
NBA, da Zion alle seconde linee Lakers: la più grande sorpresa finora di ogni squadra
La regular season NBA ha da poco superato idealmente il primo quarto di stagione, mettendo in mostra un sacco di talenti inattesi, di nuove tendenze e di giocatori che stanno dimostrando di potersi riscattare: The Athletic ha stilato la lista di tutto ciò che potreste aver perso per strada, dei giocatori che sono andati oltre le aspettative, mentre in altri casi - come con i Clippers - c'è qualcuno che ha avuto un riscontro negativo. Quale di questi giocatori/rendimenti era tra quelli che non vi aspettavate?

Scegliere alla chiamata n°16 un giocatore del genere è stato un affare, soprattutto per chi aveva bisogno di un tiratore del genere da affiancare al duo Murray-Young: doppia cifra per punti in cinque delle ultime sette gare, salendo a quasi 25 minuti di media a partita. Il su 38% da tre punti non è un dato anomalo, anzi: può continuare a lievitare. Nonostante sia un rookie pare già pronto a tenere il campo per minuti importanti, se regge a livello fisico è un affare

Nonostante l’assenza di Robert Williams, Boston ha mantenuto una produzione offensiva mai vista prima nella storia NBA. Un dato racconta bene il gap sulla altre: i Celtics producono almeno 5 punti in più su 100 possessi rispetto alla seconda, una distanza superiore a quella che passa tra i Suns secondi i Blazers al 15° posto in classifica. Una voragine che spiega perché i biancoverdi sono la miglior squadra NBA al momento

Due anni di contratto a 20 milioni di dollari complessivi per avere in squadra un giocatore da 12 punti e circa 9 rimbalzi di media a partita: Nic Claxton guida la NBA in percentuale dal campo, top-5 per stoppate e anche una capacità di gestire i possessi non in maniera scontata. Tutto passa dalla forma fisica, ma se regge a questo livello per Brooklyn è un’ottima pedina su cui puntare

In una stagione in salita per gli Hornets, quasi sempre senza l’infortunato LaMelo Ball e con tante assenze di rilievo e un roster apparso da subito incompleto, Dennis Smith Jr. si è ritagliato il suo spazio con 11 gare da titolare e un solido contributo da 9.3 punti di media conditi con 5.7 assist (mai così tanti nella sua carriera). Charlotte nel frattempo continua a perdere, ma questa è un’altra storia

A Chicago serviva qualcuno che riuscisse a rimpinguare il bottino raccolto dai giocatori in uscita dalla panchina, provando a compensare le difficoltà a rimbalzo della passata stagione e trovando dei leader carismatici in grado di tenere la barra dritta quando le cose non vanno per il meglio: Goran Dragic e Andre Drummond stanno assolvendo nel migliore dei modi a questi compiti

CLEVELAND CAVALIERS | LA CAPACITÀ DI DONOVAN MITCHELL DI INSERIRSI ALL'INTERNO DEL NUOVO SISTEMA

Non tanto e non solo l’impatto da All-Star, ma a sorprendere è stata soprattutto la predisposizione di Donovan Mitchell di mettersi al servizio della squadra e di integrare il suo gioco in maniera altruistica con Darius Garland: si conoscono da poco ma in queste settimane sono loro una delle principale ragioni per cui i Cavaliers si sono confermati come una delle migliori squadre a Est

A Dallas sapevano di doverlo "scolarizzare", ma dopo due anni di apprendistato, i texani sono pronti a raccogliere i frutti di un giocatore dall'atletismo fuori dal comune anche in un ambito come quello NBA, che sta riuscendo ad avere impatto in ogni singola occasione in cui mette piede in campo. Peccato che tanti altri non riescano a dare una mano a Luka Doncic...

Le sue medie restano impressionati - oltre 22 punti a partita, viaggiando praticamente in tripla doppia - mantenendo un ruolo chiave e gravitazionale nell’attacco della squadra del Colorado, ma la cosa importante in questa stagione era fare spazio a Jamal Murray e Michael Porter Jr.: sono loro che possono far fare ai Nuggets il definitivo salto di qualità. Un’ottima notizia per coach Malone

Scelta n°7 al Draft 2020, dopo due anni di estrema difficoltà ad adattarsi a un contesto NBA, Killian Hayes sta provando a fare togliersi di dosso il marchio di peggior guardia per percentuale al tiro. Il jumper dal midrange sta migliorando, con i numeri che restano rivedibili ma i segnali sono incoraggianti: approfittare di queste settimane senza l’infortunato Cade Cunningham potrebbe essere la svolta definitiva

