Dopo le voci dei giorni scorsi, i Los Angeles Lakers hanno deciso di mettere sotto contratto Dwight Howard, che si è liberato dai Memphis Grizzlies. Per il centro un accordo di un anno al minimo salariale non garantito: una scommessa a basso costo per i gialloviola dopo l’infortunio di Cousins
HOWARD: "SONO CAMBIATO, ORA APPREZZO DRAYMOND GREEN"
Alla fine il secondo matrimonio tra Dwight Howard e i Los Angeles Lakers si è consumato davvero, anche se non è dato sapersi se finirà meglio del primo. Secondo quanto riportato da The Athletic e ESPN, i gialloviola hanno trovato l'accordo con il centro per un contratto di un anno al minimo salariale da 2.6 milioni. La notizia, allora, diventa semmai che quei soldi non sono garantiti, dando la possibilità ai Lakers di tagliare il centro senza alcun costo aggiuntivo entro il 7 gennaio se le cose non dovessero girare per il verso giusto. La squadra ha così il coltello dalla parte del manico nei confronti del suo nuovo-vecchio numero 12: il messaggio è chiaro, "comportati da veterano, altrimenti possiamo fare a meno di te". Howard, che si è liberato dai Memphis Grizzlies trovato l'accordo per un buyout, dal canto suo sta facendo del suo meglio per dimostrare di essere cambiato: nell'ultima settimana ha parlato con diversi membri dell'organizzazione sostenendo di aver "toccato il fondo" nella scorsa stagione e di essere pronto a fare tutto quello che serve per vincere, mettendo la squadra al primo posto e il suo ego (che lui sosteneva di aver "ucciso" in un'intervista a luglio) all'ultimo. Secondo quanto scritto da The Athletic, il suo sponsor principale all'interno della franchigia gialloviola sarebbe Jason Kidd, con cui ha giocato nella nazionale americana nel 2007 e nel 2008. Era un altro Howard, uno dei migliori lunghi della NBA e un tre volte difensore dell'anno, ma i Lakers - che lo hanno preferito a Joakim Noah - sperano che tutte le promesse che ha fatto vengano mantenute. E se così non fosse, potranno tagliarlo senza farsi troppi problemi.
Un matrimonio di convenienza per entrambe le parti
Quello tra i Lakers e Howard è un matrimonio che conviene ad entrambe le parti. I gialloviola si sono ritrovati in difficoltà dopo la rottura del legamento crociato anteriore di DeMarcus Cousins, che ha lasciato un solo centro di ruolo in JaVale McGee. Dato che Anthony Davis ha fatto sapere chiaramente di non voler giocare da 5 in pianta stabile, era necessario prendere un lungo in grado di poter giocare insieme a lui e ancorare il pitturato nella lunga regular season che attende i Lakers. Allo stesso modo, però, anche Howard aveva bisogno dei Lakers: se dovesse andare male anche questa avventura dopo tre squadre cambiate negli ultimi tre anni, la sua carriera NBA potrebbe essere ormai al termine. Per convincere i Lakers l'otto volte All-Star si è presentato al campo di allenamento di El Segundo con un giorno di anticipo rispetto al "provino" organizzato, incontrando diversi membri chiave dell'organizzazione (sia dirigenti che allenatori e giocatori, tra cui Davis, McGee e Rajon Rondo) e convincendoli delle sue buone intenzioni. Bisogna comunque sottolineare che già diverse volte in passato Howard aveva detto "tutte le cose giuste", sostenendo di volersi concentrare solo sulle piccole cose (rimbalzi, difesa, stoppate e pick and roll) e di essersi rimesso a posto fisicamente (negli ultimi tre anni ha sempre detto di aver perso almeno 10 chili). Se sarà davvero così lo scopriremo solo nella prossima stagione.