Introduzione
Il campione argentino si è confessato in un video social dove emerge tutta la sua sofferenza fisica e emotiva per gli infortuni che ne hanno minato la carriera. Tantissime operazioni, la prima fu l'inizio della fine: "Avrò fatto più di cento iniezioni tra gamba, anca e schiena, ora non riesco più a salire una scala senza provare dolore. È come un incubo senza fine; ogni mattina mi alzo e prendo dalle sei alle otto pillole, una anche per l'ansia". 192 tornei, 22 titoli e 35 finali, lo US Open del 2009, la storica Davis con l'Argentina nel 2016 e Indian Wells nel 2018, il tennis e l'amore per il calcio (e il Boca). Ora l'ultimo tango a Buenos Aires per l'addio: il primo dicembre giocherà contro l'amico Djokovic
Quello che devi sapere
Quell'ultima partita in Argentina nel 2022
Seduto in poltrona, sguardo in camera, qualche lungo respiro prima di scrivere la propria confessione: "Vi dirò alcune cose che non molte persone sanno". Juan Martin Del Potro - uno Slam in carriera e best ranking come numero tre al mondo - ha avuto una carriera brillante pur devastata dagli infortuni. L'ultima tappa (e che resterà tale) è a casa sua, a Buenos Aires, nel 2022. Perde al primo turno col connazionale Delbonis: "Dopo quella partita ho subito preso un volo per la Svizzera per la mia quinta operazione al ginocchio - sono le sue parole -. Poi ho annunciato che avrei lasciato. Da lì in poi non ho più reso pubblici i miei interventi; ho pensato di fare tuto in segreto e, solo in caso di esito positivo, sarei tornato a giocare". Non è andata così.
Il calvario: "Fatico a fare le scale, prendo otto pillole al giorno"
Del Potro continua: "Dopo due mesi di recupero in Svizzera sono dovuto andare di nuovo sotto i ferri. Avrò fatto più di cento iniezioni tra gamba, anca e schiena. Ora non ho davvero più alcuna speranza di tornare a giocare, il mio corpo non me lo permette". L'argentino torna anche a dove tutto è iniziato: "Quando mi sono operato la prima volta il medico mi disse che sarei tornato in campo in tre mesi, era nel giugno del 2019. Ora non riesco più a salire una scala senza provare dolore". Il calvario è totale: "Molte volte provo dolore anche mentre dormo, mi giro su un fianco e mi sveglio per delle brutte fitte. È come un incubo senza fine. Ogni mattina mi alzo e prendo dalle sei alle otto pillole, una anche per l'ansia. Alcuni dottori suggeriscono una protesi, altri mi dicono che sono troppo giovane e dovrei aspettare i cinquant'anni". Intanto la carriera è al capolinea, resta solo l'ultimo match di addio contro Djokovic. Dopo 192 tornei, 22 titoli e 35 finali.
La sua storia
Grande potenza, servizio e dritto i suoi colpi più efficaci. Juan Martin inizia a giocare a tennis a sei anni, anche se la grande passione - parola sua - è per il calcio (tifoso del Boca). Classe 1988, da giovanissimo nel 2003 vince il Torneo Avvenire in Italia (uno dei più prestigiosi a livello di giovanili) battendo in finale Marin Cilic. Da juniores vince quattro titoli e raggiunge la terza posizione mondiale. E nel gennaio del 2006 fa il suo esordio nell'ATP Tour a Viña del Mar.
Lo US Open del 2009, primo e unico Slam
La storia prosegue tra un servizio e un dritto vincente: nel 2007 vince a Indian Wells il suo primo incontro in un Masters, poi trionfa per la prima volta anche in un match a Wimbledon, prima di arrendersi all'egemonia di Re Roger Federer. Nel 2008 il primo 500 a Stoccarda, poi Kitzbühel, e Auckland. Quindi lo US Open: in semifinale batte la testa di serie numero tre del torneo - tale Rafael Nadal - poi batte in finale nientemeno che Federer in una battaglia di oltre quattro ore. E' il primo e unico Slam della sua carriera. Del Potro entra nella storia: è il primo nome nuovo ad aggiudicarsi uno Slam dopo che le precedenti diciotto prove erano state dominate dai big3 Nadal, Djokovic e Federer.
Le medaglie olimpiche e la storica Davis del 2016
Nella sua storia ci sono anche un bronzo a Londra 2012 e un argento a Rio 2016 (perdendo in finale col campione in carica Murray). L'anno è lo stesso della storica Davis con l'Argentina, il primo titolo in assoluto nella competizione per il suo Paese. È nella finale sul cemento di Zagabria che Del Potro regala due punti fondamentali alla sua squadra battendo prima Ivo Karlovic e quindi Marin Cilic in rimonta.
Indian Wells nel 2018 e il best ranking (3°)
Gli infortuni, intanto, iniziano a dare problemi (li vedremo a breve), ma Del Potro lotta, torna in campo e vince: il suo primo Masters 1000 (e unico) in carriera arriva a Indian Wells, battendo in finale il numero uno al mondo Federer con il punteggio di 6-4, 6-7, 7-6 dopo avere salvato tre match-point. Il best ranking ATP è dietro l'angolo: terzo al mondo raggiunto il 13 agosto 2018. Poche settimane dopo sfiora il secondo US Open, ma si arrende in finale all'amico Djokovic.
La cronaca deli infortuni
Tanti e diversi, col calvario al ginocchio come zenit della sua travagliata attività agonistica. Del Potro ha interrotto due volte i suoi match: la prima volta nel febbraio 2014 per sottoporsi a una serie di delicate operazioni al polso sinistro, rientrando nel circuito solo nel febbraio del 2016. Poi l'inizio della fine, quella appena raccontata nel video-confessione sui social: nell'ottobre del 2018 arriva la frattura alla rotula. Trentuno mesi lontano dai campi, le operazioni, le infiltrazioni, otto pillole al giorno. Ma ora è il momento del last dance.
Ultimo tango a Buenos Aires
C'è la data: primo dicembre, al Parque Roca, casa del tennis a Buenos Aires. Avversario d'eccezione c'è l'amico Djokovic: "Ho cominciato a mettermi a dieta, a perdere peso, ho iniziato ad allenarmi e voglio rimettermi in forma il più possibile. Spero per almeno un'ora o due di avere sollievo dai miei dolori". Juan Martin Del Potro se lo merita.
- Quell'ultima partita in Argentina nel 2022
- Il calvario: "Fatico a fare le scale, prendo otto pillole al giorno"
- La sua storia
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