Lo scorso anno Golden State era la seconda miglior difesa NBA, ma in queste settimane la situazione si è complicata non poco: 22° posto con oltre 113 punti concessi su 100 possessi. Una rotazione cambiata a causa delle scelte salariali, un problema a cui stanno cercando di trovare una soluzione: 110 punti concessi nelle ultime 12, risalendo al nono posto e confermando l’ascesa. Per affermarsi in vetta alla NBA c’è bisogno prima di tutto di efficienza nella propria metà campo

Tra le varie combinazioni di giocatori che sono rimasti almeno 30 minuti sul parquet in casa Rockets, nessuno riesce ad avere efficacia come KJ Martin e Tari Eason - giocatori dall’energia contagiosa, dall’ottimo impatto sia in difesa che in attacco e con una prospettiva che porta quasi a dire: perché Houston non li sfrutta più spesso?

Uno dei tanti giocatori che stanno rendendo più del previsto in casa Pacers, in una di quelle squadre in cui la lista delle sorprese sarebbe potenzialmente davvero lunga: secondo The Athletic però nessuno è andato al di sopra delle aspettative quanto Nembhard, che si sta godendo non solo le ottime percentuali al tiro, ma la capacità di leggere gli schemi e incidere come pochi altri all’interno della rotazione di Indiana

Le sorprese non sono sempre positive, anzi: per i Clippers le notizie sono pessime in stagione quando si parla di attacco, con Leonard in campo soltanto per cinque gare e una resa offensiva che latita complice anche l’assenza di Paul George e Luke Kennard. La squadra di Los Angeles non fa mai canestro, detto in parole povere: una situazione a cui dover trovare in qualche modo rimedio, nella speranza di avere tutti a disposizione il prima possibile

Sia Austin Reaves che Lonnie Walker IV non avevano mai giocato così bene da realizzatori nella loro carriera, avendo un resa ben superiore a quanto ci si potesse aspettare da loro: un’ottima notizia per una squadra che ha bisogno di aiuto e che si gode come una sana boccata d’ossigeno le giocate di due talenti che vogliono affermarsi e mostrare il loro reale valore

Memphis è una squadra da playoff, non solo: è un gruppo che riesce a trovare risorse insperate anche da giocatori com John Konchar e Santi Aldama che riescono a fare la differenza e a sgomitare con merito per ottenere spazio e minuti: una franchigia che funziona dà anche possibilità di esprimersi a talenti di questo tipo, che da altre parti faticherebbero molto di più

Dopo un 2021-22 concluso tra alti e bassi anche a causa dei problemi fisici, Kyle Lowry è tornato in campo continuità e in questa stagione non ha saltato neanche una partita degli Heat: non poteva esserci notizia migliore, per un giocatore che viaggia a quasi 15 punti di media e che se dovesse mantenere questo stato di forma potrà tornare a essere un fattore anche ai playoff (saltati neanche a dirlo per infortunio sei mesi fa)

Sono 20 le gare giocate da titolare in questa stagione, numero doppio rispetto a quanto raccolto nei suoi primi quattro anni di carriera NBA combinati: sta raccogliendo il massimo mai fatto registrare per minuti (27.5), punti (9), rimbalzi (2.8), assist (3.5) e palle recuperate (1.4). Il tutto tirando con il 42.3% dall’arco: a Milwaukee serviva un supporto difensivo e invece ha trovato un talento in grado di riportare i Bucks ad avere un’arma in più nella corsa al titolo

Gobert e Towns non stanno dominando il gioco in area come atteso, a rimbalzo Minnesota va meglio del passato ma resta sotto la media (gli esterni dei T’Wolves non prendono un rimbalzo neanche per sbaglio), ma in generale - al netto del grande investimento fatto in ottica futura - le cose stanno migliorando. Lentamente, ma progrediscono: basterà questo per vedere il bicchiere mezzo pieno?

