NBA, Anthony Edwards e il linguaggio omofobo: arrivano le scuse (e forse la multa)
socialIl giovane talento dei Minnesota Timberwolves ha pubblicato su Instagram una storia in cui puntava il dito contro un gruppo di ragazzi gay in maniera volgare e utilizzando un linguaggio omofobo. Un gesto ingiustificabile che ha portato alle scuse immediate da parte di Anthony Edwards, che ora rischia una sanzione anche da parte della NBA
Linguaggio anti-gay e discriminatorio: si potrebbe definire anche in maniera più dura quanto fatto da Anthony Edwards nelle scorse ore sul suo profilo Instagram, dove ha pubblicato una storia (poi prontamente rimossa, ma il danno ormai era fatto) in cui scherzando e ridacchiando con altri dalla sua macchina inquadrava un gruppo di ragazzi gay, apostrofandoli usando parole tutt’altro che amichevoli e facendo riferimento a luoghi comuni. Un gesto che non si può definire neanche di goliardia, ma soltanto come un'enorme mancanza di rispetto e un vero e proprio scivolone a livello comunicativo e di immagine da parte di uno dei migliori giovani talenti dell’intera NBA.
Un errore talmente tanto evidente che non c’è voluto molto per portare lo stesso Edwards a fare rapidamente marcia indietro e chiedere scusa, cercando di recuperare dopo un video difficilmente giustificabile: “Tutto ciò che ho detto è da immaturi, oltre che doloroso e sprezzante: sono profondamente dispiaciuto per quanto accaduto. È inaccettabile da parte mia o di chiunque altro usare un linguaggio così violento e non ci sono scuse per questo. Sono stato cresciuto e allevato per essere una persona migliore di così”. Parole sincere, senza cercare appigli o giustificazioni di sorta: una situazione finita sotto la lente di ingrandimento della NBA che nelle prossime ore potrebbe intervenire multando il giocatore. In passato, sempre per linguaggio omofobo e offensivo nei confronti della comunità gay, furono multati sia Nikola Jokic - 25.000 dollari nel 2018 - che Kevin Durant nel 2021, dopo la diffusione via social di alcuni commenti fatti da KD. Discorso diverso invece per Rajon Rondo, che nel 2015 offese l’arbitro utilizzando un linguaggio del genere e ricevendo una partita di sospensione.