Guidati dai 27 punti e 17 rimbalzi di Kawhi Leonard, i Toronto Raptors rimontano per due volte 15 lunghezze di svantaggio e vincono gara-6, chiudendo la serie contro i Milwaukee Bucks. Sono le prime finali NBA nella storia della franchigia canadese, che affronterà i Golden State Warriors
Tutte le NBA Finals in diretta esclusiva su Sky Sport a partire dalla notte tra giovedì 30 e venerdì 31 maggio alle 3.00
Quando poco meno di un anno fa Masai Ujiri decise di licenziare coach Dwane Casey e sacrificare DeMar DeRozan per mettere al loro posto Nick Nurse e Kawhi Leonard, si è preso un rischio. Calcolato, ma pur sempre un rischio. Un allenatore rookie e una stella reduce praticamente da una stagione saltata e con la fortissima possibilità che si trattasse di un affitto di un solo anno. Se le cose fossero andate male, i Raptors sarebbero implosi e avrebbero dovuto ricominciare tutto da capo. Se fossero andate bene, invece, senza più l’ombra ingombrante di LeBron James a dominare la Eastern Conference, avrebbero potuto arrivare a giocarsi il titolo. E tra le due alternative, i Raptors hanno pescato la seconda: battendo i Milwaukee Bucks in gara-6, la franchigia canadese ha completato la rimonta da 0-2 nella serie per staccare il biglietto per le finali NBA, le prime nella loro storia. Un’impresa straordinaria arrivata al termine di una partita in cui “rimonta” è stata la parola chiave: per ben due volte i Raptors sono andati sotto di 15 lunghezze rispetto ai Milwaukee Bucks, arrivando agli ultimi due minuti del terzo quarto sul -12. Da lì in poi però Leonard ha firmato un parziale di 10-0 in cui ha segnato 8 punti e assistito gli altri due, mentre nell’ultimo periodo i suoi compagni hanno allungato il mega parziale fino al 26-5, suggellato da una schiacciata torreggiante di Kawhi sopra l’inutile intervento di Giannis Antetokounmpo. Era il momento che la Scotiabank Arena attendeva per esplodere, anche se poi ha dovuto soffrire fino all’ultimo complice l’ultimo disperato tentativo dei Bucks, tornati per due volte sul -1 grazie a un super Brook Lopez. Ogni volta, però, o la difesa di Toronto è riuscita a fermare l’attacco a metà campo di Milwaukee (la vera chiave su cui è girata la serie) oppure in attacco i Raptors hanno trovato canestri cruciali, come una tripla dall’angolo di Marc Gasol per il +4 a 3:50 dalla fine, l’unico tiro da tre segnato da Leonard su 8 tentativi a 3 minuti dalla fine (con rimbalzo prima sul ferro e poi sul tabellone, sulla falsariga del tiro decisivo contro Philadelphia) e un canestro da rimbalzo d’attacco di Pascal Siakam dopo una stoppata clamorosa di Antetokounmpo su Leonard. Giocate cruciali su cui i Raptors hanno costruito il loro successo, scatenando la festa al termine di un ultimo minuto di gioco interminabile per via delle interruzioni e dei replay da controllare.
Leonard superstar con Siakam e Lowry, VanVleet ancora infallibile
Inevitabile che a prendersi le copertine sia Kawhi Leonard, che ancora una volta ha disputato una partita da miglior giocatore della Eastern Conference chiudendo con 27 punti, 17 rimbalzi, 7 assist, 2 recuperi e 2 stoppate in 41 minuti sul parquet. Non una partita perfetta, come testimoniano le 6 palle perse, le 7 triple sbagliate e anche 3 inusuali tiri liberi sbagliati, ma una prova di forza mentale e fisica speciale nel momento più difficile, caricandosi i compagni sulle spalle nel decisivo finale di terzo quarto e firmando le giocate più importanti del quarto finale nonostante i continui raddoppi della difesa di Milwaukee. Insieme a lui ci sono i 18 punti di Pascal Siakam, i 17 con 8 assist di un chirurgico Kyle Lowry e i 14 del solito, infallibile Fred VanVleet, che segnando 4 delle 5 triple tentate ha portato il suo totale a 14/17 da tre punti da quando è nato suo figlio Fred Jr. (dopo che nelle precedenti 14 gare aveva tirato 5/35). I Raptors hanno vinto perché sono stati mentalmente più forti degli avversari, prima ancora che tecnicamente o tatticamente: finiti per due volte sotto di 15 lunghezze, hanno sfruttato il momento giusto per ribaltare l’inerzia della partita e portarla dalla propria parte, con tutta la squadra che ha assorbito l’atteggiamento equilibrato di Leonard per farlo suo. La ricompensa sono le prime finali NBA nella storia della franchigia, da cominciare in casa nella notte tra giovedì e venerdì alle 3.00 contro i Golden State Warriors.
Delusione Bucks, crollano le percentuali dopo il primo quarto
Per i Bucks rimane la tremenda delusione di essere finiti dalla parte sbagliata della storia. Gara-6 ha ripercorso l’andamento dell’intera serie: una partenza sprint sia all’inizio del primo che del terzo quarto, arrivando per due volte in vantaggio di 15 punti, ma anche l’incapacità di chiudere bene i quarti decisivi, specialmente il secondo e il terzo. Quel 10-0 in due minuti a metà secondo tempo, in particolare, ha tagliato le gambe a una squadra che aveva ritrovato fiducia nel corso della frazione, guidata dai 21 punti con 11 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e 3 stoppate di Giannis Antetokounmpo. Il greco ha però vissuto l’ennesima serata storta al tiro della sua serie, chiudendo con 7/18 dal campo (2/5 da tre punti) e soprattutto con 5/10 ai liberi, pur essendo l’unico titolare a terminare la gara con un plus-minus positivo di +3. Insieme a lui altri cinque compagni in doppia cifra a partire dai 18+9 di Brook Lopez (11 nella frazione finale) e i 14 di Khris Middleton, ma alla fine i peggiori timori su questi Bucks si sono rivelati reali: non appena il ritmo della gara è calato (mettendola sui binari della sfida a metà campo, decisamente più favorevoli ai Raptors), l’attacco di Milwaukee si è inceppato e non si è più ripreso. Dopo un primo quarto chiuso con il 57% dal campo, nel resto della gara Antetokounmpo e soci hanno segnato solamente un tiro su tre con 6/25 dalla lunga distanza. Decisamente troppo poco per vincere in trasferta su un campo del genere: per i Bucks si prospetta ora un’estate molto calda, con tre titolari da rinnovare in Lopez, Middleton e Brogdon e altri membri della panchina in scadenza (Hill e Mirotic, con il secondo non schierato in questa partita). Ci sarà tempo, ma bisognerà imparare molto da questa serie.