La scienza al 'servizio' dei tennisti: lo studio di Intesa Sanpaolo

l'iniziativa

Studiare la performance degli atleti in modo scientifico per ottimizzarne la performance. Un esempio di come sia possibile è stato fornito nel corso delle ATP Finals, con una dimostrazione sul campo promossa da Intesa Sanpaolo Innovation Center: sono stati misurati in tempo reale parametri psicofisici per studiare quanta "energia" consuma il cervello

La scienza al servizio dello sport, studiare la performance degli atleti e restituire dati utili a migliorarsi. Nei giorni in cui Jannik Sinner ci sta dimostrando con esempi concreti quanto la programmazione sia fondamentale per un atleta per raggiungere obiettivi e risultati, proprio da Torino arriva l’indagine di Formula Medicine, che ci proietta nel futuro con una sessione di allenamento innovativa. Una “esibizione”, promossa da Intesa Sanpaolo Innovation Center, che ha visto protagonisti sul campo da tennis del PalaAlpitour di Torino anche i nostri Stefano Meloccaro e Raffaella Reggi. 

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Come funziona il monitoraggio

Attraverso un rilevatore al polso che misura il battito cardiaco e dà quindi un'indicazione dello "stress", e una fascetta in testa che misura quanto è attivato il cervello, strumenti collegati a software sviluppati dal dipartimento di ricerca e sviluppo di Formula Medicine, ai giocatori coinvolti nell’indagine sono stati monitorati in tempo reale – nel corso di una “partitella” – parametri psicofisici come la frequenza cardiaca, l’indice di attivazione adrenergica, Brain Strain, come indice dell’attivazione del lobo frontale e PPE, o engagement psicofisico, indice del coinvolgimento globale. Tutto con lo scopo finale di studiare le performance degli atleti per poi ottimizzare le loro risorse. L’assunto di base, infatti, è quello per cui il tennista che gioca “in automatico” è quello che performa meglio. E attarverso questa tecnologia, possiamo vedere quando il giocatore entra in uno stato di automatismo e quando invece consuma troppo perché... "elabora" troppo.  

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