Le notti insonni di Volandri: chi portare alle Final8 di Malaga?

Valeriana, luppolo, melissa, mandorla, passiflora, biancospino, melatonina. Sono solo alcuni dei rimedi naturali che ci sentiamo di consigliare al capitano di Coppa Davis Filippo Volandri da qui a un paio di mesi, in vista delle Final8 di Malaga. Eventualmente, Fil, prova anche a sostituire il materasso, scegliendo il nuovo con cura. Perché le notti insonni sono garantite, visto il proliferare di ottimi giocatori che hai a disposizione, l’entusiasmo che dimostrano quando vanno in campo o sono in panchina, l’amore che tutti mostrano per la maglia azzurra. Il problema è che sono davvero troppi e troppo forti, roba da lambiccarsi le meningi. Partiamo dal presupposto che a Malaga se ne possono portare cinque al massimo, arruolabili per le partite. Nulla impedisce di avere degli infiltrati di lusso nel clan, tipo il Berrettini vicecapitano de facto 2023. Fanno squadra, fanno chic e non impegnano. Ma si gioca in cinque. Proviamo a fare due conti. Uno dei papabili ‘parrebbe’ convocato al di là di ogni ragionevole dubbio. È il numero uno e la squadra deve ruotare attorno a lui, come consiglia il buon senso. Si chiama Jannik, la sua annata è stata più che discreta, propendiamo per considerarlo già a Malaga. Pronostico non proprio azzardato… Dopodiché. Anche a seguito del tresutre bolognese, sarà molto difficile rinunciare alla verve del redivivo Matteo Berrettini. Felice di essere rientrato dopo un periodo allucinante, il rinfrancato ‘The Hammer’ è carico, esperto, convinto e rappresentativo. Oltre che finalmente in salute. Animale da Davis, le condizioni di gioco a Malaga sono le sue preferite, se sta bene le sue randellate sono irrinunciabili. Inoltre, non è un doppista naturale ma all’occorrenza si presta pure lì. Caldeggiamo la scelta. Altro cavallino di ritorno, senza alcun dubbio Lorenzo Musetti. Semifinale a Wimbledon e bronzo olimpico, rivitalizzato dopo un periodo opaco coinciso con la inevitabile crisi di crescita dovuta all’età. È diventato papà, è nei pressi del suo best ranking ed è pure il più bello da vedere, che non guasta. Deve esserci, anche per farsi perdonare un ruolino da Coppa Davis non proprio impeccabile sin qui. Ma insomma, c’è sempre tempo. Per cui, i due illustri assenti di Bologna e il figliuol prodigo Berrettini hanno già il check-in in tasca. Il ragionamento può spostarsi sul doppio. Che una volta valeva il 20% del confronto - con la formula antica era solo uno dei cinque punti a disposizione - e oggi ne rappresenta un terzo. Aspetto delicatissimo. Bolelli e Vavassori sono coppia eccellente, tra le prime al mondo e in odore di ATP Finals. Ma sanno benissimo che se Sinner decide di giocare anche il doppio - e lo farà, come nella scorsa edizione - diventano un lusso che Volandri non potrà permettersi. Anche perché non spendibili in singolare. E poi, diciamocelo: quale capitano al mondo rinuncerebbe a schierare il numero uno, anche se non si tratta di un doppista puro, nel senso letterale del termine. Tutto ciò premesso e considerato, la coppia sarà probabilmente: Sinner + uno. Jan si trova molto bene con Sonego, come dimostra l’esperienza dello scorso anno. Se JS apre bocca va ascoltato e accontentato. Squadra che vince non si cambia, no? E cosa dire di Matteo Arnaldi. Intrepido, lottatore, resiliente. A Bologna pur di portarla a casa ha immolato mezza caviglia, dimostrando ancora una volta carattere Davis in esubero. Nel duemilaventitré, senza il suo sofferto successo su Popyrin, forse non avremmo alzato la coppa. Per cui irrinunciabile anch’esso. Ultimo ma non ultimo, Cobolli. Flavietto ha avuto un’annata eccezionale. All’Unipol Arena ha pagato lo scotto dell’esordio contro Bergs, vero. Ma poi si è riabilitato ampiamente nel match contro Griekspoor, che ha fatto dannare fior di campioni su questo tipo di superficie. Cobbo adora l’amosfera azzurro Davis, si è dannato pure a fare il tifo per il gemello diverso Berrettini, spirito di squadra connaturato nel DNA. Sua la frase della settimana: “Sinner? Mi ha messo pressione. Volevo dimostrare che anch’io sono migliorato. Meno male che a un certo punto se n’è andato”. Sublime. Darren Cahill lo pronostica top ten, parliamo di uno che ne capisce parecchio. Nessun traguardo è precluso. La lista della spesa finisce qui, si tratta di nove elementi tutti meritevoli e desiderosi di mantenere la Coppa Davis entro i confini italici. A Filippo Volandri spetteranno decisioni difficili, comunque vada dolorose, che comporteranno esclusioni comunque eccellenti. Felici di non essere nei suoi panni, ci permettiamo di rinnovargli il consiglio erboristico: valeriana, luppolo, melissa, mandorla, passiflora, biancospino, melatonina. Senza dimenticare la classica e intramontabile camomilla.

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