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NBA, rivoluzione all'All-Star Game: ecco chi ha inventato il 4° quarto senza cronometro

NBA

L'idea di aggiungere 24 punti (dovevano essere 35, sono diventati 24 per rendere omaggio a Kobe Bryant) e mettere un punteggio massimo da raggiungere per vincere è presa da una formula conosciuta come "the Elan Ending". Perché è stato Nick Elan a inventarsi l'idea di un quarto quarto senza cronometro: ecco chi è, e come è nata l'intuizione

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Lo scorso 30 gennaio la NBA ha annunciato una clamorosa rivoluzione nella formula dell’All-Star Game: punteggi indipendenti per i primi tre quarti della gara (in pratica: tre mini-sfide da 12 minuti), poi la scelta di stabilire un punteggio cui arrivare per vincere aggiungendo 24 punti (cifra scelta in onore di Kobe Bryant) al punteggio della squadra in vantaggio alla fine del terzo quarto. Un facile esempio: se il punteggio dopo i tre quarti è 90-86, la squadra che prima arriva a 114 (90+24) vince, facendo così di fatto disputare alle due squadre un ultimo quarto senza cronometro. Una trovata della lega? Niente affatto. È da anni infatti che Nick Elam, attualmente professore di leadership educativa al college di Ball State, ha elaborato questo modalità alternativa di mettere fine a una partita di pallacanestro. L’idea iniziale nacque più di 15 anni fa, nel 2004, quando Elan era ancora uno studente all’università di Dayton. Con i suoi amici stava guardando in tv il torneo NCAA: “Partite spesso bellissime, che però tante volte si spegnevano nel finale, quando si vedeva una pallacanestro davvero brutta: la squadra in vantaggio smette di giocare, quella che deve recuperare fa fallo appena possibile e spezza il ritmo della gara, per mandare in lunetta gli avversari”. Nel 2007 l’epifania definitiva, dopo aver assistito alla gara tra Virginia Tech e North Carolina State, altra partita rovinata nel finale dai falli ripetuti dei giocatori di Virginia Tech: “Perché non fare a meno del cronometro nelle fasi finali delle partite?”. Elam sviluppa l’idea in un testo che trova anche modo di essere pubblicato (“Time’s up for basketball game clock”, il tempo è scaduto per il cronometro dei 24/30 secondi) e negli anni confeziona tre diverse versioni della sua rivoluzionaria idea: niente cronometro in tutto il secondo tempo nella prima di queste versioni, niente cronometro nel quarto quarto oppure – la sua preferita – niente cronometro negli ultimi minuti di gara. La proposta può sembrare soltanto curiosa ma invece inizia a suscitare interesse non solo negli Stati Uniti ma in giro per il mondo. Viene adottata in Egitto, ad esempio, in tornei diversi che vengono disputati in 15 stati USA e dal 2018 fa parte del regolamento anche del Basketball Tournament, competizione con esposizione televisiva che mette in palio 2 milioni di dollari alla squadra vincente. È lì che la formula attira l’attenzione di Chris Paul, che segue con interesse il torneo e che decide di segnalarla al commissioner NBA, Adam Silver: “La conoscevo, avevo seguito un paio di edizioni del Basketball Tournament e mi aveva sempre affascinato”.

I punti da aggiungere al totale terzo quarto: da 35 a 24

Da qui la scelta di sperimentarla all’All-Star Game di Chicago: la prima idea di Silver e soci è quella di aggiungere 35 punti al punteggio della squadra in vantaggio dopo tre quarti. Poi, purtroppo, la tragedia che colpisce Kobe Bryant, la figlia Gigi e le altre sette persone a bordo dell’elicottero schiantatosi a Calabasas. E così i punti da aggiungere da 35 diventano 24, per onorare proprio “The Black Mamba”: “Un omaggio perfetto – dice entusiasta Nick Elam – perché è proprio nel quarto quarto che Kobe dava il meglio di sé, e prendeva nelle sue mani il destino delle partite. Così domenica, alla fine della partita, avremo i migliori giocatori al mondo in campo per dare il loro meglio”. Elam sarà a Chicago a godersi da bordocampo quello spettacolo, perché la NBA – in cambio della libertà di poter adottare la formula pensata e teorizzata dal professore di Ball State – ha scelto di invitarlo a Chicago per essere ospite della lega per tutta la durata dell’All-Star Weekend. Che sarà un fine settimana storico per molti, ma per Nick Elam forse più di tutti.