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NBA, un altro 13 giugno, 3 anni dopo l'infortunio a Thompson: gli Warriors ricordano

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Mauro Bevacqua

©Getty

Gara-5 tra Warriors e Celtics è in programma esattamente a tre anni di distanza (13 giugno 2019-13 giugno 2022) dalla partita che ha chiuso il lustro di successi di Golden State e ha visto l'infortunio a Klay Thompson nella sesta e decisiva gara della serie di finale contro Toronto. I ricordi dei protagonisti e le loro parole su un viaggio lungo tre anni che li ha riportati a giocarsi l'anello

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SAN FRANCISCO - Era il 13 giugno anche allora, solo 3 anni fa. Finali NBA 2019, gara-6. Quella della prima, storica vittoria dei Toronto Raptors. Quella dell'infortunio a Klay Thompson. "Wow, tre anni: il tempo vola", dice lui. "Ho tante emozioni legate a quel giorno. Eravamo vicinissimi al threepeat, un'impresa che non riusciva a nessuno dai tempi di Shaq & Kobe. Poi l'infortunio, i tiri liberi tirati con il legamento rotto, prima che lo staff medico mi dicesse che forse era meglio darmi un paio di stampelle. Non avevo mai avuto un infortunio così grave in tutta la mia carriera, per cui da quel momento per me si è aperta una fase della mia vita sconosciuta". Una fase lunga - 941 giorni lontano dal campo - che vede la sua conclusione ideale con il ritorno in finale, di nuovo in campo, da quel 13 giugno 2019 al 13 giugno 2022, con gara-5 in programma e una serie in bilico. Un anniversario che non lascia indifferente neppure Steph Curry: "L'infortunio a KD, quello a Klay, il nostro tentativo di restare vivi nella serie, ma anche la fine di un'epoca alla Oracle Arena. A pensare che son passati tre anni - con tutto quello che abbiamo dovuto attraversare, soprattutto Klay - il fatto di essere qui oggi porta con sé anche un senso di gratitudine diverso: ora vorremmo vincere per celebrare questo triennio e chiuderlo nel migliore dei modi". 

Kerr: "Ero devastato dagli infortuni a Klay e Kevin"

"Sembra sia passato tantissimo tempo - dice coach Steve Kerr - e io lo ricordo come un periodo strano: personalmente ero devastato dal doppio infortunio a Klay e Kevin, e quella è la sensazione più viva che mi torna in mente. Ci furono le due vittorie consecutive dei Raptors, ma noi eravamo mentalmente esausti da un ciclo di 5 anni di successi. Ora però siamo ancora qui, ed è bello essere tornati su questo palcoscenico". Tre anni dopo - "cambiare tanto per non cambiare nulla", direbbe qualcuno - Golden State è ancora in finale, con Kerr, Curry e Thompson: e al quarto titolo NBA di questo gruppo mancano solo due vittorie. 

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