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Mercato NBA, Rick Barry: "Durant via da Golden State? Non capisco: ora tiferò contro"

NBA

La leggenda degli Warriors, che in California ha vinto da MVP delle Finals il titolo del 1975, commenta l'addio di Durant: "Arrabbiato? No. Però confuso sì"

LA MAGLIA N°35 DI KEVIN DURANT VERRA' RITIRATA

LA CONFERMA "HOLLYWODIANA" DI THOMPSON A GOLDEN STATE

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Prima che Kevin Durant venisse incoronato MVP delle finali NBA in maglia Golden State Warriors tanto nel 2017 che nel 2018, l’ultimo giocatore a riuscirci era stato Rick Barry, che non a caso vede il suo n°24 pendere dai soffitti, ieri della Oracle Arena, domani del Chase Center. E così l’Hall of Famer che nel 1996 è stato inserito tra i 50 giocatori più forti dei primi 50 anni NBA si è sentito in dovere di dire la sua sul trasferimento di Kevin Durant ai Brooklyn Nets, e sul suo addio a una franchigia, una città e una squadra che aveva scelto tre anni fa, per iniziare il “prossimo capitolo” della sua carriera, come scritto in prima persona al tempo su The Players Tribune. “Arrabbiato con KD? No – sgombra subito il campo da equivoci Barry – ma di sicuro sono un po’ confuso”. Una confusione che spiega così: “Personalmente non riesco a capire perché abbia preso una decisione del genere, mi piacerebbe che un giorno possa spiegare perché abbia voluto lasciare la situazione in cui era. Quella di far parte di una delle più grandi squadre di tutti i tempi, giocando insieme a grandissimi compagni che possono aiutarti nell’impresa di vincere altri titoli NBA senza essere obbligato a portare da solo sulle tue spalle il peso di un’intera squadra, e poterlo fare in una nuova fantastica arena davanti a tifosi così appassionati è un’opportunità incredibile – per cui mi rimane difficile capire perché abbia voluto andarsene”. Parole comprensibili, soprattutto da parte di chi agli Warriors è stato e rimane legato: non c’è critica verso Durant, tanto meno un attacco personale. Anzi, Barry riconosce il grande impatto avuto dal n°35 sugli Warriors: “Dannazione, come non farlo? Se non si fosse fatto male potremmo facilmente parlare di un giocatore tre volte MVP delle finali in una squadra da threepeat”, fa notare. L’infortunio gli ha tolto questa opportunità, così come lo priverà anche di parecchi mesi di stagione regolare, che sarà invece destinata al recupero fisico: “Gli auguro il meglio – conclude Barry – ma quando ce lo ritroveremo di nuovo in campo da avversario tiferò contro di lui. Mi è dispiaciuto davvero molto per l’infortunio, le mie preghiere sono per una guarigione completa e rapida, non vedo l’ora di vederlo di nuovo in campo”. E magari vedere Golden State prendersi la soddisfazione di battere i suoi Nets.