NBA, i risultati di oggi: super Giannis va ko, Siakam fa pure meglio, Nets da record

Doppia doppia decisiva da parte di Paolo Banchero, autore di 23 punti e 13 rimbalzi nella settima vittoria raccolta da Orlando nelle ultime otto gare - determinante anche con un super canestro nel finale della sfida conquistata con merito a Houston. Il n°5 Magic di passaporto italiano raccoglie così la 20^ prestazione in stagione da almeno 20 punti su 26 partite NBA giocate finora in carriera: gli ultimi due rookie a mettere insieme cifre del genere sono stati Zion Williamson e Michael Jordan - non può esserci auspicio migliore per la sua carriera

In casa Rockets si fa notare soprattutto Kevin Porter Jr., autore di 31 punti con anche 6 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi, in una serata in cui tira bene dal campo (12/19) e anche da tre punti (5/9). Quattro triple e 21 punti li mette a referto anche il suo compagno di reparto Jalen Green, mentre sono 18 i punti dalla panchina di Kenyon Martin Jr. e 13, con 12 rimbalzi e 6 assist le cifre della gara di Alperen Sengun. Houston però cede la 4^ partita in fila

BOSTON CELTICS-INDIANA PACERS 112-117 | Altra partita disastrosa dei Celtics che perdono di nuovo in casa, andando sotto nel punteggio anche di 30 lunghezze nel primo tempo e risalendo poi in parte nella ripresa, senza riuscire a evitare il terzo ko in fila nonostante un super Jayson Tatum - rientrato dopo l’assenza nel secondo match contro Orlando - le provi tutte per regalare un successo a Boston e approfittare del passo falso dei Bucks

Missione non compiuta da parte di Tatum dunque, autore di 41 punti con 4/11 dall’arco, cinque rimbalzi e quattro assist, motore inesauribile di un gruppo a cui manca l’influenzato Marcus Smart e che non va oltre i 19 punti di un impreciso Jaylen Brown che tira 8/23 dal campo raccogliendo anche 10 rimbalzi. Bene come sempre Malcolm Brogdon in uscita dalla panchina: 18 punti e 7 assist con 5/13 al tiro

Continua invece la sorprendente stagione dei Pacers che si tolgono un’altra grande soddisfazione in questa regular season, con Tyrese Haliburton che prosegue la sua annata da All-Star con una partita da 33 punti, 12/24 al tiro, 6/13 dall’arco e otto assist. Determinante poi nel finale la freddezza di un chirurgico Chris Duarte in uscita dalla panchina: 14 punti in 15 minuti con 4/5 dalla lunga distanza, letale per la difesa Celtics

NEW YORK KNICKS-TORONTO RAPTORS 106-113 | Ci voleva una scossa per i Raptors, reduci da sei sconfitte in fila, e quella è arrivata per mano di Pascal Siakam - scatenato contro i Knicks in un match in cui Toronto tocca anche le 11 lunghezze di vantaggio nel quarto periodo, prima che il parziale da 17-5 lasciasse immaginare non solo il ritorno in partita di New York, ma anche l’ennesima vittoria dei padroni di casa. Due triple di Fred VanVleet, che chiude con 28 punti, hanno però rimesso le cose a posto per i canadesi

Il protagonista assoluto della serata è il già citato Pascal Siakam, che si regala una prestazione da sogno al Madison Square Garden - autore di 52 punti, nuovo massimo in carriera, con 17/25 al tiro, 16/18 ai liberi, nove rimbalzi e sette assist, in parte limitato nel finale dalla difesa Knicks tutta collassata su di lui negli ultimi 12 minuti di gioco. Toronto vince così la prima gara in trasferta dal 14 novembre nonostante uno Scottie Barnes che fatica a trovare ritmo: 1/10 al tiro e due punti con -16 di plus/minus per il rookie dell’anno della scorsa stagione

