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NBA, torna Klay Thompson e si vede: 9/11 da tre, 39 punti, Nuggets travolti dagli Warriors

NBA

Assente nelle ultime due gare, il tiratore di Golden State non perde tempo a ritornare protagonista: segna 27 dei suoi 39 punti nel primo tempo e guida i californiani a un facile successo che rafforza il loro primato nella Western Conference

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VIDEO. GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Golden State Warriors-Denver Nuggets 122-105

Gli Warriors avevano già battuto sonoramente i Nuggets una volta, questa stagione (142-111 a Denver): da subito è stato chiaro che sarebbe stata un’altra serata difficile per gli uomini di coach Malone. Golden State parte 20-6 e all’intervallo è già sopra di 17 punti, 67-50: il merito è soprattutto di un Klay Thompson che dopo aver dovuto saltare le ultime due gare evidentemente non vedeva l’ora di tornare in campo. Il n°11 di coach Kerr segna 27 dei suoi 39 punti nel solo primo tempo, in una gara chiusa con un clamoroso 9/11 da tre punti (per Thompson si tratta dell’undicesimo trentello stagionale, ma anche dell’ottava volta in cui va all’intervallo già con almeno 20 punti). Al resto ci pensa un supporting cast che – se si tratta degli Warriors – conta soltanto All-Star: Kevin Durant ne porta in dote 26, Steph Curry si ferma a 17 con 7 assist ma anche 7 perse e DeMarcus Cousins gioca forse la sua  gara più completa da quando è sulla Baia, chiusa con 13 punti, 6 rimbalzi, 6 assist, 6 stoppate e 3 recuperi. “Una prova d’orgoglio”, la chiama Steve Kerr quella della sua squadra, reduce dalla peggior sconfitta interna degli ultimi cinque anni (contro Boston), e in effetti per i Nuggets le uniche note positive arrivano dalla panchina, che surclassa quella dei padroni di casa (58-23, guidata dai 17 punti a testa di Monte Morris e Malik Beasley – Nikola Jokic è il migliore tra i titolari con solo 16 punti e 5/10 dal campo) ma che non impediscono a coach Malone di giudicare duramente ma in maniera onesta gli equilibri in campo: “Sono più forti di noi – dice – se non fosse stato per le nostre riserve oggi ci avrebbero umiliato”. Non un buon viatico ai playoff, dove Denver si annuncia come una delle principali antagoniste degli Warriors: se vuole davvero esserlo, qualcosa deve cambiare. E Michael Malone lo sa.