Non solo Cooper Flagg: le scelte più interessanti del Draft NBA 2025

LA SCELTA PIÙ FACILE: COOPER FLAGG I Dallas Mavericks avrebbero potuto avere dei dubbi alla numero uno solo se allo stesso Draft ci fossero stati Victor Wembanyama o LeBron James: nel resto dei casi dal 2003 a oggi, con ogni probabilità avrebbero comunque selezionato Cooper Flagg alla 1. È raro che il giocatore più giovane della classe sia anche il più completo nelle due metà campo, senza avere un vero e proprio difetto da poter indicare. Nel suo strepitoso anno a Duke ha infatti sistemato anche tiro e playmaking, mentre la mentalità vincente e l’agonismo non avevano bisogno di alcun accorgimento. LA SCELTA PIÙ DISCUSSA: ACE BAILEY Se già il percorso di avvicinamento al Draft è stato estremamente discutibile, cancellando i provini con qualsiasi squadra, non bisogna neanche dimenticare che Bailey rimane anche un prospetto molto polarizzante. Perché se i lampi di talento fisico e tecnico sono innegabili, altrettanto lo sono i dubbi sul suo gioco in avvicinamento, sulla sua consistenza offensiva, sulla sua comprensione del gioco e sulla sua concentrazione in difesa, oltre alla maturità generale. Utah si aspetta di averlo a disposizione, ma il fatto che il suo agente non abbia voluto commentare a riguardo getta ulteriori ombre sul talento di Rutgers. LE SCELTE PIÙ INTELLIGENTI: SAN ANTONIO SPURS La scelta di Dylan Harper alla 2 è facile tanto quella di Flagg, anche perché gli Spurs non hanno voluto nemmeno ascoltare proposte per lui né tenere a provino nessun altro. Il “premio” viene allora soprattutto per la scelta di Carter Bryant alla 14: anche qui devono ringraziare le squadre davanti che lo hanno fatto scivolare, mettendo nelle loro mani una giovane ala di grande atletismo, di ottimo impatto difensivo e soprattutto di buonissime percentuali da tre — tutti aspetti che torneranno utilissimi attorno a qualsiasi combinazione del quartetto Fox-Castle-Harper-Wembanyama. LE SCELTE PIÙ INCOMPRENSIBILI: NEW ORLEANS PELICANS Nell’immediato post-Draft l’intero mondo della NBA si è chiesto cosa stessero pensando all’interno dei Pelicans quando hanno deciso di cedere la loro prima scelta del 2026 senza alcuna protezione solo per salire dalla 23 alla 13. Non c’è alcuna assicurazione infatti che i Pelicans del prossimo anno siano competitivi, anzi in una Western Conference agguerritissima ci sono grandi probabilità che finiscano in Lottery — anche perché i due giocatori selezionati al primo giro, Jeremiah Fears alla 7 e Derik Queen alla 13, sono due dei peggiori difensori del Draft e si sovrappongono quasi perfettamente a Jordan Poole e Zion Williamson, non esattamente due mastini neanche loro. LA SCELTA PIÙ IMPREVEDIBILE: HANSEN YANG Una scelta così imprevedibile che nemmeno lui se la sarebbe mai aspettata: i Portland Trail Blazers hanno scommesso fortissimo sul centro cinese dalle mani fatate, ma non è da escludere che si trasformi in una delle peggiori mosse dell’intero Draft. Difensivamente infatti ci sono grossi dubbi che Yang possa reggere in NBA, ma soprattutto i Blazers hanno già investito una scelta importante come la 7 di un anno fa su Donovan Clingan, con il quale Yang non può giocare assieme neanche in prospettiva. E questo senza considerare la presenza a roster di Deandre Ayton, Robert Williams III e Duop Reath nello stesso ruolo. LA SCELTA PIÙ ATTESA: DANNY WOLF Immaginate di dover aspettare per tre ore e un quarto per sentire il proprio nome mentre attorno a voi tutti vengono chiamati. Il lungo da Michigan è stato il penultimo a lasciare la Green Room prima di Liam McNeeley, con le telecamere che hanno indugiato a lungo sulla sua frustrazione e successivamente sul sollievo e l’emozione sul volto dei suoi familiari attorno a lui, tutti in lacrime. Una delle scene più memorabili della serata del Draft. LE SCELTE PIÙ STUPEFACENTI: BROOKLYN NETS Era già successo con i Minnesota Timberwolves nel 2009 e con i Sacramento Kings nel 1990 che una squadra avesse quattro scelte al primo giro del Draft, ma mai cinque come i Nets di quest’anno. Ancor più incredibilmente Brooklyn non ne ha scambiata neanche una, mettendosi quindi potenzialmente cinque rookie a roster per il prossimo anno. E anche se pare che Ben Seraf rimarrà al Ratiopharm Ulm in Germania, bisognerà fare spazio a due point guard come Egor Demin e Nolan Traore, oltre all’ala difensiva Drake Powell e al predetto Danny Wolf LA SCELTA PIÙ STILOSA: TRE JOHNSON I ragazzi della classe 2025 si sono dati da fare per farsi notare, ma tra il look a petto nudo di Carter Bryant e le catene al collo tempestate di diamanti di Jeremiah Fears, scegliamo i pantaloni a pinocchietto con calza bianca alta di Tre Johnson, scelto dagli Washington Wizards alla numero 6. E poi Johnson è un tiratore pazzesco in ogni situazione di gioco, che