Sinner ora può davvero vincere a Roma e Parigi

Sinner ha una grande qualità. Sa affrontare i problemi. Li affronta e non li accantona. Li affronta e li risolve. È abituare a fare così. Dai tempi in cui 13enne andò via da casa da solo per allenarsi con Riccardo Piatti. Riccardo è disciplina e conoscenza, non ti regala nulla. Ti forma perché ti fa crescere. Ti matura. Ti rende indipendente. Quando quel ragazzino arrivò a Bordighera, i soci del club lo videro giocare, capirono subito che era bravo e si misero a disposizione per accompagnarlo in macchina a disputare i campionati italiani under 14. "No", disse Piatti ai soci, "va da solo. Prende i mezzi pubblici, così impara subito a gestire le situazioni. Io sono qui a dare i problemi, non a risolverli". Autobus, treno, spostamenti a piedi e poi di nuovo autobus e treno. Anni 13, perché il viaggio comincia così. Dieci anni dopo, di problemi ne ha risolti di tutti i generi per salire sull'Everest del tennis mondiale. Oggi il problema da risolvere sono i tre mesi di stop. Mai sarà un alibi per Jannik. Mai sarà un motivo per abbattersi. Guarda già avanti Sinner. In modo positivo. Ragionando su una stagione ora da riprogrammare in corsa. Con un fatto nuovo. Una sospensione che da problema può trasformare in opportunità, la grande opportunità di vincere Roma e Parigi. Finora in carriera non è mai andato oltre i quarti a Roma e mai oltre la semifinale al Roland Garros . Finora non ha mai vinto in carriera un grande torneo sulla terra battuta. Si è sempre detto: "È solo una questione di tempo". Quel tempo ora sta per scoccare. Per un elemento fondamentale in più. Non l'ha mai vinto anche perché spremuto dal tour de force durissimo che precede la stagione sul rosso da gennaio a aprile. Dal cemento australiano , passando per i tornei indoor in Europa fino al rovente cemento della California e Florida con Indian Wells e Miami. Per chi come Sinner vince questi tornei o comunque arriva sempre fino in fondo, l'accumulo dello sforzo fisico e mentale è enorme. Anche per questo, Jannik arrivava ad aprile, l'inizio stagione sulla terra, già in riserva di energie. Aggiungiamo anche con qualche problema all'anca per il cambio di superficie. La terra rossa è per i cannibali strutturati per i lavori forzati come Rafa Nadal. Serve un fisico bestiale per gli scambi più lunghi e le palle più pesanti. Con questa sospensione Sinner potrà gestire per la prima volta la programmazione con i carichi di lavoro ben dosati e la giusta adattabilità per sostenere un altro sport come il braccio di ferro logorante sul rosso. Potrà arrivare con la giusta freschezza e preparazione mirata per provare a vincere Roma e Parigi. Aggiungerei anche la varietà di gioco che ha aumentato negli ultimi mesi. Più piani tattici alternativi, più ampiezza del campo con gli angoli, più imprevedibilità nelle rotazioni con il nuovo movimento nel servizio. Una sosta forzata ai box per tre mesi per aprire una nuova via. Aumentando cilindrata e preparazione fisica specifica che potrà portare benefici immediati. La squadra, il Dream Team, accanto a lui non ha mai avuto tre mesi di lavoro. Al massimo una settimana di break dopo la Coppa Davis a fine novembre e poi via a preparare di corsa la stagione sul cemento australiano. Stavolta ha tre mesi di lavoro per diventare ancora più forte, per mettere carburante in grado di portare la macchina a vincere il Grande Slam. Questo è Sinner. Risolve il problema dello stop riempiendolo con la 'voglia' in più che si porterà dentro. Non vediamo l'ora di rivederlo in campo. Vederlo giocare fa ritornare il buonumore a tre generazioni. "Ecco c'è Jannik!" e tutti si fermano a guardarlo e si sentono più forti. Perché Jannik ci ha abituati bene. Ci ha aperto le porte dell'allenamento senza segreti, facendoci assistere con la telecamera al suo lavoro in diretta. "Entrate, non è un problema per me", ci ha sempre detto. In ogni parte del mondo. In quel pezzettino di campo, a tante ore di fuso dall'Italia, abbiamo piazzato ovunque una bandierina di Sky Sport che ci consegnava simbolicamente un direttore competente e lungimirante fin dall'inizio su Sinner come Federico Ferri. Il viaggio riprenderà presto. Con una certezza. Tornerà Jannik. Tornerà più forte di prima. Perché risolverà anche questo problema tornando con una corazza ancora più resistente sulla terra battuta. Eravamo piccoli e abbiamo scelto di prendere in mano da bambini quell'attrezzo chiamato racchetta vedendo Panatta vincere di fila Roma e Parigi nella storica doppietta del '76. Oggi non c'è nessuno che sappia parlare ai bambini come Sinner. Impazzirebbero se Jannik per la prima volta in carriera vincesse Roma e Parigi. Piangerebbero di gioia tre generazioni. Questa volta, tra tre mesi, può essere la volta buona. Soffieremo forte sul vento per farlo passare presto questo tempo. Con tanti motivi in più per stringerci intorno al migliore di tutti.

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Sinner ora può davvero vincere a Roma e Parigi

Angelo Mangiante