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NBA, i Miami Heat alla 7° sconfitta di fila: ora la crisi è vicina

NBA

Quella maturata nella notte per 105-118 contro i Phoenix Suns tra le mura amiche del Kaseya Center è stata la 7° sconfitta di fila per Miami, la peggior striscia perdente nella storia della franchigia a partire dall'aprile del 2008. Al momento gli Heat occupano il 7° posto nella Eastern Conference, ma il vantaggio sulle inseguitrici continua ad assottigliarsi. I leader della squadra, tuttavia, non mostrano particolare preoccupazione per i risultati deludenti delle ultime due settimane

 

Chris Quinn, Daequan Cook, Ricky Davis, Earl Barron e Mark Blount. Ci sono nomi che nemmeno i tifosi più accaniti degli Heat vogliono o possono ricordare, eppure era questo il quintetto più utilizzato da Pat Riley, all'epoca all'ultimo scampolo della sua avventura in panchina e ansioso di darsi definitivamente al ruolo di dirigente, l'ultima volta che Miami ha perso 7 gare di fila. Era la primavera del 2008 e in quella stagione, funestata dagli infortuni alle stelle della squadra Dwyane Wade e Shawn Marion, gli Heat avrebbero mandato agli annali un record di 15 vittorie e 67 sconfitte. Poco dopo Riley sarebbe passato dietro alla scrivania per lasciare la guida della squadra ad un giovane assistente di nome Erik Spoelstra. Negli ormai quasi 16 anni trascorsi Miami è stata una delle squadre più vincenti di tutta la NBA, portando a casa due titoli e collezionando ben sei apparizioni alle Finals, l'ultima delle quali risalente allo scorso giugno. Eppure, pur essendo i vice-campioni in carica, con la sconfitta maturata per mano di Phoenix nella notte gli Heat sono tornati in qualche modo proprio alla primavera del 2008. Dopo l'ultima vittoria, peraltro di misura 96-95, sul campo di Brooklyn lo scorso 16 gennaio, infatti, Miami ha infilato 7 sconfitte consecutive. Due settimane senza successi che hanno fatto scivolare gli Heat in 7° posizione nella Eastern Conference. Al momento, quindi, i ragazzi di Spoelstra giocherebbero il play-in, proprio come accaduto la scorsa stagione, poi conclusasi con l'incredibile cavalacata terminata solo contro Denver in finale, ma le inseguitrici si stanno avvicinando e il distacco con la parte alta della classifica, quella che garantisce il vantaggio del fattore campo almeno al primo turno dei playoff, si fa sempre più consistente. I leader degli Heat, però, non sembrano troppo preoccupati

Jimmy non si scompone

"Non sono preoccupato" ha dichiarato Jimmy Butler dopo la sconfitta con i Suns, "so di cosa siamo capaci, dobbiamo solo rimanere uniti e tornare a sorridere e competere, soprattutto a difendere, e sono tutte cose che possiamo controllare". Un po' meno tranquillo è sembrato invece coach Spoelstra, che pur premettendo che la squadra ha capito l'urgenza di dover cambiare marcia, ha ammesso che "Non stiamo giocando con la continuità, la durezza e la decisione necessarie. Dobbiamo solo continuare a lavorare, mi prendo le mie responsabilità, ora dobbiamo trovare il modo di vincere una partita. Questo è tutto quello a cui dobbiamo pensare". La fiducia nei propri mezzi, dunque, non sembra essere stata intaccata da queste due settimane in cui gli Heat hanno avuto il peggior record, il peggior attacco e la 28° peggior difesa di tutta la NBA. L'innesto di Terry Rozier, sceso in campo nelle ultime 4 sconfitte della striscia, per ora non ha sortito gli effetti desiderati, ma a South Beach restano convinti che la svolta, per Rozier e per la squadra tutta, sia dietro l'angolo. Anche perché il record attuale (24-23) non è poi tanto diverso da quello di un anno fa (25-22) arrivati a questo punto della stagione. E tutti, a Miami come nel resto della lega, si ricordano cos'è successo dalla primavera in poi.

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