già di suo renderà gli Wizards molto più belli da vedere nella prossima stagione. LA SCELTA PIÙ RIMPIANTA DAGLI ALTRI: KASPARAS JAKUCIONIS Forse qualche dubbio sulle condizioni delle sue ginocchia hanno pesato, ma ci sono ottime probabilità che le altre squadre rimpiangeranno di aver fatto arrivare Jakucionis fino alla numero 20. L’entusiasmo di Pat Riley quando si è reso conto di poterlo selezionare era ben visibile sul volto dell’ottantenne, e in mano a Erik Spoelstra il lituano può davvero dare delle soddisfazioni ai tifosi dei Miami Heat — e qualche incubo a quelli delle altre che lo hanno fatto scivolare così in basso dopo che per lui si parlava anche di Lottery. LA SCELTA PIÙ RAGIONEVOLE: THOMAS SORBER Quando una squadra intelligente come i campioni in carica scelgono al di fuori della Lottery, è molto probabile che prendano la decisione migliore. Sorber, almeno sulla carta, era quello che mancava alla rotazione di OKC: un lungo di statura solida e dalle braccia infinite , ottimo difensore con mani veloci, che prende buone decisioni con la palla tra le mani e che sa come muovere quel corpo in area. Ha quello che serve per diventare il terzo lungo alle spalle di Holmgren e Hartenstein, con cui si integra benissimo. Pollice in alto da tutti i punti di vista. LA SCELTA CON PIÙ POTENZIALE: CEDRIC COWARD I Memphis Grizzlies hanno sacrificato una delle scelte ottenute da Orlando per Desmond Bane per salire dalla 16 alla 11 e prendere… potenzialmente il prossimo Desmond Bane. Coward ha avuto un percorso molto particolare, partendo da Willamette University in Division III e migliorando di anno in anno, tanto che nella prossima stagione avrebbe giocato per Duke. Il suo percorso di avvicinamento al Draft è però andato così bene da convincerlo a rimanere nel Draft: i Grizzlies potrebbero aver preso alla 11 un giocatore che il prossimo anno, con un anno solido a Duke, sarebbe potuto andare anche in top-5. LE SCELTE PIÙ COMPLETE: CHARLOTTE HORNETS Dopo aver sistemato la metà campo offensiva con le scelte al primo giro di due ottimi esterni tiratori come Kon Knueppel e Liam McNeeley , gli Hornets al secondo giro hanno pensato soprattutto alla difesa, aggiungendo Sion James e Ryan Karklbrenner . Due giocatori che possono riequilibrare qualsiasi quintetto attorno a LaMelo Ball e Brandon Miller, dando molte più opzioni a Charles Lee. LE SCELTE PIÙ ENORMI: MINNESOTA TIMBERWOLVES I T’Wolves erano già molto grossi di loro, potendo contare su un reparto lunghi formato da Rudy Gobert , Naz Reid , Luka Gara e Leonard Miller , per non parlare di Julius Randle e Jaden McDaniels. A questi hanno aggiunto anche Joan Beringer e soprattutto Rocco Zikarsky . Ancor prima di doverli affrontare sotto canestro, viene da chiedersi: ma come fanno a starci tutti uno di fianco all’altro in panchina? LA SCELTA PIÙ SOTTOVALUTATA: NOAH PENDA Al primo giro del Draft sono stati scelti altri tre giocatori francesi , ma forse il migliore di tutti rischia di essere scivolato al secondo giro. Alla 32 infatti gli Orlando Magic sono andati a prendersi Noah Penda, giocatore di Le Mans, che ha delle caratteristiche molto interessanti per loro — a partire dalle dimensioni , l’impatto difensivo, la comprensione del gioco e i miglioramenti al tiro. Da tenere d’occhio. LA SCELTA PIÙ ACCULTURATA: MAXIME RAYNAUD A proposito di francesi: alla numero 42 i Sacramento Kings hanno puntato su Maxime Raynaud, forse la storia migliore di tutto il Draft. Raynaud è cresciuto al Charenton, ma a differenza degli altri talenti francesi non è passato all’INSEP perché… preferiva nuotare e giocare a scacchi, oltre che a studiare al prestigioso Lycée Henri-IV di Parigi. Dopo un passaggio al Nanterre dove giocava contro Wembanyama , voleva perseguire una carriera da astrofisico e ha scelto Stanford per motivi accademici e non sportivi, entrando in squadra da walk-on salvo poi guadagnarsi una borsa di studio quando ha capito che il basket poteva essere la strada migliore. Raynaud è migliorato di anno in anno fino a diventare titolare a Stanford e un vero prospetto NBA, tanto da chiudere l’ultima stagione a 20+10 di media grazie a una strepitosa completezza offensiva. LA SCELTA PIÙ EMOZIONANTE: SALIOU NIANG Chiudiamo con la penultima scelta del Draft, quella che ci coinvolge più da vicino. Saliou Niang ha coronato una crescita esponenziale negli ultimi due anni fino a vedersi selezionato alla numero 58 del Draft dai Cleveland Cavaliers, il giusto riconoscimento a una storia eccezionale che vi avevamo raccontato qui. Nato in Senegal ma trasferitosi in Italia a 2 anni, il prodotto di Mandello del Lario sul lago di Como il prossimo anno rimarrà in Europa e la NBA è ancora lontana , ma l’emozione di ieri notte sicuramente non se la scorderà nessuno.

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