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NBA, Karl-Anthony Towns spiega così il successo di Minnesota: "Io e Edwards? Due leggende"

NBA
©Getty

Il lungo dei Timberwolves paragona la sua coppia con Anthony Edwards a quella formata sul finire degli anni '90 da Stephon Marbury e Kevin Garnett. "Chi lo dice che due leggende non possono convivere? Basta mettere da parte il proprio ego"

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Anche all'ultimo All-Star Game (per quel che vale...) Karl-Anthony Towns non ha mancato di mettersi in mostra, diventando solo il 4° giocatore nella storia della partita a toccare quota 50 punti (con lui Jayson Tatum, Anthony Davis e Steph Curry). Ma il lungo di Minnesota ha fatto parlare di sé anche per le dichiarazioni rilasciate a Rachel Nichols, che una volta di più dimostrano tutta l'enorme fiducia del prodotto di Kentucky nelle sue doti. Parlando del successo dei Timberwolves in questa stagione (39-16 il record alla pausa dell'All-Star weekend, e il primo posto a Ovest) e del rapporto appartentemente senza gelosie con l'altra superstar della squadra, Anthony Edwards, Towns ha dichiarato: "Chi l'ha detto che due leggende non possono convivere nella stessa squadra?". L'uso della parola "leggenda" - per una coppia di giocatori che a 5 anni di distanza hanno convidiviso la prima chiamata assoluta al Draft ma che ancora in NBA non hanno vinto nulla - non ha lasciato indifferenti, ma Towns è andato oltre e per spiegare l'intesa col suo compagno ai T'Wolves ha scomodato altri due grandi del passato della squadra. "Ho parlato a lungo con Kevin Garnett - ha detto - e se si pensa alla sua coppia con Stephon Marbury non vedo perché noi non potremmo raccogliere il loro testimone. Sta a noi mettere da parte i nostri ego e puntare assieme al titolo, perché un anello in questa lega non si vince da soli - a meno che non ti chiami LeBron James", ha dichiarato col sorriso Towns, rendendo così omaggio al "Re". 

Proprio come oggi con Edwards e Towns, nella seconda metà degli anni '90 i Timberwolves erano convinti di avere in casa la coppia di giovani talenti giusta per arrivare in vetta alla lega: dopo solo due stagioni e mezzo, però, Stephon Marbury chiese e ottenne la cessione (ai New Jersey Nets) per avere una squadra da chiamare sua e liberarsi dall'ombra di Kevin Garnett. Rovinando le ambizioni di successo di Minnesota. 

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