Non poteva esserci debutto migliore in finale NBA per il veteranissimo dei Celtics, che oggi (3 giugno) festeggia i suoi 36 anni. Una gara da 26 punti, con 6/8 da tre punti, lo incorona l'MVP di gara-1. Che Boston vince a sopresa sul campo di Golden State
SAN FRANCISCO - La bellezza di 141 partite di playoff disputate senza mai assaporare una finale NBA. Quando però ne ha avuto l'occasione, Al Horford non si è lasciato scappare la chance di renderla indimenticabile. Gara-1 contro Golden State la chiude con 26 punti, 9/12 dal campo e 6/8 da tre punti, segnando tutti i canestri importanti nel parziale di 17-0 che sciocca gli Warriors e consegna ai Celtics la vittoria in gara-1. Eppure il grande veterano non ha la minima intenzione di prendersi i meriti di una vittoria che lui definisce di squadra: "Tutto merito del movimento di palla in attacco. I miei compagni sono stati bravi a trovarmi - e trovare non solo me, ma anche Derrick White", dice Horford. Ci pensa Jaylen Brown allora a rendere i giusti meriti al suo compagno: "Fenomenale. Abbiamo avuto bisogno di una gara del genere: è quello che vogliamo, che ci guidi con la sua leadership da veterano", dice Brown. "Ha avuto dei buoni tiri, e lo abbiamo spinto a prenderseli. Ci ha guidato alla vittoria". La pensa allo stesso modo Marcus Smart: "Siamo estatici per lui. Al è l'OG [l'Original Gangster], è un esempio per come si comporta, per come si prepara a ogni partita. Nessuno si merita tutto questo più di lui".
Al Horford: una gara-1 da record
Non sono certo parole di circostanza: nessun giocatore all'esordio nelle finali NBA è stato mai capace di segnare 6 triple, e il n°42 di Boston è diventato anche il secondo giocatore più "vecchio" (dopo Chris Paul, 32 punti a 36 anni) a segnare almeno 25 punti al suo debutto nelle Finals. Modo migliore di festeggiare il suo compleanno (oggi) Al Horford non poteva proprio trovarlo. Anche se le cose - lo fa intuire proprio lui - possono ancora migliorare: "Non abbiamo certo giocato la nostra miglior partita: eppure abbiamo trovato il modo di vincere". Ce n'è abbastanza perché anche Golden State possa preoccuparsi.