Federico Cinà: "Il 2026 l’anno della maturità, obiettivo top 100"

Miami, Madrid, Roma e New York. E, guardando al futuro, anche Melbourne. È un giro del mondo che racchiude le emozioni del 2025 di Federico Cinà. Il tennista classe 2007 ha vissuto un anno di grande crescita, tra le prime finali Challenger in carriera e le prime esperienze nel circuito maggiore. Esperienze ma anche vittorie, come quella con Comesana a Miami – la prima a livello Atp – grazie alla quale Cinà è diventato il secondo italiano più giovane di sempre a vincere un match Masters 1000, alle spalle solo di Jannik Sinner. “Ognuno ha il proprio percorso, la strada è molto lunga e per me non è cambiato nulla” racconta Federico a Sky Sport Insider. Un anno dopo l’appuntamento è di nuovo nel suo circolo a Palermo, il Country Time Club, dove sta ultimando la preparazione atletica prima della partenza per Melbourne, ai primi di gennaio, per le qualificazioni degli Australian Open. Il 2026 che Federico spera possa essere l’anno della “maturità tennistica” – dopo quella scolastica ottenuta quest’anno – grazie al lavoro quotidiano con il papà/coach Francesco e il nuovo preparatore atletico Eric Hernandez, oggi al suo fianco dopo un decennio passato con Daniil Medvedev. Federico, un anno fa avevi detto: “A fine 2025 sarò contento se mi sentirò migliorato tecnicamente e fisicamente e se entrerò nei primi 200, con la possibilità di disputare le qualificazioni agli Australian Open 2026”. Non sei entrato in top 200, ma l’obiettivo delle “quali Slam” l’hai già centrato a New York. “Non mi aspettavo di centrare le quali Slam già agli US Open. Non era un obiettivo stagionale, ma sono felice di averlo raggiunto. Sono ancor più felice di iniziare il 2026 in Australia, l’obiettivo iniziale fissato un anno fa” Fisicamente e tecnicamente ti senti migliorato? “Sì, soprattutto fisicamente mi sento meglio. Sto lavorando tanto anche dal punto di vista tecnico, sul servizio e sul dritto”. In una sola parola, come definiresti il tuo 2025? “Lavoro. Ho lavorato veramente tanto, sia a inizio 2025 che adesso, in vista della prossima stagione”. In cosa pensi di essere migliorato maggiormente quest’anno? “In allenamento sto cercando di migliorare l’attenzione, provando a restare concentrato il più a lungo possibile. Durante le partite sto imparando a conoscermi meglio”. Qual è l’emozione più grande vissuta nel 2025? “La vittoria con Comesaña a Miami. Ripenso all’ultimo scambio e a tutto ciò che c’era dietro quella partita: un match molto intenso, anche con i crampi alla fine. È stato il momento più emozionante del 2025”. Come hai vissuto l’avvicinamento al debutto a Miami? “Ho iniziato l’anno un po’ più tardi, giocando a febbraio un 15.000 dollari a Sharm el-Sheikh. Prima della semifinale ho ricevuto la conferma della wild card per Miami. C’era un po’ di differenza . Dopo Sharm sono andato in Grecia, dove ho giocato la mia prima finale Challenger, e poi subito a Miami. Ho giocato il giorno dopo il mio arrivo: era molto difficile, ma sono contento di aver vinto. Sono emozioni veramente belle”. Dopo quella vittoria, c’è qualche messaggio che ricordi? “Eravamo tutti lì, ci vedevamo di persona con gli altri italiani. Tutti mi hanno fatto i complimenti. Ho ricevuto tanti messaggi, è stato bello”. Sei stato il secondo italiano più giovane a vincere un match Masters 1000, alle spalle di Sinner. Dopo quella vittoria c’è stato qualche paragone con lui: è qualcosa che ti ha dato stimoli o è stato un peso? “Vedere il mio nome accostato a quello di Sinner faceva piacere. Io ho cercato di non dare peso a questo: ognuno ha il proprio percorso, ero e sono tranquillo. La strada è molto lunga e non è cambiato niente”. Dopo la vittoria con Comesaña hai perso con Dimitrov, ma giocando un buon secondo set. Dove metti questo match nel tuo percorso di crescita? “È stata un’esperienza incredibile perché Dimitrov è tra i giocatori che mi piacciono di più, lo seguo sin da bambino. All’inizio ero molto teso e ho fatto fatica, ma nel secondo set ho giocato più sciolto e me la sono goduta. Potevo entrare in campo più tranquillo, ma era difficile”. Da Miami a Madrid: lì è arrivata un’altra vittoria, contro Wong, su una superficie diversa, la terra rossa… “La terra di Madrid è molto veloce, mi piace giocare lì. Contro Wong è stata una bellissima