Draft NBA, Jalen Green salta il college e firma in G-League: guadagnerà 500.000 dollari
FUTUROIl prospetto liceale numero 1 d’America ha deciso di saltare il college e firmare per un nuovo programma di sviluppo nella G-League, la lega affiliata alla NBA. Il 18enne guadagnerà oltre 500.000 dollari bonus compresi oltre a cominciare la sua carriera da professionista: una nuova strada che potrebbe cambiare anche il futuro del college basket
Il nome di Jalen Green magari non vi dirà molto, a meno che non siate grandi appassionati di basket liceale statunitense. Ma è meglio cominciare a conoscerlo, perché la sua decisione di ieri potrebbe cambiare per sempre il modo in cui i giovani talenti della pallacanestro si approcciano alla NBA. Il prospetto liceale numero 1 d’America secondo ESPN, infatti, ha annunciato che non andrà al college ma entrerà invece nella G-League, la lega di sviluppo affiliata alla NBA. Il suo accordo, secondo quanto riferito, varrà oltre 500.000 dollari bonus compresi, venendo inserito in un programma di sviluppo di un anno per presentarsi al Draft del 2021, dove se la giocherà per una delle primissime scelte. "Volevo migliorare come giocatore e prepararmi al meglio per la NBA, perché quello è il mio obiettivo finale" ha detto Green a Yahoo Sports. "Tutto è stato pianificato fin dall'inizio per farmi avere successo. È stata una buona decisione e avrò comunque l'opportunità di andare al college e finire i miei studi, che sono molto importanti per la mia famiglia". L'accordo con la G-League permetterà a Green infatti di avere anche una borsa di studio (si parla del valore complessivo di 125.000 dollari) per l'università quando vorrà intraprendere i suoi studi.
Quanto guadagnerà Jalen Green
Era già successo nel recente passato che un giocatore decidesse di passare un anno nella G-League prima di andare al Draft, ma non con un talento del calibro di Green e soprattutto non con quelle cifre, visto che lo stipendio base di un giocatore della lega di sviluppo è di 35.000 dollari e un giocatore con contratto “two-way” come Tacko Fall guadagna all’incirca 200.000 dollari. Soprattutto, Green non verrà inserito in una squadra della lega di sviluppo che disputa il campionato (ritrovandosi quindi a competere con veterani in cerca di un contratto e che possono vivere male la competizione con un prospetto che guadagna molto più di loro), ma gli verrà creata attorno un sistema di sviluppo in una squadra con altri giocatori in ottica Draft, allenatori professionisti (si fa il nome di Sam Mitchell) e mentori a fine carriera (in grado di indirizzarli al meglio per le loro carriere da pro). A gestire il nuovo progetto sarà l'ex NBA Rod Strickland, mentre a consigliare la famiglia di Green è il decano degli agenti Aaron Goodwin.
Le ripercussioni per NCAA e lega australiana
La mossa potrebbe avere grosse ripercussioni sia per il mondo della NCAA (che si ritroverebbe così a non avere i migliori giovani d’America nelle proprie università) che per la lega australiana, che negli ultimi anni aveva “portato via” due prospetti del calibro di LaMelo Ball e RJ Hampton con il loro programma “Rising Stars”. “Il programma della NBL è allettante” ha detto Shareef Abdur-Rahim, ex giocatore NBA e capo della G-League. “Ci sono stati ragazzi americani che sono andati in giro per il mondo a giocare e la nostra comunità NBA ha dovuto mettersi in viaggio per vederli. È controintuitivo. La NBA ha il miglior sistema di sviluppo del mondo e quei giocatori non dovrebbero andare da un’altra parte per migliorare. Dovrebbero rimanere nel nostro sistema”. Con le trattative tra la NBA e l’associazione giocatori in fase di stallo per quanto riguarda l’eliminazione della regola del “one and done” (cioè che un giocatore deve aver lasciato il liceo almeno da un anno prima di dichiararsi per il Draft), questo accordo di Green rappresenta una nuova alternativa per quei giocatori che non vogliono passare per il college (dove le regole impediscono di guadagnare denaro) ma allo stesso tempo preferiscono rimanere negli Stati Uniti, assumendo un agente e cominciando la propria carriera professionistica ad esempio firmando accordi di sponsorizzazione con marchi di scarpe. Green, ad esempio, potrebbe cominciare a guadagnare milioni di dollari già dal prossimo anno firmando con uno dei brand di spicco del mercato — cosa che non potrebbe fare andando al college.
Come funzionerà la squadra di sviluppo e il ruolo del coronavirus
Non è ancora chiaro dove giocherà la squadra di sviluppo (anche se la promessa alle famiglie dei giocatori è quella di non mandarli in piccoli mercati: secondo Shams Charania sarà in California, di cui Green è nativo), ma si fanno già i nomi di chi potrebbe seguire Green nel comporla. Tra questi c’è l’All-American Isaiah Todd, posizionato al numero 13 della top-100 di ESPN tra i liceali degli USA e venuto meno al suo impegno con l’università di Michigan a ottobre. Altri prospetti che non hanno ancora annunciato il loro futuro sono Makur Maker, Karim Mane e Kai Sotto, che potrebbero anche loro decidere di passare in G-League — anche se con stipendi minori rispetto a Green, anche nell’ordine dei 250.000 dollari. Per raggiungere quelle cifre comunque i giocatori dovranno disputare partite contro le altre squadre di G-League (nell’ordine delle 10-12, tra cui lo Showcase annuale) anche se non conteranno per la classifica finale, oltre che affrontare nazionali straniere, partecipare a campus nelle accademie NBA in giro per il mondo, a iniziative di solidarietà e beneficienza nelle comunità e a programmi di preparazione per ciò che li attende come atleti professionisti. Tra le motivazioni che hanno spinto la lega di Adam Silver a realizzare questo investimento ora c’è anche la situazione legata al coronavirus, con la prossima stagione di college ancora in dubbio (quando potranno riaprire i campus? Quando e come si potranno allenare i giocatori universitari?) e i viaggi in giro per il mondo attualmente fermi o quasi. Per questo mantenere i futuri Zion Williamson e Ja Morant della lega nel proprio paese, e ancor meglio in un percorso gestito direttamente dalla NBA, è diventato di primaria importanza, evitando che si ripetano casi come quelli di Ball e Hampton. “Sono un po’ geloso della NBL” aveva detto Adam Silver a ESPN quando Hampton aveva annunciato il suo passaggio in Australia. “Parlando con Abdur-Rahim dovremo riuscire a creare un nostro percorso verso il professionismo, in modo tale che un giovane americano che non vuole andare al college possa rimanere negli Stati Uniti”. Ora quel percorso esiste, e potrebbe cambiare tutto.