Si interrompe a otto la striscia di successi Knicks, nonostante le ottime prestazioni offensive raccolto contro Toronto, a partire dai 30 punti di Julius Randle - conditi con 13 rimbalzi, quattro assist e arrivati grazie a un ottimo 13/17 al tiro. Incisivo anche RJ Barrett, autore anche lui di 30 punti con 4/6 dall’arco, mentre Immanuel Quickley ne mette 20 con 7/10 dal campo. La seconda gara in back-to-back al Madison Square Garden è costata casa ai padroni di casa

PHILADELPHIA 76ERS-DETROIT PISTONS 113-93 | Sesta vittoria in fila per i Sixers che approfittano di una serata in cui tutti trovano il fondo della retina - 22 punti e 10 rimbalzi per Joel Embiid, 17 realizzati da Harris, 15 da Harden - per sbarazzarsi senza grossi problemi dei Pistons, con Detroit che invece subisce così il settimo ko delle ultime otto e sprofonda sempre più all’ultimo posto della Eastern Conference (16 punti di Jaden Ivey, 12 di Killian Hayes e 11 per Saddiq Bey)

OKLAHOMA CITY THUNDER-PORTLAND TRAIL BLAZERS 101-98 | Si ritrovano davanti OKC e Portland per la seconda volta in tre giorni e a recitare da protagonista è ancora Shai Gilgeous-Alexander, top scorer dell'incontro a quota 27 (con 6 rimbalzi, 3 assist e 2 recuperi) due giorni dopo aver segnato il canestro della vittoria sulla sirena. Terzo successo consecutivo per i Thunder, mentre i Blazers contano la pessima serata a tiro sia di Lillard (6/19) che di Simons (4/11): il migliore per Portland è Jerami Grant a quota 17 punti 

BROOKLYN NETS-GOLDEN STATE WARRIORS 143-113 | La gara è decisa già dopo i primi 12 minuti, con i Nets (senza Irving) che rifilano un parziale di 46-17 ai campioni in carica (senza Curry, Thompson e Wiggins). All'intervallo Brooklyn è quota 91, e quello di Golden State è il terzo passivo più alto mai incassato da una squadra al termine del primo tempo. Kevin Durant guida nove giocatori (tutto il quintetto più 4 riserve) in doppia cifra con 23 punti cui aggiunge 7 rimbalzi, 5 assist e 4 recuperi. I Nets tirano il 64% dal campo e il 63.6% (!) da tre punti, 21/33

L'unica consolazione per coach Kerr arriva da James Wiseman, che manda a referto la sua miglior gara NBA, firmando un massimo in carriera da 30 punti ottenuto con un quasi perfetto 12/14 al tiro (con anche una tripla a segno, e 5/8 ai liberi). Lo fa uscendo dalla panchina, in 28 minuti di gioco. Da registrare poi i 17 punti a testa di Moses Moody e del rookie Patrick Baldwin Jr. ma c'è poco altro da salvare, non certo la prestazione da 4/17 al tiro (e 1/11 da tre) di Jordan Poole

CLEVELAND CAVALIERS-MILWAUKEE BUCKS 114-106 | Dopo due sconfitte stagionali nei testa a testa con Milwaukee, Cleveland non voleva andare a fondo un’altra volta: motivati sin dalla palla a due, i Cavs volati sul +15 già a fine primo quarto si sono presi con merito il successo reggendo il colpo anche nel terzo quarto (quando di solito, nei primi due episodi di questa regular season, la squadra dell’Ohio aveva iniziato a incespicare). I Bucks si riportano anche sul -5 nel finale, ma non riescono mai a riportarsi in vantaggio

Il motivo per cui Cleveland è diventata una squadra in grado di lottare per i playoff è Donovan Mitchell, autore di 36 punti con sei assist e un 15/16 ai liberi che ben racconta la sua voglia di attaccare di continuo il ferro. Bene anche Darius Garland che ne mette 23, mentre sono 19 e otto rimbalzi per Jarrett Allen, sempre produttivo sotto canestro anche contro avversari ostici come i Bucks. I Cavaliers salgono così sul 22-11 di record, con stesso numero di successi e due sconfitte in più di Milwaukee

