In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Atp Finals, storie magiche di tennis: lo spettacolo sta per cominciare

Tennis

Matteo Renzoni

Manca sempre meno al torneo dei Maestri che chiude la stagione. L'attenzione è tutta su Matteo Berrettini. Ma c'è ancora tempo per ripassare personaggi mitici e vicende vintage legate alla storia del Master. Le ATP Finals in diretta esclusiva su Sky Sport dal 10 al 17 novembre

Condividi:

Il libro magico del tennis al capitolo Atp Finals, che una volta era semplicemente Master, offre storie pazzesche. È il caso di ripassare un po’, allora, nel viaggio verso Londra. Gocce di memoria e flash romantici, tra racchette e palle gialle. Maestro tra i maestri all time è Tom Gorman. Tennista dal nome meno pop di tanti altri, capace di uno dei gesti d’amicizia più forti di sempre. Match point a favore si ritira per colpa della schiena rinunciando alla finale. Dall’altra parte c’era il suo amico Stan. Sì, a Stan Smith proprio non poteva fargli le scarpe. Gesto nobile tra gesti ancora bianchi. Quella partita a Barcellona nel ’72 fu un inno al serve and volley. E le immagini in Super8 sono una piccola citazione. Otto super, come i migliori del mondo. Tra cui Matteo Berrettini. Lo sanno tutti, ma è bello scriverlo una volta in più. Quello della volta in più è sempre Roger. Gliel’ha detto pure Nalbaldian dopo averlo battuto in finale nel 2005 a Shanghai: “Stai tranquillo, non sarà la tua ultima occasione”. Edizione assurda, quella lì, prima salvata poi addirittura vinta dall’argentino.

Dopo l’ennesima rinuncia, l’Atp alza il telefono. L’argentino 12 del mondo, quindi fuori dai migliori, interrompe una battuta di caccia in Patagonia e attraversa il mondo. Fresco fresco per battere Federer 7-6 al quinto. Peggio di uno squalo. Vuoi o non vuoi, il protagonista è spesso RF. Pure quando decide di fare un passo indietro. Quasi morettiano: mi si nota di più se gioco, o se non gioco. Londra 2014, semifinale polemica e massacrante contro Wawrinka. La schiena cede, il giorno dopo il Re si presenta in campo con il microfono al posto della racchetta. Chiede scusa al pubblico, ma decide conservare le forze per la finale di Coppa Davis in arrivo. Pochi giorni dopo alzerà la prima insalatiera nella storia della Svizzera.

Proprio al fianco di Stan, il quasi amico che qualche girono prima si era lamentano per il comportamento a suo dire poco corretto di Mirka – la moglie di Roger – in tribuna. Pace fatta per ragion di Stato. A proposito di problemi, a Houston – antica sede del Master - ne ha avuto uno grosso Andre Agassi. Torneo dei maestri anno 2003. L’altalena di Andre era tornata in alto, a 33 anni di nuovo numero in quella stagione. Arriva fino in fondo, all’inizio sembra battere pure le nuvole. Poi la pioggia, quella vera, ma soprattutto una pioggia di vincenti del 22enne Federer. Finisce in meno di un’ora e mezza. Se per Agassi l’immagine è tutto – motto che si è portato dietro per una carriera – qual tennis aveva un’immagine che non gli apparteneva più. Testimone passato ad un giovane Maestro che, da quella partita, un po’ di strada l’ha fatta. Dove trovarlo? Di nuovo a Londra.