Con l’eccezione di Irlanda e Australia, i test match delle Autumn Nations Series 2024 hanno chiuso i battenti degli impegni ovali internazionali. A chiudere l’anno in crescendo sono le squadre dell’emisfero Nord: Francia e Scozia in spolvero, ma anche l’Italia che, pur sconfitta, è stata autrice di una prestazione emozionante contro gli All Blacks. Uniche eccezioni il Sudafrica, la cui superiorità è totale, e in negativo il Galles
Escludendo Irlanda e Australia, che si sfideranno sabato 30 novembre, il weekend appena trascorso ha chiuso non solo le Autumn Nations Series 2024 ma anche gli impegni ovali internazionali. È quindi tempo di bilanci: a concludere l’anno nel migliore dei modi è la Francia con tre successi su tre, di cui due di particolare valore con Nuova Zelanda e Argentina. Ovviamente si potrebbe aggiungere a questa categoria anche il Sudafrica, ma oramai non ci sono più parole per descrivere la disarmante superiorità degli Springboks di Rassie Erasmus. La Scozia si conferma un’ottima squadra, in attesa di vedere se al prossimo Sei Nazioni troverà il metaforico ultimo centesimo per fare l’euro. Se nelle ultime partite invece l’Italia sembrava aver perso lo smalto di inizio anno, proprio nella partita più difficile ritrova una solidità difensiva capace di mettere in difficoltà gli All Blacks, regalando una prestazione che ha strappato gli applausi dell’Allianz Stadium nonostante la grande sofferenza in mischia. Irlanda e Inghilterra non faticano a rispettare i pronostici contro Fiji e Giappone, ma per Andy Farrell e Steve Borthwick l’autunno non ha dato tutti i segnali sperati. Segnali che restano a zero però per il Galles: si è chiuso un 2024 assolutamente da dimenticare, concluso senza alcuna vittoria. Una disfatta per una nazionale come quella dei Dragoni ma oggi, se non ti chiami Sudafrica, il ricambio generazionale richiede tempo.
FRANCIA-ARGENTINA: 37-23 – Allo Stade de France i Bleus fanno tre su tre alle Autumn Nations Series 2024, unica tra le squadre del Sei Nazioni ad uscire dalla finestra autunnale con sole vittorie. L’ultimo successo è arrivato contro la forte Argentina di Felipe Contepomi, avversario già incontrato due volte nei test match estivi. Stavolta però la Francia ha schierato i suoi titolari, mentre i Pumas hanno pagato un po’ di stanchezza alla fine di un 2024 comunque positivo per loro. L’albiceleste ha sofferto nel primo tempo il gioco dei transalpini, semplice ma efficace, insieme ai due cartellini gialli a suo danno. Sotto nel punteggio già per 30-9 all’intervallo, nella ripresa l’Argentina tenta la risalita ma la difesa della Francia è abbastanza solida da tenere sempre un buon margine di sicurezza nel punteggio, arrotondato anche dalla meta di Louis Bielle-Biarrey (ala del Bordeaux davvero in spolvero in questo autunno). Così le mete di Thomas Gallo e Ignacio Ruiz nel secondo tempo servono solamente a rendere meno pesante il passivo: un 37-23 sui Pumas, oltre alle vittorie su Giappone e All Blacks, a infondere una grande sicurezza agli uomini di Fabien Galthié per il Sei Nazioni 2025.
IRLANDA-FIJI: 52-17 – A proposito di sguardo rivolto al prossimo Sei Nazioni, per l’Irlanda di Andy Farrell è tutto facile all’Aviva Stadium contro le Fiji. Troppe le imprecisioni palla in mano e gli errori tra touche e punti d’incontro perché i Flying Fijians possano mettere in moto i propri trequarti e far vedere il loro gioco. Quattro mete per tempo messe a segno dai Verdi, che spingono fino alla fine per il 52-17 finale. Una netta vittoria per l’Irlanda, che però non cancella le difficoltà viste in queste Autumn Nations Series con avversari di maggiore cilindrata come All Blacks e Argentina. Andy Farrell, che chiuderà soltanto sabato 30 novembre la finestra autunnale, avrà ancora un’altra occasione per aggiustare e rifinire alcuni meccanismi. Obiettivo presentarsi al Sei Nazioni 2025 con l’ambizione di vincere il terzo titolo consecutivo, cosa mai riuscita all’Irlanda nella sua storia e mai riuscita a nessuna nazionale da quando il torneo comprende l’Italia.
