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NBA, la lega rifiuta la protesta di Dallas per la rimessa contro Golden State

NBA
©Getty

Con una nota ufficiale, la NBA ha reso noto che la protesta intentata dai Dallas Mavericks per una rimessa segnalata male dagli arbitri è stata rifiutata. "Mancavano 14 minuti alla fine della partita e Dallas è tornata due volte in vantaggio negli ultimi due minuti, perciò non sono stati privati di una giusta opportunità di vincere. E anche Dallas ha ammesso che l’arbitro ha segnalato la rimessa in maniera corretta"

Dopo circa 20 giorni di attesa, la NBA ha reso noto che la protesta intentata dai Dallas Mavericks per la sconfitta per 127-125 contro i Golden State Warriors dello scorso 22 marzo è stata rifiutata, confermando quindi la vittoria sul campo dei campioni in carica. I texani avevano protestato ufficialmente per quanto accaduto nel terzo quarto, quando al rientro da un timeout la palla è stata data agli Warriors mentre tutti i Mavs pensavano che fosse loro, permettendo agli Warriors di segnare indisturbati due punti che poi sarebbero risultati la differenza nel punteggio finale. La NBA ha però precisato che non esistevano neanche i presupposti per ripetere la gara, senza entrare nemmeno nel merito: "L'incidente è accaduto con quasi 14 minuti da giocare nella partita e Dallas successivamente è andata in vantaggio per due volte negli ultimi quattro minuti. In queste circostanze Dallas non è riuscita a dimostrare — come richiesto dagli standard della NBA per impugnare il risultato di una partita — di essere stata privata di una giusta opportunità per vincere la partita, perciò la protesta decade già solo per questa mancanza".

La NBA non ha apprezzato particolarmente neanche le parole del proprietario Mark Cuban dopo la gara: "Cuban ha scritto su Twitter che gli arbitri avevano dato possesso a Dallas su quell’azione e poi abbiano cambiato la chiamata nel timeout. Quelle dichiarazioni pubbliche non sono accurate visto che, come scritto anche nella protesta ufficiale da parte dei Mavs, Dallas ha ammesso che il gesto dell’arbitro segnalava il possesso per Golden State. La NBA ha quindi concluso che, sebbene gli arbitri avrebbero potuto gestire meglio questa particolare situazione, non c’erano le basi per porre misure straordinarie come la protesta per il risultato del match".

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