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NBA, Shaq e Barkley vanno giù durissimi su Kyrie Irving: "Un idiota"

NBA
©Getty

Durissima presa di posizione delle due ex superstar NBA ai microfoni di TNT: "Su Twitter bisogna essere responsabili - dice Shaq - mentre a Irving non gliene frega nulla di quello che succede". "Andava sospeso o multato", incalza Barkley, che propprio come O'Neal apostrofa con il termine "idiota" la superstar dei Nets

Nell'ultimo episodio di "Inside the NBA", lo show di TNT che vede protagonisti sia Charles Barkley che Shaquille O'Neal, entrambe le ex superstar NBA hanno usato toni durissimi nei confronti di Kyrie Irving, al centro di mille polemiche per il tweet di supporto a un documentario antisemita. "Sono stato uno dei primi a sbarcare su Twitter, e quando ho realizzato il potere di questo strumento ho capito subito che avrei dovuto comportarmi in maniera responsabile", ha raccontato Shaq. "Cercavo di far sorridere le persone, ma la mia formula è sempre stata questa: 60% dei contenuti per farti sorridere, 30% per ispirarmi e il restante 10% qualsiasi cosa mi venisse in mente. Ma bisogna essere consapevoli di quello che stai facendo: alcuni lo sono e altri no, e Kyrie Irving non lo è, perché non gli importa quello che succede dopo un suo tweet. Mi fa male dover stare qui davanti alle telecamere a parlare di argomenti che non fanno bene al gioco; mi fa male dover rispondere a ciò che quell'idiota ha fatto". E "idiota" è un termine che volutamente riprende anche Barkley al termine del suo intervento. 

Barkley non è d'accordo con la NBA: "Andava sospeso"

"Credo che la NBA e Adam Silver avrebbero dovuto sospendere Kyrie Irving, o almeno multarlo - come hanno fatto con il ragazzino di Minnesota [Anthony Edwards] per quel video omofobico su Twitter", l'opinione di "Sir Charles". "Avrebbero dovuto intervenire già dopo il tweet di supporto ad Alex Jones, perché quel tizio è un pazzo. Non ci posso credere che siamo qui e non stiamo neppure parlando di pallacanestro, ma dobbiamo parlare di questo idiota. Quando sei così forte a giocare a pallacanestro com'è lui, quando sei una superstar, la gente ascolta quello che dici", conclude l'ex stella di Sixers e Suns. In controtendenza, a dire il vero, al famoso spot che lo vedeva protagonista da giocatore dal titolo "I'm not your role model", dove rifiutava il ruolo di "modello di comportamento" per le superstar NBA, evidenziando come famiglie e scuola fossero gli ambiti a cui guardare. 

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