Il polacco è una delle fortune giallorosse: contro il Genoa un'altra partita da ricordare. Mentre Spalletti lo esalta ("È un grandissimo portiere"), l'Arsenal lo studia in vista del ritorno da prestito
Sarà anche difficile da pronunciare, ma Wojciech Szczęsny è oggi musica per le orecchie della Roma. Decisivo e affidabile, come raramente lo era stato prima in carriera. Contro il Genoa, uno degli innegabili fattori che hanno permesso ai giallorossi di vincere la partita: la parata decisiva su Ocampos, al 90’, ha sancito ancora una volta la definitiva crescita del polacco. Che adesso, al secondo anno di prestito in giallorosso, raccoglie le attenzioni del ‘suo’ Arsenal e sogna di riprendersi il posto che gli era stato per merito sottratto da Cech.
Oro di Spalletti - Per stessa ammissione di Szczęsny, l’allenatore della Roma ha ridato vigore alla sua carriera. E tra i due sembra davvero esserci intesa: “È un grandissimo portiere”, ha detto Spalletti dopo la gara di Genova. “Quando gli calci in porta sa già da che parte può venire il pericolo e ha una grandissima reattività. È un portiere-trequartista: ha l’intuizione e il tuffo di quelli imprevedibili”. Consacrazione arrivata dopo il sudore di un primo periodo in Italia non propriamente felicissimo, culminato con l’incredibile errore in Champions League contro il BATE Borisov. La crescita è stata però rapida e costante, tanto da convincere lo stesso Spalletti a rivolerlo per un’altra stagione, nonostante l’acquisto di Alisson. “Ho imparato più da lui in quattro mesi che in dieci anni in Inghilterra”, diceva Szczęsny nel marzo scorso.
Ritorno al passato - Il domani, per il polacco, corrisponderà verosimilmente allo ieri. Dopo aver raccolto consensi in Italia, l’Arsenal è pronto a riportarlo in Inghilterra (il prestito alla Roma è secco, senza cifre fissate per il riscatto). Lì, il classe 1990 è nato calcisticamente, arrivato dalla Polonia quando aveva solo 16 anni. A 20, già studiava per diventare grande: “Sono uno di quei portieri che mostrano sempre la loro vera faccia. Mi nutro di adrenalina”. Quella stessa adrenalina che oggi gli permette di proteggere la porta come pochissimi in Serie A. A dare il là alla sua carriera, tra l’altro, anche una serie di casi abbastanza fortunati: il ruolo di primo se lo guadagnò nel 2011, nel celebre anno dei cinque portieri dell’Arsenal. Wenger lo scelse in seguito agli infortuni (e anche a parecchi disastri) della coppia Almunia-Fabianski e in breve tempo se ne innamorò.
Odi et Amo - Il rapporto con l’Arsenal - e in particolare con Wenger - è stato però spesso contraddittorio, di odio e amore. Per il solo fatto di averlo lanciato in prima squadra, Szczęsny deve molto al francese. Ma, negli ultimi anni, non sono state poche le scintille tra i due. Dopo l’acquisto di un portiere di prima fascia come Ospina da parte dei Gunners, Szczęsny aveva definito Arsene “poco onesto”. E il successivo arrivo di Cech ha ovviamente peggiorato le cose. Suo padre, l’ex portiere Maciej (non in grandi rapporti con Wojciech, va detto), aveva confermato la situazione proprio nella stagione precedente all’arrivo del figlio in Italia: “Difficile smentire il fatto che il rapporto con Wenger non sia buono da diverso tempo. E non è tutta colpa di Wojciech, lo dico da padre. Forse è meglio che cambi aria…”. Szczęsny lo ha fatto, prendendosi la Roma in pochissimo tempo. E ora forse Wenger si è convinto che, mettendo da parte gli screzi, può essere il polacco il futuro dell’Arsenal.