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NBA, Anthony Davis: "LeBron mi ha detto: i Lakers sono la tua squadra"

PAROLE
©Getty

Il futuro dei Los Angeles Lakers dipende da ciò che farà Anthony Davis, la priorità numero uno sul mercato. Tutti però intendono trattenerlo in città, a partire da LeBron James che si è già detto disposto di lasciargli le chiavi della squadra: "È il tuo momento, io posso anche ritirarmi ed essere a posto così"

Non ce ne sono molte di certezze a proposito della prossima stagione. L’unica, forse, è il nome della favorita per il titolo: i Los Angeles Lakers. I campioni in carica non sono privi di difetti o esenti da critiche, ma in questo momento niente e nessuno sembra poter rappresentare una valida alternativa a ciò che James e Davis sono stati in grado di fare nei playoff. Il grado di affidabilità è superiore – in certi casi nettamente superiore – a quello delle altre “coppie” della NBA. L’elenco è lungo. Leonard & George? Deludenti. Murray & Jokic? Non ancora pronti. Harden & Westbrook? Non lo sono da anni. Embiid & Simmons? Come acqua e olio. Doncic & Porzingis? Acerbi. Durant & Irving? Devono ancora giocare insieme un solo minuto. La distanza che le separava dai nuovi Kobe & Shaq da teoricamente colmabile che era è invece divenuta ancora più grande. Per questo Danny Green – che si è appena messo al dito il terzo anello vinto con tre squadre diverse – ha dichiarato a Forbes che i Lakers “possono sicuramente mettere le mani su un altro titolo”, soprattutto perché “se puoi contare su LeBron e AD in fondo non hai bisogno di molto altro per vincere”. Professione di sano realismo, quella del campione NBA 2014, 2019 e 2020. È tutto ciò che circonda James e Davis, il nodo da sciogliere. “La cosa più difficile – dice Green - sarà riuscire a tenere insieme la squadra, perché del roster fanno parte dieci free agent. È questa la parte impegnativa: trovare una soluzione dal punto di vista contrattuale che permetta a tutti quelli che hanno vinto il titolo quest’anno di provare a rivincerlo l’anno prossimo”.

Il messaggio di LeBron a Anthony Davis

Caldwell-Pope, Bradley, McGee e Rondo possiedono la cosiddetta player option per la prossima stagione (la decisione di restare o andarsene è a discrezione del giocatore). La soluzione più probabile è che “escano” dal contratto per poterne firmare uno nuovo – sempre con i Lakers – a condizioni migliori. Howard e Morris, invece, sono free agent in tutto e per tutto, nel senso che una squadra al momento non ce l’hanno. E Davis? Anche l’ex giocatore di Kentucky al momento è artefice del proprio destino, perché anch’egli possiede la player option. Improbabile che decida di andarsene, ora che ha cominciato a vincere; probabile – se non certo – il fatto che punti ad un contratto più lungo e remunerativo. Per raccogliere prima o poi da LeBron James il testimone di giocatore-franchigia. Quando? Impossibile dirlo. A 35 anni – 36 il prossimo 30 dicembre - il numero 23 è un giocatore immensamente più forte e decisivo rispetto a quello che mise piede nella lega 17 anni fa. Anche il più sprovveduto degli scommettitori si rifiuterebbe di giocare contro la sua carta d’identità. Problemi di gelosia tra i due non sembrano essercene. Anzi, AD gode della fiducia totale di LBJ. “Questa è la tua squadra, questo è il tuo momento. Io posso anche ritirarmi ed essere a posto così” sono le cose che LeBron gli ha detto nel corso dei playoff. Un paio di compagni di squadra lo hanno persino definito “il miglior giocatore del mondo”. Possibile, ma improbabile. È LeBron James a decidere cosa si fa o non si fa in campo. E probabilmente anche fuori. Davis è unico, ma è il 23 ad accendere la luce. Negli ultimi giorni si è parlato di un possibile arrivo ai Lakers di Chris Paul o Victor Oladipo, ma in fondo ha ragione Danny Green. La priorità per i Lakers è rinnovare il contratto di Davis, il resto può anche aspettare. La priorità per Davis, però, è di poter giocare ancora insieme a LeBron James.

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