle sue spalle, mentre chiude con 17 punti su 23 tiri (e un inusuale 4/17 da tre punti) Steph Curry.
Kevin Durant MVP
Come al solito di poche parole (e anche abbastanza scontate) la superstar dei Golden State Warriors quando è chiamato a ritirare il premio dalle mani del commissioner NBA Adam Silver in mezzo al campo dello Spectrum Center. “Loro sono partita davvero forti, segnavano senza sosta, tutti i tiri entravano – dice degli avversari di serata, Team Giannis – ma poi quando è entrata in campo la nostra second unit è arrivato il nostro momento di segnare, grazie ai canestri pesanti di Bradley Beal e Klay Thompson – ma anche Damian Lillard nel terzo quarto – che ci hanno permesso di rimettere in piedi la partita”. Durant mette l’accento “sul grande numero di campioni in campo su un solo parquet, conta poco che siano divisi tra Est e Ovest o in due squadre capitanate dai giocatori”, dice. Poi è il tempo di regalare un raro sorriso alle telecamere e alzare al cielo il trofeo per le foto di rito: è il secondo titolo di MVP della partita delle stelle per lui, dopo quello vinto nel 2012 a Orlando (36 punti con 14/25 al tiro all’epoca per lui). Nel post-partita il n°35 degli Warriors parla dei “bragging right” – la possibilità di vantarsi con i compagni – che questa vittoria gli regala nei confronti di Steph Curry: “Anche se lui ha segnato una gran tripla per un gioco da 4 punti subendo fallo proprio da Klay Thompson, per cui mi sa che anche se noi abbiamo vinto, sentiremo Steph tirare in ballo quel canestro”. Due parole il neo-MVP dell’All-Star Game le dedica anche alla seconda parte di stagione che attende Golden State, chiamata al threepeat: “Il vantaggio che abbiamo sugli altri è la nostra esperienza, il fatto di sapere esattamente quello che dobbiamo fare, sia in difesa che in attacco, di essere familiari uno con l’altro, conoscerci bene sia in campo che fuori. L’unica grande novità è DeMarcus Cousins ma il suo inserimento sta procedendo alla grande. Timori? Dobbiamo solo riuscire a tenere sempre alta la concentrazione, sia all’interno di una singola partita (quando spesso perdiamo troppi palloni) che sul lungo periodo”. E a chi gli fa notare il tweet di Jamal Crawford, che in rete dichiara come Kevin Durant giochi “a un livello completamente diverso dagli altri”, lui risponde pronto col sorriso: “Sono d’accordo con lui”.