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NBA, quando è troppo, è troppo: sul caso Irving Jaylen Brown se la prende con Tsai e Nike

NBA
©Getty

Al giocatore dei Celtics, vice-presidente dell'associazione giocatori, non è piaciuto né l'ultimo tweet del proprietario dei Nets né le parole del n°1 di Nike nei confronti di Kyrie Irving. E così ha fatto sentire la sua voce per evitare che la condanna (dovuta) alle sue posizioni si trasformi in un processo alla persona

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Le condanne seguite alle uscite sui social di Kyrie Irving sono arrivate unanime da ogni parte, dai suoi colleghi (a partire da LeBron James), dalla sua squadra (con la sospensione di 5 gare decisa dai Nets) e dalla lega (con il comunicato di Adam Silver, che ha voluto incontrare di persona il giocatore). Ora però c'è qualcuno che sostiene - per dirla come dicono loro - che "enough is enough". Ovvero, "quando è troppo, è troppo": Irving è stato sgridato, sospeso e ha chiesto scusa. E per Jaylen Brown - che proprio come Irving è uno dei vice-presidenti dell'associazione giocatori - il rischio ora è che ci si spinga oltre condannando la persona e non le sue parole. Vanno in questa direzione le ultime due osservazioni fatte dalla superstar dei Celtics, che prima ha attaccato Phil Knight, il n°1 di Nike (lo sponsor del giocatore che ha sospeso ogni rapporto) e poi ha avuto da ridire anche su un tweet del proprietario dei Nets, Joe Tsai. Se la decisione aziendale di Nike è assolutamente da rispettare, a Brown non è piaciuto che Knight abbia sostenuto che Irving abbia "superato il limite", con i suoi comportamenti. "Da quando Nike è così attenta alle questioni etiche?", ha replicato polemico il giocatore dei Celtics. 

E lo stesso tipo di reazione l'ha avuta al tweet pubblicato da Tsai. "Kyrie ha ancora del lavoro da fare", ha suggerito il proprietario dei Nets, aggiungendo: "Deve dimostrare alla gente di essere realmente dispiaciuto". Ma Brown non ci sta: "Questo tipo di risposta è allarmante per molteplici ragioni", ha commentato anche lui su Twitter. Insomma, Irving ha scontato le 5 gare di sospensione (ma non è per nulla sicuro che torni in campo a brevissimo), ma le polemiche attorno al caso non accennano a smorzarsi

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