Il n°30 dei Knicks, tornato in campo a pochi giorni di distanza dalla morte della nonna, ha chiuso con 26 punti a referto - di cui 11 decisivi nel quarto periodo - la sfida vinta contro gli Heat. Un successo dal significato particolare: “Senza di lei non sarei arrivato fin qui"
Julius Randle fino a poche ore dalla palla a due non era neanche sicuro di voler scendere in campo, ancora scosso dalla scomparsa della nonna - una figura che ha pesato molto nella sua vita e nel suo percorso di crescita come uomo e come giocatore di palla canestro. Alla fine però quella contro Miami si è rivelata l’occasione migliore per rendere omaggio alla sua memoria: 26 punti, 11 dei quali nel quarto periodo, raccolti tirando 10/21 dal campo, mandando a segno una tripla e aggiungendo anche 8 rimbalzi e 4 assist al suo boxscore. Il migliore in casa Knicks, un momento e una vittoria emozionante che ha posto fine a una striscia di cinque sconfitte in fila per i newyorchesi. Il primo pensiero alla fine della partita è stato per sua moglie Kendra e suo figlio Kyden, abbracciati con enorme trasporto a bordocampo pochi istanti dopo il suono della sirena - per poi presentarsi con il piccolo in braccio all’intervista post-partita: “Mia nonna ha lasciato un’incredibile eredità e ha segnato la mia vita e quella della mia famiglia. È stato un colpo durissimo, so che lo sarà complicato anche in futuro. Ma questa sera è stata una sensazione speciale, sentivo come se fosse sempre vicina a me durante la gara”.
Tanti lutti in casa Knicks, dalla mamma di Smith Jr. alla sorella di Bullock
Tutti i compagni si sono stretti attorno a Randle al termine della sfida, dedicando un minuto di raccoglimento qualche istante prima della palla a due in ricordo di Annie Page - una delle donne più importanti nella vita dell’ex giocatore di Lakers e Pelicans: “La mia più grande fortuna resta la famiglia: ho una mamma che continua a seguirmi e mia moglie che ha sempre dimostrato di essere forte abbastanza anche per me in questi giorni difficili. Non mi sentivo pronto per giocare, ma con queste persone al mio fianco posso affrontare qualsiasi avversità”. Contro Miami la sua presenza sul parquet è stata in dubbio fino a poche ore dalla palla a due, ma i Knicks sapevano di avere un gran bisogno del suo contributo per provare a vincere contro gli Heat. Un successo che ha interrotto una striscia di cinque sconfitte in fila, in una stagione maledetta sul parquet non solo a livello di risultati, ma anche sul personale per diversi componenti del roster. A New York infatti il gruppo ha dovuto convivere prima con la scomparsa della madre di Dennis Smith Jr. e poi con la tragica morte della sorella di Reggie Bullock - colpita fatalmente in uno scontro a fuoco a Baltimora. “Ho pianto nello spogliatoio per le loro perdite, sono cose che sconvolgono un gruppo intero e non solo il singolo giocatore. È un dolore che in alcune circostanze non riesci a spiegarti”, chiosa Randle.