Nonostante Ingram-McCollum-Williamson siano stati assenti in 15 dei primi 21 episodi della stagione, con il quintetto titolare messo in campo soltanto in alcune occasioni (10 al momento), New Orleans non solo viaggia con il sesto miglior attacco NBA, ma ha mostrato una varietà di alternative intrigante. Dovremmo parlare più spesso di una squadra che può dire la sua anche ad aprile inoltrato

Mitchell Robinson sta rientrando da poco dall’ennesimo infortunio, Quentin Grimes è fuori, ma nonostante questo i Knicks sono una squadra dalla pessima e non giustificabile resa difensiva - al 26° posto, tra le peggiori in NBA. E pensare che per anni quella è stata la chiave per le squadre di Thibodeau: cosa c’è che non va? A New York non sono mai stati bravi a risolvere i problemi…

In 20 partite, Shai Gilgeous-Alexander viaggia a oltre 31 punti di media, 6 assist, 5 rimbalzi e quasi un paio odi recuperi: cifre in ulteriore crescita rispetto all’ottimo rendimento dell’anno passato e in linea con quanto fatto registrare in una stagione intesa soltanto da LeBron James e Dwyane Wade - cifre irreali che ben raccontano la sua forza, nonostante il contesto a OKC continui a non aiutarlo in termini di vittorie

Il giocatore più migliorando dell’intera NBA, raccolto nel momento in cui stava uscendo dalla lega da Orlando e rispolverato in una versione clamorosa sia da tre punti, che in palleggio e soprattutto in generale per sicurezza nei propri mezzi e resa offensiva: Bol Bol è un unicorno intrigante, che i Magic vogliono continuare a sfruttare in un roster che sta mettendo a frutto enormi potenzialità

Prima Embiid, poi Harden e infine Maxey: la lista degli infortunati in casa 76ers non è mai stata vuota, ma nonostante questo Philadelphia ha retto, guidata da un inatteso Shake Milton e più in generale da una rotazione che sta dimostrando di essere più profonda del previsto. Ottime notizie in attesa delle sfide decisive in primavera

La squadra in vendita, la proprietà sotto accusa, Jae Crowder fuori squadra, Deandre Ayton scontento, l’infortunio di Chris Paul: a Phoenix è successo di tutto, ma il risultato non è cambiato. I Suns continuano a vincere e non poteva esserci risposta migliore, da parte di un Devin Booker formato MVP e più in generale di un gruppo che da due anni ha una consapevolezza nei propri mezzi da grande squadra

Sono oltre 21 punti di media, con prestazioni anche da 37 e 44, trovando il canestro in ogni situazioni, costruendosi all’occorrenza da solo i tiri, permettendo inoltre a Portland di diventare decente anche in difesa: non tutti avevano ben chiaro in mente quanto potesse incidere Jerami Grant, finito nel dimenticatoio a Detroit ma prezioso sotto molti aspetti in campo

La parola playoff non è più un tabù, anzi: con i loro 120 punti di media i Kings sono una delle squadre più divertenti da guardare quando scendono sul parquet, vincenti dopo un avvio claudicante e determinati a restare tra le prima 10 a Ovest anche ad aprile. La rotazione è più lunga del previsto, sul perimetro sono in tanti a colpire e l'entusiasmo potrebbe fare il resto: saremo di parte, ma siamo anche un po' felici per la risalita di Sacramento

La crescita del giovane talento Spurs nel tiro da tre punti è la chiave per sperare che le cose in futuro possano tornare a girare per il verso giusto - magari con un Wembanyama in più in squadra: Devin Vassell tenta 7.2 triple a partita e le sta convertendo con il 42.3% . Una piccola nota lieta in una stagione da dimenticare per i texani

C’è un dato che racconta bene la capacità di aggressione dell’avversario da parte dei Raptors: in questa stagione giocano una media di 9 possessi in più dei propri avversari, nel mix ideale tra palle perse forzate e rimbalzi in attacco conquistati. Avere così tante occasioni in più fa tutta la differenza del mondo e ti permette di portare a casa vittorie anche quando il tiro non è dei migliori e le percentuali calano. Un lusso enorme per i canadesi che vogliono continuare a essere competitivi

Vincere così tanto non era minimamente in preventivo a Salt Lake City, ma le cose possono cambiare in fretta: i Jazz mettono in mostra la mercanzia per chi volesse continuare a saccheggiare il loro roster e nel frattempo Simone Fontecchio rosicchia punti e minuti in campo. La speranza è che nei prossimi mesi possa diventare lui la sorpresa (per gli altri, non per chi come noi crede da tempo in lui)

Ci permettiamo di dissentire con quanto scelto da The Athletic, visto che noi avremmo premiato lo straordinario avvio di Kristaps Porzingis (con tutto il rispetto per l'impatto della riserva di Washington. La domanda su Bradley Beal e compagni resta: ma sono una squadra da playoff o ancora in fase di rebuilding? Dare una risposta è meno scontato del previsto