GALLES-SUDAFRICA: 12-45 – Un altro test match che ha avuto poca storia è stato quello del Principality Stadium, che ha ospitato l’ultima fatica del 2024 per Galles e Sudafrica. Come da pronostico gli Springboks si sono imposti con autorità sui Dragoni, che chiudono l’anno solare addirittura senza alcuna vittoria. Un vero e proprio annus horribilis per la nazionale di Warren Gatland, che quanto meno evita la brutta figura vista la settimana precedente contro l’Australia (coi propri tifosi che uscivano dallo stadio prima del fischio finale) e lotta in campo fino all’ultimo contro i campioni del Mondo. Ovviamente il match non è stato in discussione, il Sudafrica in poco più di mezz’ora veleggiava già sullo 0-26 ed è sempre stato lui a fare il buono e il cattivo tempo, ma il pubblico gallese ha apprezzato lo sforzo dei suoi. L’atteggiamento però non basta a rialzare una nazionale che ha ancora bisogno di tempo per completare il ricambio generazionale. Problema questo che neanche sfiora gli Springboks, che chiudono un altro anno (quasi) perfetto.
ITALIA-NUOVA ZELANDA: 11-29 – Se sulla carta anche la sfida dell’Allianz Stadium di Torino sembrava già scritta, il campo non è stato totalmente di questo parere. Certo, la Nuova Zelanda si conferma ancora una volta imbattibile per l’Italia, ma il modo in cui hanno giocato gli Azzurri riscatta le loro Autumn Nations Series. Si è rivista la difficoltà a concretizzare in attacco e nelle fasi di conquista, ma la prestazione difensiva messa in campo contro gli All Blacks ha fatto ricordare l’Italia di inizio anno, capace di battere Scozia, Galles e pareggiare con la Francia nel Sei Nazioni. Il fatto che ci si possa rammaricare per alcuni episodi (non essere riusciti a marcare dopo il giallo ad Anton Lienert-Brown oppure l’errore nel finale che ha regalato una meta a Beauden Barrett), dà maggiore risalto alla prestazione degli Azzurri, la migliore degli ultimi 15 anni contro una squadra che l’Italia storicamente ha sofferto tantissimo e che ha messo in campo i suoi uomini migliori. A proposito di questi, due icone All Blacks dell’ultimo decennio hanno chiuso la loro carriera internazionale a Torino meritandosi il lungo applauso del pubblico: Sam Cane e TJ Perenara.
SCOZIA-AUSTRALIA: 27-13 – L’occasione dell’Australia di chiudere il tour in Gran Bretagna con tre successi su tre si è infranta a Murrayfield contro una Scozia che si conferma in forma. In particolare gli Highlanders escono alla distanza e sono autori di un gran secondo tempo. Alcune imprecisioni limitano i padroni di casa nella prima frazione (7-3 all’intervallo), ma a partire dal 50’ i trequarti scozzesi si scatenano e confezionano tre belle mete con cui l’incontro virtualmente si chiude. Arriva troppo tardi la marcatura per i Wallabies, con un velocissimo, e rocambolesco, Harry Potter. Terminano con questo successo per 27-13 le Autumn Nations Series 2024 della Scozia, e Gregor Townsend può essere soddisfatto di quanto fatto vedere dai suoi in questo autunno, dalla larga vittoria sulle Fiji allo scontro vis-à-vis col Sudafrica. L’Australia invece incappa nel primo stop in questo tour europeo, che chiuderà sabato 30 novembre con la sfida all’avversario forse più impegnativo: l’Irlanda di Andy Farrell, precorrendo la sfida all’allenatore che l’anno prossimo guiderà i British & Irish Lions nell’isola dei canguri.
INGHILTERRA-GIAPPONE: 59-14 – A chiudere il weekend di Autumn Nations Series c’è stato il ritorno a Twickenham di Eddie Jones, lo stadio che è stato suo per sette anni. A parte questo però dalla parte del Giappone non c’è praticamente altro da segnalare: il match è stato dominato in lungo e in largo dall’Inghilterra, che ha scaricato contro i Brave Blossoms la frustrazione accumulata nelle cinque sconfitte incassate a partire dai test match estivi, tutte arrivate di misura. Steve Borthwick può finalmente festeggiare il successo, ma la vittoria sul Giappone non basta ad un ambiente esigente come quello inglese. L’Inghilterra, pur mostrando buone cose in fase offensiva, deve tornare ad essere più concreta contro squadre più probanti, a partire dal Sei Nazioni 2025. Giappone che invece, dopo la vittoria sull’Uruguay, conferma di non avere ancora le armi per almeno impensierire le big; Eddie Jones avrà molto da lavorare.
A cura di OnRugby.it