NBA, Sacramento Kings: De'Aaron Fox ha fatto un bel guaio con gli NFT
la storiaDoveva lanciare la sua raccolta di NFT personale, ma dopo aver racimolato quasi un milione e mezzo di dollari di investimento, il progetto di De'Aaron Fox è naufragato e ora tanti investitori potrebbero fargli causa - anche se lui promette di rimborsare tutti, non solo con maglie autografate dei Sacramento Kings
Il mondo dello sport e in particolare quello NBA guarda con grande interesse alle innovazioni e alle possibili novità da proporre ad appassionati e fan - senza disdegnare investimenti che spesso e volentieri si rivelano vincenti. Per questo diversi giocatori stanno esplorando il mondo degli NFT - Non-Fungible Toker - che fa dell’unicità il suo valore. Un’immagine digitale non replicabile alla quale associare una vendita utilizzando criptovalute (e non solo quelle). In fondo è il concetto che sta alla base della moneta che tutti noi comunemente utilizziamo per gli acquisti, ciò che dà valore alle opere d’arte e più ancora a un materiale commerciabile e dall’alto valore come l’oro ad esempio. Fuori dalle questioni economiche e da similitudini in parte inappropriate, De’Aaron Fox ha deciso come altri giocatori di investire in NFT - generandone dei propri da far acquistare agli appassionati. Soldi spesi per acquistare un pezzo unico, che poi può essere rivenduto sul mercato per far fruttare l’investimento. Peccato però che le cose non siano andate come sperato.
L’investimento complessivo da parte dei sottoscrittori è stato di circa 1.5 milioni di dollari: un NFT creato da Fox infatti veniva venduto a 0.085 Ethereum - una delle criptovalute più note - e considerando che nel giorno del lancio dell’iniziativa il valore corrispondente era di circa 250 dollari, si ipotizza che il totale raccolto sia quello per la vendita di quelli che sono stati ribattezzati “SwipaTheFox”. Una campagna partita lo scorso gennaio e naufragata dopo poche settimane. Perché? A spiegarlo è stato lo stesso Fox sui social: “Per lanciare il prodotto ho dovuto affidare alcuni aspetti a dei professionisti della materia, ma non eravamo felici del lavoro fatto e al tempo stesso dell’impegno e attenzione che dovevo sottrarre alla stagione NBA. Questo progetto quindi andrà avanti, ma non posso venir meno all’obbligo che ho preso con i Kings che meritano tutta la mia concentrazione e impegno. Per questo non posso fare altro che rimandarvi al termine della regular season per lavorare a ulteriori sviluppi”.
vedi anche
Assurdo finale a Charlotte: doppio errore di Fox
Fox e la truffa del “tappeto tirato”: nel suo caso però i conti non tornano
La domanda che tutti si pongono adesso è: gli investitori riavranno indietro i loro soldi? Non sembra, ma Fox sta già cercando di andare incontro agli utenti che avevano fatto cospicui investimenti e a quelli che avevano acquistato una sua maglia autografata (dal valore commerciale di circa 100 dollari). Se però il giocatore dei Kings venisse citato in giudizio, diciamo che a quel punto la risposta non dipenderebbe più dalla sua volontà: ancora nessuno ha sporto denuncia, anche perché nel mondo delle criptovalute si tende a sfuggire dai canoni e alle regole “comuni”. Ciò che è stato ipotizzato per Fox è un caso definito “rug pull”: tappeto tirato - che rimanda in maniera visiva a quando una persona tirandoti da sotto i piedi il tappeto ti lascia a gambe all’aria. Fox teoricamente può essere accusato di aver messo in piedi un sistema del genere, ma nel suo caso - a differenza dei comuni truffatori che incassano e poi scappano con il bottino - i conti non sembrano tornare. Perché Fox dovrebbe mettere la faccia e impegnarsi in prima persona in un’impresa truffaldina che lo ha portato a incassare 1.5 milioni di dollari, quando i Sacramento Kings sono disposti a versargli quasi 160 milioni nei prossimi cinque anni? La speranza per il giocatore dei Kings è di non dover rispondere a domande del genere in un'aula di tribunale.