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NBA, Riley mette l'asterisco al titolo Lakers: "Con Dragic e Adebayo si andava a gara-7"

NBA
©Getty

Il numero uno degli Heat riconosce la vittoria dei Lakers ma non sa darsi pace per le assenze di Bam Adebayo e Goran Dragic per lunghi tratti della finale NBA. Dimenticandosi però anche le assenze degli avversari playoff di Miami (Indiana, Milwaukee, Boston) nella corsa alla finale degli Heat

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L’asterisco più famoso nella NBA lo ha messo Phil Jackson sul titolo dei San Antonio Spurs nel 1999, stagione accorciata dal lockout (iniziata solo il 5 febbraio). Ora un rivale di Jackson, Pat Riley, prova a fare lo stesso con il titolo appena conquistato da LeBron James e compagni: “Mi piacerebbe vedere come sarebbe andata la serie con le due squadre al completo”, dice il n°1 dei Miami Heat. “I Lakers hanno il giocatore oggi più forte di tutti in LeBron James e Anthony Davis, e chiaramente ci hanno battuto senza se e senza ma. Resterà però sempre un asterisco, perché se avessimo avuto Bam [Adebayo] e Goran [Dragic] al 100% — Goran era il nostro miglior realizzatore nei primi tre turni di playoff — saremmo potuti andare a gara-7”. Un’opinione, ovviamente di parte ma non per questo non rispettabile, ma anche una previsione che ovviamente non potrà mai essere messa alla prova.

Quello che forse Riley dimentica di dire — mentre esalta il lavoro di Erik Spoelstra: “Per me l’allenatore dell’anno” — è che anche i Miami Heat nella loro corsa alla finale NBA hanno approfittato di qualche infortunio (agli avversari) qua e là: gli Indiana Pacers al primo turno hanno giocato senza il loro All-Star Domantas Sabonis (e Jeremy Lamb); Milwaukee ha dovuto fare a meno per la maggior parte della serie contro gli Heat dell’MVP NBA Giannis Antetokounmpo; i Boston Celtics sono stati a lungo senza Gordon Hayward.

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La risposta di Rob Pelinka

In casa Lakers la parola “asterisco” non è passata inosservata, già prima delle parole di Riley, e ad affrontare l’argomento da una prospettiva gialloviola ci ha pensato il general manager della squadra Rob Pelinka. “Per me questo titolo non ha nessuno asterisco — ha replicato — ma una stella d’oro, perché per arrivare fino in fondo abbiamo dovuto fare molto, ma molto più del solito, e credo che questa sia un grande merito da dare al nostro gruppo”.

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