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NBA, Brad Stevens lontano da Boston? "Sono grato ai Celtics, non cerco altri lavori"

CELTICS

La leggendaria panchina dell’università di Indiana è tornata vacante dopo il licenziamento di Archie Miller e uno dei nomi che i tifosi Hoosiers vorrebbero è quello di Brad Stevens, che ha ammesso di esserne onorato: "Quel posto significa tanto per me, ma sono l’allenatore dei Celtics e sono grato delle sfide che ho potuto affrontare negli ultimi 8 anni. Non cerco di lasciare questo lavoro"

Se sei nato a Zionsville, hai giocato a DePauw al college e soprattutto hai allenato a Butler, portando una piccola università a due finali del torneo NCAA consecutive, è inevitabile che il richiamo dello stato dell’Indiana sia fortissimo. Brad Stevens ha vissuto tutta la sua carriera nei confini dello stato dove la pallacanestro è religione, prima di diventare capo-allenatore dei Boston Celtics nel 2013. Ma nonostante i suoi successi sulla panchina dei biancoverdi, tra cui tre finali di conference negli ultimi quattro anni e un’estensione di contratto firmata giusto lo scorso anno, ogni volta che si libera un posto di lavoro di alto livello al college il suo nome viene spesso menzionato. Stavolta, però, a liberarsi è stata la storica panchina dell’Università di Indiana, quella appartenuta a Bob Knight, dopo che Archie Miller è stato licenziato dopo quattro anni di risultati dimenticabili. E chi meglio di Stevens per riportare gli Hoosiers all’antico splendore, centrando delle Final Four che mancano dal 2002 e un titolo nazionale addirittura dal 1987? Nel pre-partita della gara contro gli Utah Jazz coach Stevens ha dovuto rispondere alle voci che circolano ormai da qualche giorno, smentendo che stia cercando un nuovo posto di lavoro ma ammettendo anche che l’Indiana non è un posto come gli altri per lui.

"Il supporto che sto ricevendo vuol dire moltissimo per me. Ho tanti amici in quel posto e tante persone molto importanti nella mia vita, a partire da mio padre. Perciò non farò finta che non significhi molto per me. Come ho già detto in passato, è un’onore" ha detto Stevens. "Ma mi rendo anche conto che sono l’allenatore dei Celtics e che è un’opportunità straordinaria, una sfida fantastica ogni giorno negli ultimi otto anni per cui sono estremamente grato". Stevens ha anche parlato del motivo di cosa significa per lui l’Indiana e IU in particolare: "Ovviamente ho grande affinità con quello stato e la pallacanestro che si gioca lì. Quel posto è una parte enorme che ha modellato la mia passione per il basket, anzi ne è stato il motivo principale. Crescendo in quello stato, so quanto siano importanti il basket e i programmi universitari — e per me IU era tutto”.

Le parole di Tatum su un possibile addio di Stevens

È improbabile vedere Stevens lontano da Boston in tempi brevi, complice l’estensione di contratto appena firmata e il grande successo avuto recentemente. È però anche vero che, rispetto alla “luna di miele” dei primi anni, non essere riuscito a raggiungere le Finali nelle ultime stagioni ha fatto nascere qualche critica nei suoi confronti all’interno della severa tifoseria dei biancoverdi, per quanto la dirigenza lo abbia sempre difeso a spada tratta. A tal proposito, anche la stella della squadra Jayson Tatum non ha alcun dubbio sul suo coach: “Sinceramente non saprei neanche come rispondere alla domanda [su un suo possibile interessamento a Indiana, ndr]. Ovvio, per motivi personali sarebbe figo tornare lì. Ma per quello che ne so, Brad ama il suo posto di lavoro qui. Perciò non ci penso davvero molto”. Stevens ha pur sempre solo 43 anni: c’è ancora tutto il tempo nel lontano futuro per coronare il suo sogno da bambino e riportare gli Hoosiers agli antichi splendori.

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