Razzoli d'oro, ovvero l'atleta giusto al momento giusto

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Italy's Giuliano Razzoli, left, celebrates his gold medal with silver medallist Ivica Kostelic of Croatia during the ceremony for the men's slalom of the Vancouver 2010 Olympics in Whistler, British Columbia, Saturday, Feb. 27, 2010. (AP Photo/Jin-man Lee)

MARIO COTELLI, l'ex leggendario ct della Valanga Azzurra anni '70 ora opinionista di SKY Sport, racconta i motivi della vittoria del Razzo nello slalom olimpico. "Su certe piste è imbattibile". GUARDA IL VIDEO, LE FOTO, LO SPECIALE E GLI HIGHLIGHTS

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di MARIO COTELLI


Sì, questa è la sola, vera spiegazione. Giuliano Razzoli, ovvero l'atleta giusto al momento giusto. Ecco perché ha vinto un oro straordinario un campione come lui. Come a Zagabria, dove aveva trionfato per la sua prima volta, quest'anno, in Coppa del Mondo. Vancouver, questo tracciato olimpico, era fatto apposta per lui, per le sue caratteristiche di velocista. Ed è un merito straordinario, badate bene: come nel ciclismo c'è quello più adatto a mettere tutti in fila nelle tappe di montagna, che quasi mai è lo stesso capace di vincere allo sprint in pianura, così funziona anche nello sci. Il "Razzo" riscatta lo sci azzurro perché era l'uomo perfetto, il fenomeno di giornata, per una pista come quella canadese.

Se ci fate caso (e io, commentando il testa a testa sul canale SKY dedicato alla discesa "comparata", mi stavo spaventando mentre lui scendeva) Giuliano, nella seconda manche più angolata dello slalom, stava cominciando a perdere centesimi sul croato Kostelic, poi medaglia d'argento. Ha fatto allora tesoro del bottino accumulato nella prima manche, confermando così il teorema. Su certe piste, Razzoli è letteralmente imbattibile. Il vantaggio guadagnato sul tracciato filante l'ha portato dritto sparato all'oro.

Molti, in queste ore, mi chiedono un paragone tra il "Razzo" e Alberto Tomba. A parte il fatto che sono entrambi emiliani, cioè spontanei e passionali. A parte il fatto che entrambi hanno vinto il 27 febbraio ed entrambi (tu guarda i casi della vita) in Canada, ci sono notevoli differenze. Uso una metafora automobilistica per spiegarmi. Alberto è uno sciatore a quattro ruote motrici. Andava ovunque, nessuna pista ne condizionava l'azione vincente. Razzoli no, Razzoli è un velocista appunto. Il gigante, lui, nemmeno lo prende in considerazione. E' più, come dire, monocorde. Speriamo perciò lo migliorino per consentirgli di vincere altre gare. Ma qui sta il punto: sulle piste "facili", non esiste concorrenza in grado di impensierirlo. Handicap, certo, ma anche grandissimo merito, se pensate al flop che (su questa pista) hanno rimediato tutti, e dico tutti, gli altri azzurri.

Ora guardiamo al futuro. Ringraziando anche i Corpi Militari, i veri salvatori dello sci azzurro e dello sport italiano in genere. Un grande bacino di campioni quello dello Sport di Stato, ma non pienamente sfruttato. E' il momento di cambiare: 40 anni fa il sottoscritto voleva tentare un discorso più organico. Ovvero: un solo uomo al comando federale. Tutto in mano a una sola persona, dai campionissimi di prima squadra ai ragazzini delle giovanili. Non se ne fece niente, colpa della "politica" e dei giochini di potere. Ma non voglio annoiarvi con questi pistolotti. Dico solo che l'occasione è propizia. Serve un Direttore generale (da cacciare, ovviamente, se non porta risultati) che sia responsabile, al tempo stesso, di Razzoli e dei quattordicenni alle prime garette. Questo programma ancora non lo vedo. Ma è l'unica soluzione perché il vivaio, nel prossimo futuro, possa riservarci altri meravigliosi Razzoli.