Nell'estate in cui i Jazz hanno perso entrambe le loro superstar - Donovan Mitchell e Rudy Gobert - l'ex point guard della squadra rivela il perché di questo esodo (non nuovo) da Salt Lake City, svelando la sua esperienza personale: "Alle Olimpiadi provavo a reclutare tutti i miei compagni di Team USA: nessuno voleva venire ai Jazz"
L'estate 2022 per i tifosi dei Jazz è stata con ogni probabilità abbastanza traumatica. Prima via coach Snyder, da otto anni sulla panchina della squadra; poi via Rudy Gobert, uno dei migliori difensori NBA; quindi via anche Donovan Mitchell, l'altra superstar, in grande ascesa. E sotto con la ricostruzione - se non da zero, quasi. Una decisione sorprendente per molti, quella del front office dei Jazz, ma forse non per l'ex stella della squadra Deron Williams, tutt'altro che stupito che i due grandi nomi della squadra abbiano voluto cercarsi palcoscenici diversi (Gobert nel Minnesota, Mitchell a Cleveland - peraltro non certo due dei maggiori mercati della lega). "Nella mia carriera ho giocato assieme e sono stato al fianco dei migliori giocatori al mondo. Ho giocato alle Olimpiadi - era sia nella squadra del 2012 (con LeBron, Kobe, Durant, Chris Paul, Carmelo Anthony, Anthony Davis, Harden) che in quella del 2008 (con molti di quegli stessi giocatori più anche Jason Kidd e Dwyane Wade, ad esempio) - e ho provato a reclutarli tutti, ho parlato dei Jazz e dello Utah con ciascuno di loro.
Nessuno fra tutti quei campioni ha mai dimostrato il minimo interesse a voler venire a giocare nello Utah. Era la realtà, per cui ho capito anch'io che avrei dovuto andarmene". Per "D-Will" la destinazione furono i Nets, prima nel New Jersey e poi a Brooklyn (senza grossi successi) ma il punto è un altro: i Jazz saranno sempre condannati, per via del mercato in cui operano, a non attrarre - o a non poter trattenere in città, a Salt Lake City - le grandi superstar NBA? Questo spaventa non poco i tifosi dei Jazz.