Introduzione
Da Cagliari a Malaga, dalla Fed Cup alla Billie Jean King Cup: undici anni dopo l'Italia è tornata a vincere la massima competizione del tennis femminile a squadre nazionali. Un successo frutto del lavoro svolto negli ultimi anni dal capitano Tathiana Garbin insieme alle sue ragazze. Da Jasmine Paolini e Sara Errani al "jolly" Lucia Bronzetti: scopriamo le loro storie
Quello che devi sapere
Jasmine Paolini
- La vittoria della Billie Jean King Cup è la naturale conclusione di un anno magico per Jasmine che, settimana dopo settimana, ha legittimato il suo status di big nel circuito Wta. Il trionfo al Wta 1000 di Dubai a febbraio è stato il trampolino di lancio di una stagione proseguita con due finali Slam, quattro titoli in doppio con Sara Errani (tra cui lo storico oro olimpico a Parigi), la partecipazione alle Wta Finals sia in singolare che in doppio e l'ingresso nella top 5 del ranking.
- Il successo di Paolini è un mix di fattori: la tenuta mentale in campo, la dedizione al lavoro e il suo immancabile sorriso. Nell'ascesa della 28enne di Castelnuovo di Garfagnana c'è tanto del suo coach, Renzo Furlan, che l'ha vista crescere esponenzialmente dal 2015 a oggi, ma anche di Sara Errani, una sorella maggiore per Jasmine. "Il doppio con Sara è stata una miniera di informazioni" raccontava Furlan a Sky Sport durante gli US Open. Leader.
Sara Errani
- Sarita ha messo la firma in quattro dei cinque successi italiani in Fed Cup/BJK Cup. Il primo trionfo risale al 2009: sulla terra rossa di Reggio Calabria, l'Italia di Corrado Barrazzutti batte 4-0 gli Stati Uniti con Errani che vince il doppio, in coppia con Roberta Vinci, contro Liezel Huber e Vania King. Sara c'era anche 11 anni fa, quando regalò due punti su quattro all'Italia contro la Russia, battendo nettamente in singolare prima Chromaceva e poi Klejbanova.
- Per Errani quella appena conclusa sembrava l'ultima stagione della sua gloriosa carriera, invece si è rivelata quella del rilancio grazie al doppio con Jasmine Paolini. A 37 anni, Sara ha ritrovato le giuste motivazioni e ha vissuto un'annata in crescendo. Il palmares è straordinario: uno storico oro olimpico a Parigi, uno Slam (il doppio misto agli US Open con Andrea Vavassori), due Wta 1000 (Roma e Pechino), un Wta 500 (Linz) e, adesso, la quarta Fed Cup/BJK Cup, come Pennetta, Vinci, ma anche Martina Navratilova e Margaret Smith-Court. Sara, inoltre, è diventata la tennista italiana con più match vinti nella competizione tra singolare e doppio (28, uno in più di Francesca Schiavone). Leggendaria.
Lucia Bronzetti
- La carta a sorpresa di Tathiana Garbin si è rivelata vincente. In panchina nell'esordio contro il Giappone, è stata poi schierata contro Polonia e Slovacchia. Due partite (i primi singolari di Bronzetti con la maglia della nazionale italiana) e due vittorie, entrambe in due set. L'impatto di Lucia è stato devastante, convincente sia con Linette (dove partiva sfavorita) che con Hruncakova. La conferma di un anno chiuso in crescendo dall'allieva di Francesco Piccari che nell'ultima parte di stagione ha raggiunto le semifinali a Monastir prima e Guangzhou poi. Nel 2024 ha centrato il best ranking da n. 46 del ranking Wta, oggi è n. 78 della classifica mondiale. Jolly.
Elisabetta Cocciaretto
- Dall'amaro per la sconfitta all'esordio con la giapponese Shibahara al dolce per il trionfo finale. Il lieto fine anche per Cocciaretto che negli anni è stata fondamentale per l'Italia nella risalita dopo la retrocessione in Serie C del 2019. Schierata nel gruppo Euro-Africano di Tallinn a febbraio 2020, la 23enne marchigiana ha ottenuto tre vittorie su tre; poi è stata decisiva nel play-off contro la Romania ad aprile 2021 con due successi in singolare. "Coccia" chiuderà l'anno a ridosso della top 50 e con un Wta 125 in bacheca (quello di Charleston, a febbraio) oltre alla BJK Cup.
Martina Trevisan
- Martina ha vissuto le Finals da riserva, ma come Cocciaretto è stata nelle ultime stagioni un tassello fondamentale per la costruzione di un gruppo unito e, da oggi, anche vincente. Il 2024 non è stato un anno semplice per Trevisan che ha faticato a trovare continuità (unico torneo vinto il Wta 125 di Bastad, a luglio) ed è scivolata fuori dalle prime 100 al mondo (oggi n. 126 del ranking Wta). A Malaga - pur da tifosa per le compagne - ha ritrovato un successo che può darle morale e fiducia in vista del 2025 per risalire la classifica mondiale.
Il capitano, Tathiana Garbin
- Garbin è la regista di questo capolavoro, frutto di tanto lavoro negli anni. Arrivata sulla panchina azzurra a ottobre 2016 dopo la conclusione del ciclo d'oro del dream team guidato da Corrado Barazzutti, Garbin ha iniziato il suo cammino da capitano con l'Italia nella Serie B della Fed Cup, scivolando addirittura nel gruppo Euro-Africano nel 2019 dopo il netto ko per 4-0 contro la Russia. Dal fondo al vertice: in quattro anni tutto è cambiato per Tathiana e le sue ragazze. Garbin le segue come figlie (supportata da Vittorio Magnelli, direttore tecnico della nazionale femminile), sempre presente nei tornei in giro per il mondo durante la stagione per supportarle e vedere da vicino i loro progressi.
- Per Garbin è la chiusura di un cerchio. Un anno fa, dopo la finale persa contro il Canada, raccontò di aver subito un intervento chirurgico per trattare un raro tumore, lo pseudomixoma peritonei. "Nel 2024 voglio riprendermi la mia vita" raccontava in un'intervista al Corriere della Sera a fine dicembre 2023. Un anno dopo quella coppa l'ha conquistata, raccogliendo i frutti di quanto seminato negli anni in questa lenta ma inesorabile opera di ricostruzione. Esemplare.