vittoria, una bella esperienza. Poi con Korda, nonostante il risultato, ho giocato molto bene ed è stato comunque un buon torneo”. Poi sono arrivati gli Internazionali d’Italia, la prima volta a Roma, travolto dall’affetto dei tifosi italiani. “È stata un’esperienza bellissima, era un sogno giocare a Roma. Mi aspettavo tanto pubblico, ma forse non così tanto. Anche nella settimana d’avvicinamento al torneo ho sentito tanto l’affetto dei tifosi e mi ha fatto piacere sentirmi così amato. L’affetto dei tifosi è un motore che mi aiuta e penso che mi aiuterà anche nei prossimi anni”. Qual è il ricordo più bello che porti dentro di Roma? “L’ingresso in campo sulla Grand Stand Arena. Ho visto tantissime persone, probabilmente non avevo mai giocato in un campo così grande. C’erano tanti tifosi lì per sostenermi: quel momento è stato magico”. Chiusa la prima parte di stagione con Roma, nella seconda parte hai faticato un po’ di più. Credi che quanto fatto nei primi mesi abbia forse alzato troppo le aspettative per il prosieguo della stagione? “Possibile. Dopo una prima parte di stagione molto buona vuoi sempre di più, ma non è possibile andare sempre al massimo. Nella seconda metà dell’anno, dopo Roma, ho fatto un’altra finale Challenger; dopo gli US Open ho perso qualche partita in più, ma non stavo tanto bene fisicamente. Ero molto stanco mentalmente perché avevo giocato tanto. Non è facile rimanere sul pezzo tutto l’anno, è un aspetto su cui devo migliorare”. Qual è l’insegnamento più grande che porti dentro dopo questa stagione? “Per provare a vincere devi dare il 100% con tutti. Questo vale dagli ITF ai Masters 1000. Nessuno ti regala niente, devi meritare e conquistare la vittoria con tutti”. Guardando al ranking, nel 2024 sei passato da n. 1853 a n. 521. Nel 2025 sei passato da 521 a 237, sfiorando la top 200 a settembre. Per il 2026 hai fissato un obiettivo di ranking? “Non proprio. Principalmente il mio obiettivo è migliorare tanto fisicamente e tecnicamente. Quest’anno in Australia giocherò le qualificazioni, magari l’anno prossimo entrerò direttamente in tabellone”. Quindi obiettivo top 100? “Sì, speriamo”. In vista del 2026 è entrato Eric Hernandez nel tuo staff, ex preparatore di Daniil Medvedev. Come sta andando? “Lavoriamo insieme da un mese e posso dire che è una bravissima persona: serio e professionale, ma anche capace di scherzare e creare un clima sereno. Stiamo lavorando tanto sulla forza e sugli spostamenti in campo. Mi piace molto lavorare con lui: ha molta esperienza, sa cosa dobbiamo fare insieme e quali sono gli obiettivi da raggiungere. Sono sicuro che faremo un grande lavoro”. Ci saranno altre novità nel tuo staff? “Da quest’anno è entrato nel mio team Francesco Cardinale che mi ha seguito in qualche torneo e mi darà una mano anche nel 2026”. Con chi andrai in Australia? “Andrò con mio padre, mentre per la parte atletica ci sarà il preparatore della FITP”. Il rapporto con tuo papà è cambiato o è sempre lo stesso? “Il rapporto è sempre molto simile. Lui cerca sempre di capire i miei momenti di difficoltà e nervosismo in campo. Insieme proviamo a lavorare al meglio”. Nel 2026 in cosa pensi di dover migliorare maggiormente? “Vorrei migliorare servizio e dritto per renderli ancor più efficaci e fare più punti. Dal punto di vista mentale dovrò avere meno alti e bassi, provando a lottare su ogni punto”. Cosa ti aspetti dagli Australian Open? “Vorrei vedere un po’ i frutti del lavoro fatto in queste settimane, provare a sentirmi meglio in campo. Sarà il primo torneo dell’anno, non devo avere aspettative troppo alte. Proverò a fare il massimo, ma anche se non dovesse andare bene c’è poi tutta la stagione davanti. Spero di mettere in campo quello che ho fatto in questi mesi”. C’è qualcosa che in questa trasferta vorrai scoprire dell’Australia? “Non ho girato tanto Melbourne in questi anni, magari sarà l’occasione giusta”. Senti che il 2026 possa essere per te l’anno della maturità? “Sì, spero che lo sia. Spero di crescere tanto sotto tanti punti di vista. Speriamo sia l’anno giusto”. A fine 2026 Federico Cinà sarà contento se… “Se riuscirò a entrare in tabellone agli Australian Open 2027, quindi obiettivo top 100”.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Federico Cinà: "Il 2026 l’anno della maturità, obiettivo top 100"

Giovanni Mazzola