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Mercato NBA, James Harden e la telefonata di Philadelphia: la risposta dei Brooklyn Nets

il retroscena
©Getty

Due semplici lettere: "No", pronunciate un mese prima della deadline di mercato in quello che è l'unico contatto telefonico tra Sixers e Nets: stando a quanto racconta ESPN è dunque complicato immaginare un cambio di franchigia nelle prossime 72 ore da parte del Barba, anche se il comportamento di Harden resta molto ambiguo

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Lo scorso 11 gennaio il telefono di Sean Marks, general manager dei Brooklyn Nets, è squillato più volte a circa un mese di distanza dalla deadline di mercato - fissata per il 10 febbraio e ormai sempre più vicina. All’altro capo del telefono c’era Daryl Morey, GM dei 76ers a caccia di squadre interessate a mettere in piedi una trade per Ben Simmons. Convenevoli, solite osservazioni formali e poi la domanda: A quale giocatore del nostro roster sei interessato? Ti dico i miei nomi”, fino a quanto l’ex dirigente dei Rockets ha domandato:

“Cosa mi dici di James?”
“James chi?” (visto che in squadra a Brooklyn c’è sia James Johnson che James Harden)
“James Harden”
“No”
.

Questo il botta e risposta riportato da ESPN che, stando alle fonti, è l’unico contatto telefono intercorso tra le due dirigenze nel corso di questa stagione. Oltre a questa telefonata, ovviamente, Philadelphia ha continuato a inviare proposte e richieste per convincere Brooklyn a cedere James Harden - con i Nets intenzionati a non modificare le proprie strategie di mercato e cambiare idea a riguardo. I rapporti tra le squadre restano ottimi, ma a tre giorni dalla deadline appare complicato immaginare che questo scenario arrivi a compimento in poche ore.

Il tasto su cui i Sixers continuano a battere è legato alla mancanza di chiarezza nelle intenzioni di James Harden - impegnato da settimane a ripetere che, nonostante il mancato rinnovo della scorsa estate, la sua intenzione resta quella di lottare con Brooklyn e impegnarsi al massimo nella conquista del titolo NBA. La player option del suo contratto prevista per il 2022-23 però lo mette nella condizione di poter diventare free agent tra pochi mesi (sarebbe la prima volta nella sua carriera NBA) e il comportamento in campo e fuori è stato più volte ambiguo a riguardo. ESPN ha raccontato come il Barba si sia mosso già nelle scorse settimane insieme al suo manager per andare a caccia di un agente con cui valutare tutte le opportunità che potrebbero presentarsi nelle prossime settimane (o giorni) - in vista dell’off-season che potrebbe nuovamente portarlo a cambiare franchigia.

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Diverse fonti non escludono quindi il fatto che il telefono dei Nets possa tornare a squillare anche perché, al netto dei proclami, il GM Morey è convinto che Philadelphia rappresenti uno scenario e una franchigia che interessa al Barba - a caccia di stimoli e soprattutto di una squadra che gli permetta da subito di vincere il titolo NBA che manca nella sua personale bacheca. L’All-Star di Brooklyn è stato desiderato e voluto lo scorso inverno, ma lo stesso Durant - che ha espresso con la dirigenza il suo piacere nel dividere il parquet con il Barba - vuole avere in squadra un James Harden coinvolto e disposto al sacrificio per inseguire il successo. Non è ciò che è accaduto nelle ultime sfide - i Nets sono reduci da otto sconfitte in fila senza l’infortunato KD - con l’ex Rockets prima protagonista di modeste prestazioni e poi rimasto fuori a causa di problemi fisici nelle ultime due gare. Un dato racconta bene il livello di “coinvolgimento” di Harden nel progetto Nets: prima del suo arrivo a New York aveva saltato in totale 39 partite causa infortunio dal 2009 al 2020. Negli ultimi 12 mesi sono state 31: e se fosse un messaggio anche questo? Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime 72 ore.

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