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NBA, Kyrie Irving e i cambi di umore: "È come un artista". Ma Brooklyn ha fiducia

NBA

Un lungo articolo di ESPN ha rivelato le difficoltà dei Brooklyn Nets con la loro nuova stella, specialmente durante la trasferta in Cina nella quale ha smesso di parlare con tutti — allenatori, dirigenti e anche compagni. I suoi repentini e imprevedibili cambi di umore non sono nuovi, ma la franchigia mantiene la calma: "Non è vero niente"

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Quando i Brooklyn Nets hanno messo sotto contratto Kyrie Irving e Kevin Durant hanno fatto uno dei colpi di mercato più sensazionali della storia recente della NBA. E anche se bisognerà attendere un anno per vederli assieme — complice l’infortunio di Kevin Durant —, già solo essersi messi nella condizione di attirare due giocatori di quel calibro la dice lunga sul percorso che hanno affrontato creando una vera e propria cultura di squadra. Ora però arriva la parte difficile: come fare a “vendere” una cultura del genere a due giocatori che hanno già vinto il titolo e hanno raggiunto l’apice del successo facendo le cose in una certa maniera? È una questione che lo stesso coach Kenny Atkinson definisce come “una bellissima domanda, nonché il punto cruciale di quello che ci attende” in un lungo pezzo firmato dalla decana del giornalismo sportivo Jackie MacMullan per ESPN. Nell’articolo si parte dal “patto” di Irving, Durant e DeAndre Jordan durante le Olimpiadi di Rio nel 2016 per giocare assieme in futuro, come poi è realmente accaduto nell’ultima estate, fino ad arrivare allo “scontro” ancora in corso tra il modo di fare dei Nets — con allenamenti lunghi, programmi individuali e un massiccio uso di dispositivi tecnologici — e quello degli All-Star, abituati a fare le cose a modo loro fin da sempre. “Ci deve essere un dare e avere” dice Durant nel pezzo. “A questo punto delle nostre carriere, abbiamo delle routine consolidate. Allo stesso tempo, ho voglia di imparare cosa fanno loro. Bisogna incontrarsi a metà strada”.

I rifiuti di Kyrie e gli atteggiamenti scontrosi nei giorni no

Un atteggiamento che Irving però non ha sempre tenuto. Durante l’estate i Nets si sono ritrovati a Santa Monica per un minicamp di due giorni per raccogliere dati biometrici indossando dei dispositivi tecnologici — una richiesta a cui Kyrie non ha voluto prestare ascolto, dicendo esplicitamente “Io non lo faccio”. Il General Manager dei Nets Sean Marks ha poi detto che successivamente Irving si è convinto e ha partecipato ai test che servono per migliorare le prestazioni dei giocatori, così come i suoi compagni come Spencer Dinwiddie (con cui ha passato una settimana alle Hawaii a luglio) o Caris LeVert (il quale ha ricevuto tanti consigli su come migliorare il proprio crossover) hanno avuto parole di elogio per lui. Ma durante l’ultima trasferta in Cina Irving si è reso protagonista di un paio di atteggiamenti che hanno lasciato interdetti i membri dei Nets: i suoi repentini cambi di umore, infatti, sono ben noti a tutti i suoi ex compagni di Cleveland e Boston, e quando Irving è di cattivo umore chiude completamente ogni tipo di comunicazione — con gli allenatori, i dirigenti e a volte anche i compagni di squadra. A un certo punto Irving durante uno shooting fotografico di squadra sulla Pearl TV Tower in Cina si è rifiutato di togliersi il cappello per le foto, dicendo di toglierlo successivamente utilizzando Photoshop.

Le parole di Durant: "Kyrie è un artista, va lasciato in pace"

I Nets contano su Kevin Durant per gestire questi momenti no di Irving, anche se lo stesso KD - che ha dato via al suo rapporto con Kyrie proprio criticando il suo scarso atteggiamento all'inizio dell'avventura olimpica nel 2016 - ha detto di non voler interferire troppo quando il suo amico attraversa un brutto momento: “Io vedo Kyrie come un artista” ha detto nel pezzo. “Bisogna lasciarlo in pace. Io so quello che dà ogni singola sera perché per lui la pallacanestro è tutto. Ora: potrà essere che altre persone vogliano che gli importi del basket in un’altra maniera, ma lui ha il suo modo di fare. Io rispetto chi è e quello che fa. Ha tutte le intangibles che potresti desiderare da un compagno di squadra ed è un grande giocatore. Perciò io sto con lui al 100% nel modo in cui decide di presentarsi pronto alla palla a due di ogni partita”. Alla fine quello che conta, come detto da Durant, è trovarsi a metà strada: “Non penso che nessuno di noi abbia in mente di spiegare come fare certe cose a giocatori come loro” ha detto Joe Harris, il principale benificiario della “Nets Way” nelle ultime stagioni. “Qui non ci sono ego: giochiamo insieme in maniera altruista. Sono sicuro che Kyrie avrà le sue giornate no, come le avremo noi: ma fintanto che ci sarà un senso di responsabilità tra di noi, siamo tutti sulla stessa barca”.

La risposta dei Nets: “Effetto negativo? Non è vero niente”

Le rivelazioni di ESPN hanno ovviamente tenuto banco nel giorno di allenamento dei Nets. Irving non ha parlato con i reporter, ma lo hanno fatto il suo allenatore Kenny Atkinson e alcuni suoi compagni. “Kyrie ha un impatto negativo sui suoi compagni? Assolutamente falso” ha detto l’allenatore a precisa domanda. “Non è una cosa che ci tocca” ha detto invece DeAndre Jordan. “Kyrie è un bravo ragazzo e non ha fatto niente di negativo: è un mio amico, se lo avesse fatto glielo avrei detto. Io non leggo nulla, a meno che sia Harry Potter o ‘L’Alchimista’. Cosa volete che vi dica? Che Kyrie è una pessima persona, che è lunatico, che non mi piace stare con lui, che è tremendo nello spogliatoio, che è egoista e non mi piacciono i suoi capelli? Tutti noi siamo competitivi e qualsiasi persona al mondo ha i suoi giorni no”. Spencer Dinwiddie, invece, ha sottolineato un altro aspetto della vicenda: “Sinceramente, l’unico incidente che ha avuto strascichi è quello dei Rockets” ha detto la guardia facendo riferimento a Daryl Morey e il suo tweet pro-Hong Kong. “E non aveva niente a che fare con noi”.