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NBA, Michael Porter Jr decisivo dopo lo sfogo: 7 punti nell’ultimo minuto di gara-5

IL PROTAGONISTA
©Getty

Michael Porter Jr. si era lamentato davanti alla stampa dello scarso coinvolgimento nel finale di gara-4. Dopo 46 minuti a secco in gara-5, il rookie dei Denver Nuggets è risultato assolutamente decisivo nel finale: prima la tripla del +5 a un minuto dalla fine, poi la stoppata su Ivica Zubac in difesa e infine i quattro liberi della staffa per il successo in rimonta dei Nuggets

Una cosa è certa: con Michael Porter Jr. non ci si annoia mai. Il talentuosissimo rookie dei Denver Nuggets era balzato agli onori della cronaca dopo i suoi commenti al termine di gara-4, quando si era lamentato dello scarso utilizzo offensivo nel finale di gara ("Nella ripresa non ho toccato un pallone: giochiamo solo per Jokic e Murray, non coinvolgiamo nessuno"). In gara-5 il rookie era stato silente nei primi 46 minuti di gioco, prendendosi solo due tiri (entrambi sbagliati) e rimanendo fermo a zero punti. Ciò nonostante coach Mike Malone lo ha tenuto in campo nel finale di gara e alla fine ha avuto ragione: dopo qualche possesso in cui i Nuggets non riuscivano a segnare, Nikola Jokic (su suggerimento di Jamal Murray) gli ha passato il pallone in ala con un vantaggio di due lunghezze a poco più di un minuto dalla fine. Porter, che in quel momento era marcato da Lou Williams, ha approfittato del vantaggio di centimetri nei confronti del diretto avversario e si è preso il tiro senza pensarci troppo, mandandolo a segno come se non avesse fatto altro in vita sua che risultare decisivo in una partita di playoff.

La stoppata, i liberi decisivi e le parole di Malone e Porter

Quelli sono stati i primi punti nella partita di Porter Jr., ma non è stata l’unica giocata decisiva. Trenta secondi dopo infatti ha cancellato un tentativo di schiacciata di Ivica Zubac con una stoppata sensazionale, lui che decisamente non è noto per essere un grande difensore. Non contento, il rookie ha anche segnato quattro tiri liberi della staffa per tenere i suoi avanti nel punteggio, chiudendo il 111-105 con cui i Nuggets hanno tenuto in piedi la loro stagione e mandato la serie a gara-6. “Quello che bisogna amare di Michael è che, o per la sua inesperienza da giovane o per non comprendere a pieno l’importanza del momento, ha sempre una fiducia suprema in se stesso” ha detto coach Malone. “Il ragazzo è un lavoratore indefesso, un vero ‘topo da palestra’. Per ogni tiro che segna in partita ce ne sono migliaia tentati in palestra. Abbiamo fiducia in lui: magari non lo abbiamo trovato molto prima o non ha segnato tanto, ma ogni volta che tira sono convinto che entri”. “In attacco non sono proprio entrato in ritmo, ma non voglio essere conosciuto solo come attaccante, ma come giocatore a tutto tondo” ha detto il diretto interessavo. “Vengo criticato per la mia difesa, ma voglio migliorare. Il mio tiro? Non sarà stata la miglior scelta possibile, ma qualcosa mi ha portato a provarci e l’ho fatto” ha detto con un sorriso.

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Porter: "Le critiche? Cerco di ignorare il rumore esterno"

Le sue giocate nel finale di gara-5 sono servite soprattutto per zittire le tante critiche che sono arrivate nei suoi confronti, anche da altri giocatori NBA come Damian Lillard. “Cerco di bloccare tutto quello che arriva dall’esterno” ha detto Porter. “Continuo a sostenere quello che ho detto, e non lo dico in maniera irrispettosa. Gli allenatori e i miei compagni lo sanno. Ne abbiamo parlato come squadra. Tutti eravamo sulla stessa pagina oggi, senza nessun problema. Rispetto Dame e tutte le superstar che vogliono parlare con uno come me: io voglio ascoltare, non voglio avere un ego gigantesco e pensare di avere sempre ragione. Tutti hanno un’opinione e io le ho ascoltate”. Coach Malone invece ha affrontato la questione in maniera più pratica: “Durante i playoff l’ultima cosa che uno vuole sono le distrazioni: se Michael si sentiva frustrato, sarebbe stato meglio se avesse tenuto quelle conversazioni tra di noi”.

 

Quello che è certo è che i Nuggets sono riusciti a rimettere in piedi una partita e una serie in cui sembravano essere ormai battuti, sotto di 16 a metà terzo quarto così come successo anche nella serie contro i Jazz. Invece di arrendersi, però, Denver ha combattuto e ha strappato la vittoria che li tiene in vita: “Non andiamo ancora a casa, non ci hanno ancora mandati a pescare” ha detto Malone riferendosi al famoso “Gone Fishin’” di Inside the NBA su TNT. “Siamo ancora vivi per giocarci gara-6 e allungare il più possibile questa serie per provare a vincerla. So che tutti sono elettrizzati all’idea dei Lakers contro i Clippers nelle finali della Western Conference, ma speriamo di poter dire la nostra”.

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