L'allenatore degli Warriors ha parlato a qualche giorno dell'eliminazione al secondo turno playoff per mano dei Los Angeles Lakers. A pesare sull'ezito della stagione, ha spiegato, è stata una 'mancanza di fiducia' all'interno dell'ambiente. "Il caso Green-Poole a inizio stagione ha pesato - ha ammesso - ma se Draymond non resterà con noi non saremo una squadra da titolo"
Steve Kerr è uno abituato a parlare con grande sincerità e schiettezza, ed è quello che ha fatto anche analizzando la stagione degli Warriors a qualche giorno dall'uscita dei playoff. Il più grande problema di quest'anno - ha spiegato - è stata la mancanza di fiducia all'interno del gruppo di lavoro. "Se si perde un po' di fiducia il percorso diventa più difficile, e bisogna ammettere che c'è stata una perdita di fiducia. Ora dobbiamo tornare a quello che ci ha reso davvero una squadra di successo: un ambiente in cui ognuno fa affidamento sull'altro e in cui ci si migliora a vicenda". Kerr non ha nascosto il peso del 'caso' Draymond Green-Jordan Poole durante il training camp. Green sferrò un pugno al compagno (ripreso da una telecamera con le immagini che vennero poi diffuse) e fu allontanato dalla squadra per alcuni giorno. Un episodio che ha in qualche modo segnato la stagione dei campioni uscenti. "Non ci si può nascondere - ha detto l'allenatore - quell'incidente ha giocato un ruolo in come sono andate le cose. E' difficile che una cosa del genere non impatti sulla squadra"
Le prospettive future
Il gesto di Green ha quindi pesato molto sulla stagione, ma da lui dipende ancora il futuro degli Warriors. "Se Draymond non resta - ha spegato ancora Kerr - non siamo una squadra che può lottare per il titolo, lo sappiamo. Lui è troppo importante per vincere e per essere chi siamo. Voglio assolutamente ch resti". Green ha una player option da 27.6 milioni per il 2023-24, e se non la eserciterà diventerà unrestricted free agent. Dopo la sconfitta in gara-6 con i Lakers ha detto di non avere ancora preso una decisione, e di doversi confrontare con il suo agente, Rich Paul. Ma non è l'unica grande questione in ballo: anche l'artefice a livello di dirigenza della dinsatia di Golden State, il GM Bob Myers, deve prendere una decisione sul suo futuro, che - sempre secondo Kerr - avrà un peso decisivo sul futuro della franchigia. L'altro apsetto su cui gli Warriors dovranno lavorare, ha concluso l'allenatore, è l'integrazione tra veterani e giovani all'intermo del roster, con Poole e Kuminga che non hanno dato l'apporto sperato. "Come in tutti i rapporti umani ci vuole tempo affinché crescano - ha detto Kerr - ma noi dobbiamo lavorare perché accada. Per farlo c'è bisogno che tutti comunichino nel migliore dei modi"