Dopo l'intervento subito nelle scorse ore al secondo metacarpo della mano sinistra, il n°30 di Golden State sarà costretto a restare lontano dal parquet almeno fino agli inizi di febbraio, quando verrà rivalutata la condizione del suo recupero. Un enorme problema per i vice-campioni NBA, già in grossa difficoltà in questo avvio di stagione
Uno stringato comunicato degli Warriors complica (di molto) il già claudicante avvio di stagione di Golden State: Steph Curry, operato a Los Angeles a poche ore di distanza dal colpo alla mano sinistra subito nella partita persa contro Phoenix, sarà costretto a restare lontano dal campo nei prossimi tre mesi. Dopo gli esami e la conferma della rottura del secondo metacarpo della mano sinistra, il n°30 degli Warriors si è sottoposto a un’operazione al Cedars-Sinai Kerlan-Jobe Institute di Los Angeles. Un intervento “perfettamente riuscito”, che richiede però un lungo processo di riabilitazione - proprio quello che a San Francisco hanno sperato fino all’ultimo di poter evitare. Golden State infatti, già costretta a salutare Kevin Durant in estate (anche lui gravemente infortunato) e a rinunciare a Klay Thompson per tutta la stagione, perde il pezzo più importante del roster a disposizione di Steve Kerr. Una vera e propria maledizione quella che ha colpito i vice-campioni NBA, che nel giro di pochi mesi ha portato gli Warriors a rivoluzionare la squadra e rivedere al ribasso le proprie ambizioni in questa stagione. Reduce da tre sconfitte nelle prime quattro gare di regular season, per Golden State Curry rappresentava l’unica arma rimasta a disposizione in un roster giovane, inesperto e limitato sotto diversi punti di vista. Senza di lui diventa complicato immaginare Draymond Green e compagni in grado di competere in una Western Conference così agguerrita. Coach Kerr, a margine della larga sconfitta contro i Clippers all’esordio, aveva ribadito: “Quello che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni non è ripetibile, dobbiamo iniziare a capire che le cose sono cambiate. Questa è la realtà NBA”. Mai profezia fu più azzeccata, per una squadra che adesso dovrà trovare nuovi equilibri.