
NBA, i Big-3 non vincono sempre: i più famosi e forti a non esserci riusciti
Avere a disposizione tre All-Star ormai è diventata una condizione necessaria per vincere il titolo NBA: senza non si va da nessuna parte, ma anche avendoli non è detto che si riesca a raggiungere il traguardo. Ne siano da esempio questi terzetti scelti da Bleacher Report: tanto promettenti, ma mai in grado di arrivare al fino in fondo

LARRY NANCE, BRAD DAUGHERTY E MARK PRICE - CLEVELAND CAVALIERS (1988-1994) | Non ci fosse stato Michael Jordan di mezzo, a fine anni ’80 erano la loro la squadra più talentuosa e promettente, pronta a spiccare il volo e dominare la lega. Poi però è arrivato “The Shot” nel 1989 e non sono bastati sei anni insieme per riuscire a rendere i Cavaliers competitivi fino in fondo

Molto amici anche fuori dal parquet, Nance e i suoi due compagni giocarono insieme l’All-Star Game sia nel 1989 che nel 1993). Peccato che delle sei cavalcate playoff fatte insieme, cinque siano terminate con una sconfitta contro i Bulls. L’infortunio alla schiena di Daugherty che lo ha costretto al ritiro a 28 anni ha fatto poi il resto, rendendoli un progetto incompiuto

JOHN STOCKTON, KARL MALONE E JEFF HORNACEK - UTAH JAZZ (1994-2000) | Se si parla di terzetti che non sono riusciti a trovare il proprio compimento a causa delle sconfitte contro Jordan, è impossibile non fare riferimento a Stockton, Malone e Hornacek - che spesso e volentieri sono stati fermati sul più bello dalle magie del campione dei Bulls

Immaginare All-Star e Hall of Famer di quel livello senza neanche un titolo NBA vinto fa una certa impressione, nonostante i numeri titoli personali conquistati: essere in tre non è sempre sinonimo di successo

PEJA STOJAKOVIC, CHRIS WEBBER E VLADE DIVAC - SACRAMENTO KINGS (1998-2004) | Giocatori di età e in momenti della carriera profondamenti diversi tra loro, ma che per sei anni hanno rappresentato l'anima dei Kings - sempre pronti a lottare per andare a caccia del titolo NBA, come accaduto nella famosa finale di conference del 2002 poi persa in gara-7 contro i Lakers

Webber era il faro di quella squadra, il giocatore copertina di un gruppo che in realtà dimostrava di saperli ruotare attorno alla perfezione: quattro stagioni con almeno 55 vittorie in regular season e il ruolo da contender recitato per oltre un lustro. Un sogno visti gli standard attuali dei Kings

STEVE NASH, AMAR'E STOUDEMIRE E SHAWN MARION - PHOENIX SUNS (2004-08) | Il cuore pulsante di una delle squadre più divertenti degli ultimi 20 anni in NBA: le due finali di Conference rendono merito soltanto in piccola parte alle prodezze compiute sul parquet da quei Suns

Steve Nash ha trovato il modo di vincere anche due premi di MVP - andando contro ogni pronostico sensato che lo dava come sfavorito - l'architetto di una squadra che ha cambiato profondamente lo stile di gioco degli anni a venire. Non avranno un titolo NBA in bacheca, ma anche quella è una bella soddisfazione

MARC GASOL, MIKE CONLEY E ZACH RANDOLPH - MEMPHIS GRIZZLIES (2009-2017) | Da titolo forse non lo sono mai stati, ma hanno saputo confermarsi ad alto livello per anni grazie al loro stile unico e inconfondibile di gioco. Per questo Bleacher Report ha deciso di inserirli in questa particolare classifica: come riconoscimento per una squadra unica nel suo genere

In un mondo fatto di star, tiro da tre punti e obiettivi sempre puntati addosso, a Memphis hanno saputo rappresentare al meglio la mentalità operaia della città con il loro "Grit and Grind" - un riferimento a cui non può far seguito che una citazione per Tony Allen, pedina perfetta per completare un ideale gruppo di Big-4

CHRIS PAUL, BLAKE GRIFFIN E DEANDRE JORDAN - L.A. CLIPPERS (2011-2017) | In pochi ricordano quanto fossero perdenti i Clippers prima che questi tre iniziassero a giocare insieme a Los Angeles, mentre in molti hanno ben stampati in mente tutti i fallimentari tentativi di successo ai playoff: qualcosa in post-season è sempre andato storto

KEVIN DURANT, RUSSELL WESTBROOK E SERGE IBAKA - OKLAHOMA CITY THUNDER (2009-2016) | Forse il più grande trio mancato in vetta alla lega (tenendo conto anche dei primi anni con Harden, di cui si può leggere nella foto di seguito) assieme a Stockton-Malone-Hornacek: le Finals del 2012, la rimonta subita nel 2016, tantissime sliding doors che hanno segnato la storia di OKC

Una sola finale NBA (persa) sembra fin troppo poco per una squadra che nel giro di un triennio era riuscita a pescare al Draft ben tre MVP, attorno ai quali era stata messo in piedi un gruppo di ottimo livello: un vero peccato, per tutto ciò che sarebbe potuto essere e che non si è mai realizzato in maniera completa

... E HARDEN? | Sì, la domanda che si fanno tutti guardando la scelta di Bleacher Report: la decisione è semplice, visto che Harden, Westbrook e Durant sono rimasti insieme soltanto per tre anni, mentre con Ibaka le avventure ai playoff sono state sei. Peccato che alla fine il risultato non sia mai cambiato