Dal sorriso travolgente di Arianna Fontana al discorso del numero 1 del Cio Thomas Bach. Le Olimpiadi invernali di PyeongChang si sono concluse così
IL RACCONTO DELLE GARE DEL 25 FEBBRAIO
Una festa meno pomposa rispetto a quella della Cerimonia di Apertura, com'è giusto che sia. La tradizionale Chiusura di una Olimpiade assomiglia più ad un sospiro di sollievo: è andato tutto bene, ce l'abbiamo fatta. Anche la musica cambia tono, meno lirica e più ritmata con pure una rivisitazione rock delle "Quattro stagioni" di Vivaldi. Carolina Kostner è la portabandiera di chiusura, fiera di essere tornata nell'élite del pattinaggio mondiale a 31 anni. Niente sfilata in ordine alfabetico, l’Italia fa il su ingresso dentro lo stadio mescolata insieme alle altre nazioni. Nel gruppo degli azzurri a brillare è il sorriso travolgente di Arianna Fontana portata in trionfo: la nostra portabandiera della Cerimonia d’Apertura ha al collo le tre medaglie conquistate e non la smette di esultare. In tribuna la più cercata è Ivanka Trump, inviata dal padre presidente Donald quasi a voler legittimare la decisione USA di inasprire le sanzioni contro la Corea del Nord. La bionda Ivanka è al fianco del presidente (alleato) della Corea del Sud Moon Jae-in e della moglie. Una fila dietro siede il generale Vincent Brooks, comandante delle forze americane in Corea, presenza non casuale. Resta il gelo tra Usa e Corea del Nord, Ivanka mantiene la rigida chiusura messa in atto dal vicepresidente Pence due settimane fa. Non c’è alcun contatto con gli emissari del dittatore Kim Jong-Un che questa volta lascia casa la sorella minore Kim Yo- Jong protagonista nella cerimonia di Apertura. Le Olimpiadi di PyeongChang già definite “della pace” per via della storica unificazione agonistica delle due Coree lasciano in eredità la tensione “nucleare” destinata ad esplodere nelle prossime settimane? Il presidente del CIO Thomas Bach prima di dichiarare conclusi i Giochi Olimpici 2018 esprime la gratitudine agli atleti dei cinque continenti per lo spirito combattivo e l’armonia dimostrata nei 17 giorni di competizione. Stringe la mano - tra gli altri - a Martin Fourchade, a Lindsay Vonn e al tongano Pita Taufatofua ancora una volta a torso nudo a sfidare le rigide temperature sudcoreane. La bandiera olimpica passa dalle mani di PyeongChang a quelle di Pechino sullo sfondo di una coreografia di 8 minuti creata ad hoc dal celebre regista cinese Zang Yimou, già ideatore della Cerimonia di Inaugurazione di Pechino 2008. Un’anticipazione di quanto vedremo nel prossimo appuntamento invernale olimpico tra quattro anni insieme a tutto il popolo cinese. Ci vediamo a Pechino 2022.