Irlanda-Italia al 6 Nazioni: i precedenti
sei nazioniA fine millennio l’Italia sospinta dal talento di Diego Dominguez bussa alle porte del torneo Sei Nazioni con vittorie di peso contro alcune delle nazionali più forti d’Europa. Tra Treviso, Dublino e Bologna viene scritta la storia ovale
Italia e Irlanda si affrontano domenica per la terza giornata del torneo Sei Nazioni. Partita ostica per gli Azzurri con la nazionale di Andy Farrell costretta a vincere dopo la sconfitta con la Francia per continuare ad inseguire l’obiettivo del successo finale. C’è stato un tempo, tuttavia, a ridosso della fine dello scorso millennio in cui l’Italia evocava timori e ricordi poco piacevoli ai verdi d’Irlanda. Il primo precedente tra le due formazioni è datato 1988 con vittoria irlandese 31-15, ma il momento significativo per i colori azzurri arriverà tra 1995 e 1997.
Treviso 1995, la prima volta
Il 6 maggio 1995 l’Irlanda arriva a Treviso, allo Stadio Monigo, per un test in vista della successiva Coppa del mondo in Sudafrica, altro evento destinato a fare la storia e in questo caso non solo quella ovale. L’Italia è allenata dal leggendario Georges Coste, uomo schietto, diretto, di poche parole e molti fatti, considerato il vero deus ex machina di quella squadra che si garantirà a suon di risultati l’accesso nel torneo più prestigioso del Sei Nazioni. L’Irlanda è invece guidata da Gerry Murphy e capitanata da Terry Kingston, ma la vera curiosità è in panchina, dove figura un certo Alain Rolland, ai tempi semi sconosciuto ma destinato a diventare uno dei migliori arbitri internazionali e successivamente a capo proprio dei fischietti mondiali. L’Italia va al riposo sotto 9-12 con scambi di “cortesie” al piede tra Paul Burke e Diego Dominguez, autore anche di un drop, specialità della casa, ma nella ripresa marca la meta decisiva con Paolo Vaccari, altro grande protagonista delle sfide di questi anni. Finisce 22-12 ed è la prima vittoria azzurra su una nazionale britannica.
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La conquista di Dublino
Ancor più spettacolare quello che avviene il 4 gennaio 1997. Si gioca nel leggendario Lansdowne Road, prima del rifacimento e della denominazione per ragioni di sponsor in Aviva Stadium. Il clima è tipicamente invernale: piove, tira il solito vento micidiale tipico dello stadio di Dublino e che tante partite ha influenzato, il campo è pesantissimo e ogni tanto si sente passare l’altrettanto mitico treno che transita sotto le tribune. L’Irlanda schiera ad estremo un certo Conor O’Shea, ironia della sorte destinato qualche anno più tardi a diventare commissario tecnico della nazionale italiana. L’Italia doveva disputare un test contro il Galles poi annullato e deve preparare le finali del FIRA, mentre l’Irlanda è in piena preparazione per il Cinque Nazioni. Mancano due uomini chiave come Massimo Giovanelli e il compianto Ivan Francescato, ma Vaccari e Massimo Cutitta ci portano avanti 17-9 prima di tre calci consecutivi di Burke. Nella ripresa un’indecisione tra Vaccari e Pertile costa la meta marcata da Bell, ma Vaccari si fa perdonare con la meta del controsorpasso 30-29. Diego Dominguez è in una delle molte serate di grazia di quel periodo e nel finale corona una prestazione da 22 punti con la meta personale che fissa il risultato definitivo sul 37-29. È la prima e unica sinora vittoria a Dublino. L’Irlanda è attonita e il tecnico neozelandese Murray Kidd è costretto a rassegnare le dimissioni.
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Diego Dominguez, sempre lui
A quasi dodici mesi di distanza l’Irlanda prova a vendicarsi, ma ancora una volta non ci riuscirà. Il 1997 è l’anno dell’Italia, da Dublino a Grenoble con la prima volta contro la Francia, chiudendo a Bologna. Allo Stadio Dall’Ara si ferma il pallone tondo e si porta quello ovale. Ispirata ancora una volta dal mediano di Cordoba, l’Italia vince 37-22 con le mete di Corrado Pilat e Cristian Stoica, oltre a quella personale e a 27 punti complessivi di Diego Dominguez. Nel frattempo cadrà anche la Scozia e il Sei Nazioni diventerà presto realtà.
Il cielo è sempre più blu
E arriviamo in epoca più recente. L’ultimo successo è proprio del Sei Nazioni, nel 2013. Il 16 marzo l’Italia di Brunel eguaglia il risultato del 2007, conquistando due vittorie e raggiungendo la Scozia al terzo posto a parimerito (quarto ufficialmente per differenza punti). Il primo tempo è combattuto ed è una battaglia dalla piazzola tra Paddy Jackson e Luciano Orquera, con l’inserimento dalla distanza pure di Gonzalo Garcia. Nella ripresa l’equilibrio è momentaneamente rotto dalla meta di Giovanbattista Venditti, oggi team manager degli Azzurri, che trova il 16-6. L’equilibrio vive anche sul delicato rapporto con l’arbitro e sulla disciplina, con l’Italia che perde capitan Sergio Parisse ammonito, e l’Irlanda che chiuderà poi in tredici. Jackson porta i suoi fino al -1, ma poi di nuovo Orquera allunga e chiude 22-15. I 74mila dell’Olimpico intonano a squarciagola “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano a fine partita, mentre il pilone Andrea Lo Cicero, al passo d’addio, chiude tra le lacrime.