Nonostante un’eccellente prestazione al tiro chiudendo con 33 punti in soli 24 minuti, a Paul George non è piaciuto per niente il suo debutto con gli L.A. Clippers: "Sono stato tremendo. Devo ritrovare un sacco di cose, a partire dalla difesa e riabituarmi alla velocità del gioco. È come se fosse stata la mia prima partita di pre-season"
Per gli L.A. Clippers le prime dodici partite di questa regular season hanno rappresentato una sorta di prologo di quello che realmente sarà: tanti spunti interessanti, certo, ma non necessariamente indicativi. Questo perché l’assenza di Paul George era un asterisco troppo grosso per qualsiasi valutazione realistica — sia in positivo (“Sono già così forti, immagina con Paul George”) che in negativo (“Hanno perso malamente, ma mancava Paul George”). Ora che PG13 ha finalmente debuttato comincia la vera stagione, anche se il suo esordio sul campo dei New Orleans Pelicans va necessariamente preso con l’asterisco dell’assenza di Kawhi Leonard (per il solito “load management” dopo i 41 minuti contro Houston) e Patrick Beverley (rientrato a Los Angeles per un infortunio minore). E lui stesso vuole che si guardi oltre alle apparenze: con i suoi 33 punti e 9 rimbalzi in soli 24 minuti di gioco verrebbe da dire che il suo ritorno è stato in grande stile, chiudendo come miglior marcatore della squadra grazie a un ottimo 10/17 dal campo, 3/5 da tre punti e 10/10 ai liberi. Numeri eccellenti per un giocatore al rientro dopo una doppia operazione alle spalle in estate, ma che non raccontano tutta la storia: “Penso di aver giocato in maniera terribile” ha detto dopo la sconfitta per 132-127. “Ho parecchio da recuperare in termini di difesa e di velocità del gioco. È stata di fatto la mia prima partita di preseason: prendiamola com’è e passiamo alla prossima”.
I problemi nell’ultimo quarto e la "differenza di vedute" con Doc Rivers
Come spesso capita ai giocatori al rientro da un infortunio, George ha cominciato bene la partita e ha finito male: nel solo primo quarto ha segnato 10 punti con 4/7 al tiro, aggiungendo poi altri quattro all’intervallo. Nella terza frazione ha poi provato a cambiare marcia, mettendone 12 e propiziando il 38-24 con cui i Clippers erano andati all’ultimo riposo avanti di una lunghezza. Poi però nell’ultimo quarto i Pelicans hanno messo Jrue Holiday sulle sue tracce e George ha faticato, prendendosi solo due tiri (uno a segno) e commettendo tre palle perse nel “crunch time”, negli ultimi 5 minuti con il punteggio entro 5 punti. “Potevamo vincere stasera, ma ho sbagliato un paio di possessi consecutivi e abbiamo perso” ha detto dopo la gara, di fatto smentendo le parole del suo allenatore Doc Rivers che lo aveva definito “sensazionale” e “ben oltre le nostre aspettative in attacco”. Dopotutto, i Clippers hanno vinto di 7 i minuti con George in campo venendo poi battuti di 12 in quelli in cui è rimasto in panchina.
Gli errori in difesa e i problemi di falli
Sia PG13 che Rivers, però, sono stati concordi nell’individuare il vero problema della serata nella difesa: per sua stessa ammissione George ha sbagliato diverse rotazioni difensive per mancanza di comunicazione con i compagni: “È colpa mia: gli errori che abbiamo commesso sono arrivati perché non ho grande familiarità con i miei compagni” ha detto dopo una gara da 132 punti concessi e 125.7 di rating difensivo, entrambi i peggiori dati stagionali. Secondo i dati di Second Spectrum, George ha concesso cinque tiri non contestati agli avversari di cui tre da tre punti (uno determinante di Kenrich Williams a 29.3 secondi dalla fine sul +3 per i Pelicans), il peggior dato mai registrato da George negli ultimi cinque anni. E a testimonianza delle sue difficoltà ci sono anche i problemi di falli con cui ha dovuto fare i conti per tutta la partita, commettendone quattro nel primo tempo e giocando tutto l’ultimo quarto con cinque a carico. Detto questo, l’ottimismo comunque regna sovrano: “Non vedo l’ora di rivedere i filmati, migliorare la chimica con i compagni e scendere in campo con Pat e con Kawhi” ha concluso PG13. Un desiderio che potrebbe avverarsi già nella notte tra sabato e domenica in casa contro gli Atlanta Hawks — quando davvero comincerà la stagione 2019-20 che i Clippers sperano vada avanti fino a giugno inoltrato.