Italia ko con la Francia nel Sei Nazioni: azzurri molto lontani dai transalpini

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Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

Montanna Ioane (Italy) carries the ball during Italy vs France, Rugby Six Nations match in Rome, Italy, February 06 2021

Un passo indietro per l'Italia, battuta nell'esordio del Sei Nazioni dalla Francia per 50-10. I transalpini si dimostrano una squadra di rango superiore, che punta agli All Blacks e ai Mondiali del 2023. Tra gli azzurri si salvano Varney e Lamaro, con la mischia altalenante

ITALIA-FRANCIA 10-50, LA CRONACA

La Francia è più lontana dei 40 punti di scarto che rifila all’Italia. Perché vince in scioltezza, con facilità, con qualche accelerazione, verrebbe da dire in surplace. Altra categoria, con il motore dell’estro regolato dall’additivo Shaun Edwards, il mago della difesa, che ha fatto grande Galles e British Lions, ma non solo, aggiunto allo staff, fortemente voluto da Fabien Galthiè, l’ex mediano di mischia, capitano e oggi allenatore della Francia. Qualcosa per evitare che la macchina si inceppi, abbia alti e bassi, risenta in qualche modo della latinità latente…Una grande squadra che guarda al 2023, ai Mondiali, alla sfida con gli All Blacks, prima che all’Inghilterra e al Sei Nazioni 2021.

 

E l’Italia? Tanti placcaggi sbagliati, un passo indietro, molta fatica ad avanzare, palloni anche buttati, tirati letteralmente addosso, touche incerta, e pochi punti di forza. Uno è il 9, il mediano di mischia Stephen Varney, britannico, lo dice già il nome, nato e cresciuto in Galles, con madre di origini italiane, inglese di campionato, con Gloucester in Premiership, e con maglia azzurra scelta. Insomma non è un prodotto made in Italy. Si salva Michele Lamaro, alla prima da titolare, un combattente, uno che non molla, che ci mette la faccia. La mischia, vecchio riferimento, è un po’ altalenante.

 

Meglio non essere al posto di Franco Smith che cerca di dare disciplina, di alzare il livello fisico, di smuovere posti fissi, con il rigore sudafricano, quasi calvinista, che lo accompagna. Per coprire grandi distanze ci vuole tempo. Ogni volta un passo in avanti. Senza guardare il punteggio o pensare alle 28 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni e a una vittoria che non arriva da 6 anni, in casa a Roma da quasi 8. Per fortuna i nostri inseguitori, guidati dalla Georgia, sono molto staccati. Ma c’è poco da essere contenti.