Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, Kyrie Irving litiga con un giornalista, la lega condanna i suoi tweet. VIDEO

BROOKLYN
©Getty

Nella sua prima conferenza stampa dopo i tweet di promozione a un film anti-semita, Kyrie Irving ha finito per litigare con un giornalista di ESPN che gli chiedeva di giustificare le sue azioni. Oltre al proprietario dei Nets Joe Tsai, anche la NBA ha condannato "i discorsi d’odio di qualsiasi genere", pur senza riferirsi direttamente ai tweet di Irving — che si è difeso dicendo che non intende tirarsi indietro davanti a quello in cui crede

Sono passati ormai quasi due giorni da quando Kyrie Irving sul suo profilo Twitter ha condiviso il link a un film, "Hebrews to Negroes: Wake Up Black America", tratto da un libro del 2015 considerato come pieno di argomenti anti-semiti. Una decisione della quale gli è stato chiesto conto nel corso della conferenza stampa successivo alla sconfitta interna contro gli Indiana Pacers, al termine della quale ha finito per litigare con un giornalista di ESPN, Nick Friedell, in una clip che ha fatto rapidamente il giro del web. Gli animi si sono accesi dopo l’utilizzo della parola "promozione" in riferimento al film postato da Irving, chiedendo ripetutamente di passare alla domanda successiva per non rispondere ulteriormente sull’argomento.

La condanna della NBA: "Il discorso d'odio non è accettabile"

Dopo il proprietario Joe Tsai, il primo a esporsi pubblicamente contro le parole di Irving, anche la NBA ha diramato un comunicato nel quale — pur non facendo mai riferimento direttamente al giocatore dei Brooklyn Nets — ha espresso la sua posizione sulla vicenda. "Il discorso d’odio di qualsiasi genere è inaccettabile e va contro i valori di uguaglianza, inclusione e rispetto che sono propri della NBA" si legge. "Crediamo che tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere nell’assicurarci che certe parole o idee, incluse quelle antisemite, debbano essere combattute e rifiutate, e continueremo a lavorare affinché tutti i membri della comunità della NBA capiscano l’impatto delle loro parole e azioni".

approfondimento

Irving fa arrabbiare i Nets per colpa di un tweet

Irving non si scusa: "Non ho fatto male a nessuno"

Nonostante il comunicato, la NBA non ha ritenuto di dover comminare una squalifica o una sospensione per Irving, lasciando che fossero i Nets a parlarne direttamente con lui. L’allenatore Steve Nash ha confermato che la franchigia ha parlato della vicenda con Irving, ma lo stesso giocatore non si è scusato esplicitamente per quanto pubblicato. "Non volevo mancare di rispetto a nessun credo religioso" ha scritto su Twitter. "L'etichetta di anti-semita che mi è stata appiccicata non è giustificata e non riflette la realtà o la verità che vivo ogni giorno. Io abbraccio e voglio imparare da qualsiasi percorso di vita e religione". "Ho fatto qualcosa di illegale? Ho fatto male a qualcuno? Ho detto che odio qualche specifico gruppo? Rispetto quello che ha detto Joe Tsai, ma […] non intendo tirarmi indietro su niente di quello in cui credo, considerando le complessità storiche che mi hanno permesso di arrivare fino a qui come uomo nero libero in America. So che diventerò ancora più forte perché non sono solo: ho un'intera armata con me". Irving ha anche parlato della sua condivisione di un video del noto cospirazionista Alex Jones di qualche settimana fa: "Non sostengo nulla di quello che ha fatto Alex Jones su Sandy Hook [il cospirazionista ha perso una causa miliardaria con le vittime del massacro alla scuola elementare sostenendo che fosse tutto inventato, ndr]. Ho condiviso un suo video degli anni ’90 sulle società segrete in America dell’occulto. Ed è vero. Ma non mi identifico né promuovo quello che ha fatto Alex Jones".

approfondimento

Kareem distrugge Irving: "Un comico buffone"