Dall’altra parte invece l’ultimo ad arrendersi è Giannis Antetokounmpo, che ritocca a rialzo il suo massimo in stagione: 45 punti con 17/27 dal campo (senza mai andare a bersaglio dall’arco, con un solo tentativo dalla lunga distanza), 14 rimbalzi, quattro assist e un pio di stoppate - uomo solo al comando di un attacco che raccoglie 14 punti da Brook Lopez e poi davvero poco altro, mentre Jrue Holiday veleggia in zona tripla doppia senza portare a casa neanche una doppia cifra (9 punti, 9 rimbalzi e 8 assist)

SACRAMENTO KINGS-LOS ANGELES LAKERS 134-120 | I due parziali centrali, quelli di secondo e terzo quarto, sono decisivi: i Kings fanno 82-60 e chiudono i conti contro L.A., anche in virtù di una grande prestazione del loro quintetto base. Sacramento ha 4/5 dei titolari con almeno 20 punti, dai 26 (con 9/14) di Huerter, ai 20 di Barnes, passando per i 23 con 6 triple del rookie Keegan Murray e ai 22 di Fox

All'appello manca solo Domantas Sabonis, che però potrebbe essere stato il migliore di tutti: per lui una tripla doppia da 13 punti (con solo 8 tiri, 4 segnati), 21 rimbalzi (di cui ben 7 offensivi) e 12 assist. In 37 minuti il plus/minus del lituano è di +20: un'altra grande prestazione dell'ex Pacers che si candida sempre più a un posto per l'All-Star Game

Ai Lakers - che hanno soltanto 22 punti in tutto dalla panchina - non basta il solito, irreale LeBron James. Il "Re" chiude con 31 punti, 11 assist, 6 rimbalzi e 2 stoppate in una serata in cui tira 11/21 dal campo e 9/10 dalla lunetta (unico neo, lo 0/4 da tre). Tutto il quintetto gialloviola va in doppia cifra, ma le assenze di Anthony Davis e Russell Westbrook si sentono: secondo ko in fila per i Lakers

L.A. CLIPPERS-CHARLOTTE HORNETS 126-105 | Tutto facile per i Clippers che dominano contro una delle peggiori squadre NBA in questi primi due mesi abbondanti di stagione, partono forte con il parziale da 37-19 e si portano a casa un successo griffato da ben sette giocatori in doppia cifra e con un quintetto finalmente al completo o quasi: 16 punti e 7 rimbalzi per Kawhi Leonard, 22 punti, 8 rimbalzi e 8 assist per Paul George, 21 punti in uscita dalla panchina per Nicolas Batum - a segno soltanto con i piedi oltre l’arco con un letale 7/10 dalla lunga distanza

Nona sconfitta nelle ultime dieci gare per gli Hornets, che naufragano nonostante un LaMelo Ball che chiude in tripla doppia da 25 punti, 11 rimbalzi, 12 assist e un paio di recuperi con 4/13 dall’arco, mentre Mason Plumlee sotto canestro ne aggiunge 18 con 7/9 al tiro. Charlotte con 8-24 di record, penultima a Est, avvicina così l’ultima piazza attualmente occupata da Detroit a quota 8-26

MINNESOTA TIMBERWOLVES-DALLAS MAVERICKS 99-104 | Si ferma a un rimbalzo dalla tripla doppia un Luka Doncic da 25 punti e 10 assist nella vittoria Mavericks a Minneapolis - arrivata due giorni dopo il ko sempre contro i T’Wolves. Merito anche di un Tim Hardaway Jr., tornato in campo dopo essere guarito dall’influenza e abile ad aggiungere 21 punti al bottino dei texani con 4/10 dall’arco - lo stesso numero di triple realizzate da uno Spencer Dinwiddie da 19 punti. Dall’altra parte 23 punti e 5 assist di Anthony Edwards e poco altro