Il rovescio di Sinner, il dritto di Alcaraz e tutti i colpi alle Finals

Essere a Torino per le Finals è sempre un’avventura, un’esperienza magica. Perché hai davvero sotto gli occhi, da subito, il meglio del tennis. Non vediamo l’ora di commentarlo e raccontarlo, dettaglio dopo dettaglio. Questa è una mia personalissima guida dei colpi da vedere e da godere. Quelli che contraddistinguono gli otto campioni. Senza Djokovic, ma con Musetti. Sinner Paradossalmente, il suo colpo è il più facile da individuare. Almeno per me. Mi riferisco al rovescio lungolinea, con cui fa la differenza. Sia chiaro: Jannik è fortissimo, ma veramente fortissimo, anche nel dritto. Solo che quel rovescio è il suo marchio, per sua stessa ammissione. Non è solo questione di timing del colpo: quando riesce ad azzeccare il momento giusto e capisce come farlo, è imbattibile. Il suo gioco non è tutto quello, ma parte tantissimo da quello e lo dimostrano i suoi punti più importanti. È vero che sta anche introducendo delle novità, ma concordo con tutti quelli che dicono che si tratti di piccoli dettagli che gli stiano facendo aumentare i giri: i suoi colpi sono sempre più forti, si muove meglio e prova ad arrivare prima a prendere la palla, a trovare prima la posizione giusta. Piccolissimi pezzi che magari non si notano tanto. Ma fanno aumentare il livello ancora di più. Alcaraz Il suo diritto è impressionante. Da sempre. Anche se indoor fa più fatica, perché gli piace molto usare il topspin, soprattutto quando deve provare a spingere o chiudere le partite. Quel colpo, quando gioca in un palazzetto chiuso, riesce leggermente meno: non c’è il vento, non c’è il sole e la palla gira meno. Mi piacerebbe vederlo accelerare anche in un campo così: se riuscisse a raddrizzare alcune traiettorie, potrebbe fare ancora più male. Ma sono dettagli. O non staremmo parlando, da almeno un anno, di duopolio nelle prime due posizioni. Zverev C’è chi dice che in campo sorrida poco. Forse è vero. Fuori sorride un po’ di più. Proviamo però a farlo divertire anche qui, dicendogli in cosa è veramente forte: la prima di servizio. Ha una percentuale altissima di punti: più dell’80%, con una velocità sopra i 210 km/h. Impressionante. Non tanto per la forza e la velocità, ma proprio per la percentuale di riuscita: 80%. Ripetiamolo ancora: 80%. Gli riesce con grandissima facilità, chissà se sarà così anche a Torino… Fritz È il giocatore che mi mette più di tutti in difficoltà. Avrei voluto dire anche per lui la prima di servizio. Ma siccome non è l’unico, parlerò del suo dritto, con cui cerca sempre di far male, sia per accelerare, sia per fare gioco. La sua evoluzione è stata soprattutto fisica: negli ultimi tre, quattro anni ha lavorato molto sotto questo aspetto che ha fatto emergere i suoi veri punti di forza. Senza fisico, non avrebbe raggiunto questa posizione. Bravo: vediamo come crescerà ancora. Shelton Ecco l’altro servizio in prima. Come Zverev e meglio di De Minaur. In più, l’americano è mancino e può migliorare molto sotto la precisione: ha il polso molto veloce e spesso accelera durante la partita. Il suo dritto lungolinea non è male. Il servizio è un’altra cosa. De Minaur Per lui più che parlare di colpi, preferisco parlare di qualità tecniche. Perché in queste Finals è di sicuro il più veloce di tutti. Anche Alcaraz eccelle, ma l’australiano fa davvero la differenza: non ha ancora un colpo migliore degli altri, ma proprio grazie alla sua velocità dimostra anche tutta la sua intelligenza. L’ho visto per la prima volta in Australia, durante le qualificazioni: mi ricordo proprio di quanto non mi fosse saltato all’occhio per la tecnica, che di solito è il primo aspetto che si valuta. A poco a poco è emerso tutto il resto. Ed è quello che piace di lui. Auger-Aliassime Il dritto. Senza alcun dubbio. A La Defense lo abbiamo visto: ha fatto malissimo e mi ha impressionato molto nella partita contro Vacherot. Il suo è un colpo che non fa solo male, ma è un misto perfetto di topspin e sue variazioni. A differenza di Alcaraz, riesce anche a raddrizzare leggermente meglio la palla. Quando deve coprire, fa benissimo. Musetti Alla fine a Torino ci sarà lui. Lo aspettavamo e siamo pronti a raccontarlo. Della sua eleganza abbiamo detto sempre e lo ribadiamo: quello che ci piace di più è il rovescio. Non parliamo solo di top, ma anche di slice: ultimamente è molto bravo a mescolare le carte. Questa combinazione di colpi gli ha permesso quest’anno di fare un ulteriore passo in avanti. Forte, elegante e micidiale: il suo rovescio è così. Bellissimo.

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Ivan Ljubicic