A Pretoria è tempo di finale: oggi alle ore 14, in diretta su Sky Sport Arena, l’atto conclusivo della Currie Cup sudafricana. I Bulls, che hanno vinto 23 volte il torneo, sfideranno gli Sharks
Rugby sudafricano, rugby fisico e con tanti calci…al pallone. Un clichè che va sempre bene, soprattutto se poi ci si mette di mezzo, come sembra, la pioggia. Rugby sudafricano è soprattutto Currie Cup, il torneo più sentito, più amato, più desiderato, anche perché si gioca dal 1982 tra le province. Siamo alla finale, raggiunta dopo tante partite saltate, per la pandemia, con un dubbio: quale data ci sarà sulla Coppa? 2020, come dovrebbe essere causa slittamento, o 2021, come è in realtà? I numeri che contano però sono altri, come le 8 vittorie consecutive in casa dei Bulls, la squadra favorita, di Pretoria. I Bulls hanno vinto 23 volte il torneo (record di 34 successi per Western Province), l’ultima nel 2009, e da quando è arrivato Jake White, inizio campagna 2020, per capirci lo scorso marzo, è iniziata l’opera di ricostruzione, per riportare la squadra ad essere il riferimento in Sudafrica con uno stadio che deve far tremare, anche senza pubblico, l’imprendibile Loftus Versfeld . Jake White è l’allenatore campione del mondo del 2007 con gli Springboks, un pragmatico, che bada al sodo e fa leva sull’esperienza di giocatori dalla forte personalità, tipo il numero 8 Duane Vermeulen e l’apertura Mornè Steyn, ultimo superstite “giocante” dei Bulls vincenti 11 stagioni fa (…o 12 anni se preferite) in Currie Cup.
Calcia che il pallone vola
Gli avversari sono gli Sharks, per nulla amati, anche se non sono vicini di casa e non c’è l’effetto derby. Poco vincenti, solo 8 titoli, tanto da essere stata a lungo la Cinderella Province, la Cenerentola. Storia vecchia, dal 2008 hanno alzato 4 Currie Cup, e poi gli Sharks sono più ambiziosi come stile rugbistico, più portati a un gioco aperto. L’altra storia, quella della rivalità, risale invece a una finale di trent’anni fa vinta contro il Northern Transvaal (gli attuali Bulls) di Naas Botha, infallibile calciatore dell’epoca, detentore di record ancora oggi, tipo quello di più punti segnati in Currie Cup, e ben conosciuto in Italia per gli anni trascorsi a Rovigo in maglia rossoblu. Piazzare con sicurezza e da lontano. Un classico da queste parti. Una cosa che sa fare anche il numero 10 degli Sharks di oggi, Curwin Bosch, capace di andare a segno da 60 metri con sicurezza e con margine a livello del mare. Figuriamoci con la spinta ulteriore della rarefazione dell’aria a Pretoria, sull’altopiano di Pretoria a quasi 1400 metri sul livello del mare. Vietato quindi fare fallo, dovunque, disciplina prima di tutto, Bosch è una macchina da punti che può punirti anche da 70 metri….e per non smentire la tradizione, forza fisica e piazzati. Siamo in Sudafrica.