"Dev'essere uno sforzo collettivo": le parole di Damian Lillard al suo ritorno in campo dopo la vittoria contro gli Indiana Pacers sintetizzano la stagione dei Blazers. Partiti fortissimi, si sono fermati con l'uscita di scena (per infortunio) del loro leader. Che ora è tornato, convinto che in sua assenza la crescita dei suoi compagni abbia dato una nuova dimensione alla squadra dell'Oregon
Sette sconfitte in otto gare (dopo un avvio con 9 successi nelle prime 12 partite disputate) avevano spento in fretta gli entusiasmi in casa Portland Trail Blazers: da squadra rivelazione (insieme agli Utah Jazz) dell'avvio di campionato, era bastato l'infortunio a Damian Lillard a riportare sulla terra la franchigia dell'Oregon. Di quelle sette sconfitte, infatti, cinque erano arrivate da quando il n°0 dei Blazers si era dovuto fermare per uno stiramento al polpaccio: 7 gare di stop, soltanto due vittorie per la sua squadra. Ma ora Lillard è tornato, e i suoi 21 punti nel successo su Indiana tornano a far sorridere i tifosi di Portland. Ancora di più, forse, un occhio al tabellino della vittoria sui Pacers, perché Lillard non è stato né il primo (Jerami Grant, 28) né il secondo miglior marcatore dei Blazers (Anfernee Simons, 22): "Ho detto a entrambi di non permettere che la mia presenza potesse modificare la loro aggressività in campo", ha raccontato Lillard. "Io avrò sempre il pallone in mano a lungo, per cui le mie opportunità me le costruisco - è quello che ho sempre fatto".
Più importante, invece, che i Blazers non siano più un "one-man show" se vogliono ambire a qualcosa di importante: "Se vogliamo vincere dev'essere uno sforzo colletivo, ed è davvero incoraggiante vedere che stiamo andando in questa direzione". Le cifre lo confermano: Simons - prima dei 22 contro i Pacers - era reduce da una gara da 45 punti nello Utah, l'ultima senza Lillard (dopo averne messi 37 a fine novembre contro i Clippers) e in stagione sfoggia una media punti vicina ai 25 a sera. Lo stesso vale per Jerami Grant, che sta disputando un'annata ai massimi in carriera dal punto di vista realizzativo (22.7 a sera) ma anche per triple realizzate (quasi 3 a partita, con un eccellente 47.3% dall'arco, anche questo suo personale career-high). In questa stagione l'acquisto estivo dei Blazers viaggia a una media punti superiore a giocatori come Zach Lavine, Darius Garland, Jimmy Butler, Brandon Ingram e Karl-Anthony Towns e con lui e Simons (oltre al solito Nurkic) Portland sembra aver trovato - per la prima volta in anni - un supporting cast degno del talento sopraffino di Damian Lillard. Che ora, di nuovo sano, vuole trascinare Portland ai vertici della Western Conference.